Il risveglio del coltivatore
In primavera la natura si risveglia, e con tutte le piante, i semi, gli insetti, gli animali, si risvegliano anche gli animi dei coltivatori di cannabis.
Nella maggior parte dei Paesi “civili” i coltivatori di cannabis non sono più visti come criminali, ma piuttosto come persone utili al miglioramento della salute di tutti e dell’economia del Paese. Da noi si sta cercando di reprimere in tutti i modi la cultura e la conoscenza legate alla pianta regalataci dagli Dei “per superare le afflizioni del genere umano”: dal proibire manifestazioni e concerti in cui si fa informazione e cultura, al continuare a far razzie e creare problemi giudiziari a commercianti onesti, all’istituire test obbligatori per i lavoratori e sulle strade, in cui si ledono diritti civili fondamentali, soprattutto per la cannabis (per le altre sostanze è sufficiente la non assunzione il giorno precedente al test, per la cannabis si può risultare positivi dopo settimane dall’ultima assunzione, ed il test non è utile, checché ne dica un avvocato di nostra conoscenza che dovrebbe essere antiproibizionista), al creare un clima di terrore arrivando ad uccidere coltivatori ed assuntori di questo vegetale.
Si è arrivati ad introdurre il reato di “istigazione” e si cerca di confondere la cultura e l’informazione con un reato inesistente. Come già ripetuto su queste pagine, se una legge è sbagliata, bisogna darsi da fare per cambiarla. E conoscerla: quello che è vietato dalla legge è il THC, che, dal 18 aprile 2007 è stato spostato dalla tabella 1 (insieme con eroina, cocaina…) alla tabella 2 sez. B, insieme alle benzodiazepine. Le pene per anche il solo possesso di quantità di THC non modiche, dai 6 ai 20 anni di prigione quando era in tabella 1, sono ora da 1 mese ad 1 anno di sospensione della patente, passaporto e/o porto d’armi (art. 4 – ter).
Non lo sa quasi nessuno, e non viene ancora applicato nei giudizi! Ai coltivatori fortunati, residenti in paesi civili, e a chi, rischiando la propria libertà non accetta imposizioni basate su menzogna e disinformazione, alcuni consigli utili anche nella coltivazione delle verdure dell’orto (speriamo non arrivino a vietarci anche questo: lo stanno studiando…). La pratica e le conoscenze acquistate con la coltivazione dei vegetali per il proprio consumo e la propria salute, realizzabile anche su un balcone o in una stanza, saranno utili per migliorare la qualità di vita in tutti i campi.
Preparate per tempo il terreno di semina: deve essere sciolto, in grado di inzupparsi d’acqua mantenendo una buona percentuale d’aria, necessaria per un rapido sviluppo delle radici, e per questo un poco di micorrize potranno essere molto utili. Rigirate il terreno di crescita in profondità, incorporando fertilizzante organico maturo (ricco di enzimi e batteri benefici).
Attenti alle larve, alle lumache ed agli uccelli: una piantina tenera appena nata è un pasto ghiotto. Conviene, per la maggior parte delle verdure, una semina in semenzaio o, meglio, in vasetti singoli; oltre ad evitare la sparizione dei germogli si potrà anticipare la semina di 15 – 30 giorni, trovandosi così ad avere piante più grandi, più forti e più produttive. In più, numerosi ortaggi (pomodori, zucchine…) acquistano vigore se sottoposti a trapianto.
Scegliete semi di ditte conosciute e di varietà che ben si adattano al vostro ambiente: chiedete consigli al rivenditore. Sappiate che le varietà ibride di prima generazione (F1) saranno le più produttive, le più resistenti ai patogeni e le più veloci nel ciclo vitale. Che le varietà locali (landraces) probabilmente non saranno estremamente produttive, ma daranno il miglior raccolto in termini di sapori, aromi e “affinità con l’ambiente”, spesso con grosse potenzialità genetiche per incroci interessanti. Che varietà provenienti da climi diversi potranno avere problemi, ma che potranno essere utili per introdurre caratteristiche desiderabili tramite incroci, oppure con la selezione dei migliori individui per alcune generazioni.
Le varietà “nane” (anche fagiolini, fragole, pomodori) a volte sono una buona soluzione per problemi di spazio e tempo. Possono essere coltivate in mezzo ad altri vegetali (consultate un buon libro per le consociazioni più adatte) e costituire un raccolto precoce, anche se la qualità e la resa saranno necessariamente inferiori rispetto a varietà con ciclo più lungo e sviluppo maggiore.
La prevenzione dei problemi è la miglior forma di lotta biologica: se le piante sono sane, il terreno è vivo e ricco di materia organica e l’aria e l’acqua di buona qualità avremo i migliori raccolti. Non usate concimi, additivi, diserbanti, anticrittogamici o insetticidi chimici di sintesi.
Esistono prodotti naturali non tossici: piretro (ricavato dai fiori di piretro) per gli insetti, propoli ed estratto di equiseto per la maggior parte delle muffe, olio di neem ed estratti di alghe per rinforzare le difese immunitarie delle piante (non spruzzate il neem sui prodotti di consumo, ha un gusto terribile!). Estirpate le erbacce a mano o con attrezzi. Letame maturo, pollina, guano (di gabbiano per la crescita, di pipistrello per la fruttificazione), polvere di rocce, humus di lombrico, compost vegetale, estratti di alghe ed estratti di melasse sono i migliori concimi naturali, in grado di garantire ai vegetali la miglior ricchezza di aromi e gusti.
Nelle ultime fasi di fruttificazione, o di crescita se ortaggi da foglia, irrigate con sola acqua, per non modificare il gusto naturale dei vostri prodotti.
Buon lavoro.