AntiproibizionismoHigh times

Il regime internazionale del proibizionismo è finalmente rotto

Global Commission on Drug Policy

“Il regime internazionale del proibizionismo è rotto”, comincia così il nuovo rapporto della Global Commission on Drug Policy, formato da autorevoli membri della politica internazionale, tra i quali gli ex-presidenti di Brasile, Cile, Colombia, Messico, Polonia, Portogallo e Svizzera, dall’ex segretario dell’Onu Kofi Annan e dall’ex Alto Rappresentate dell’UE Javier Solana. Tre anni dopo lo scalpore suscitato dal report del 2011, nel quale si denunciava “il fallimento del proibizionismo con danni incalcolabili per gli individui e le società di tutto il mondo”, questo nuovo rapporto ha il pregio di andare ad inserirsi in un dibattito ormai di livello mondiale, proponendo analisi e soluzioni in vista della Sessione Speciale ONU sulle Droghe che si terrà nel 2016, e che molti ritengono potrà essere il vero punto di svolta internazionale sulle politiche sulla droga.

FINALMENTE LA DISCUSSIONE E’ DAVVERO GLOBALE. Secondo il rapporto “la riforma delle politiche sulle droghe si sta finalmente muovendo dal regno della teoria a quello della pratica. La discussione si basa sui dati e nuove innovazioni si stanno sperimentando in tutto il mondo”. La Global Commission invita tutti i governi ad essere “audaci e pragmatici” nello sperimentare nuove politiche sulle droghe che mettano finalmente al centro la salute pubblica, la sicurezza e lo sviluppo. Ed i governi nel pensare e mettere in pratica questi cambiamenti devono essere “mossi da un sentimento di urgenza”, in quanto il cambiamento delle politiche sulle droghe è “l’unico modo per ridurre simultaneamente le morti, le sofferenze, la criminalità, la corruzione e le violenze prodotte dal mercato illegale”.

FERMARE LA POLITICA DELLA TOLLERANZA ZERO VERSO I CONSUMATORI. Secondo il rapporto è ancora forte nel mondo l’opposizione alla riforma, foraggiata specialmente da alcune parti politiche ed alcuni media che hanno la tendenza a parlare in toni allarmistici di ogni nuovo “allarme droga” e che perseguono per fini utilitaristici “la retorica accattivante della tolleranza zero e della ricerca di un mondo libero dalla droga, senza chidersi se tale approccio stia procurando o meno un favore alla società”. Mentre dopo oltre 50 anni di politiche fondate sulla punizione e la criminalizzazione delle persone che producono, vendono o usano droghe, è evidente come tale approccio “non solo non abbia raggiunto i risultati che si erano preposti, ma anzi abbia comportato gravissime conseguenze sociali e sanitarie”.

I 5 PILASTRI CHE DEVONO GUIDARE LE NUOVE POLICHE SULLA DROGA. Il rapporto presenta ai governi nazionali quelli che secondo gli autori dovrebbero essere i cinque pilastri sui quali fondare il nuovo approccio alle droghe: 1. Garantire un accesso equo ai farmaci essenziali a base di droghe, in particolare ai farmaci a base di oppiacei per il dolore e a quelli a base di cannabis; 2. Smettere di criminalizzare ed incarcerare le persone per uso di droga e smettere di imporre trattamenti sanitari obbligatori alle persone il cui unico reato è l’uso o il possesso di droghe; 3. Studiare alternative al carcere per le persone che si sono rese colpevoli di reati non violenti legate al piccolo spaccio o alla piccola produzione di droghe; 4. Concentrarsi sulla riduzione del potere delle organizzazioni criminali; 5. Consentire e incoraggiare esperimenti di regolamentazione dei mercati delle droghe attualmente illegali cominciando da cannabis, foglie di coca e alcune sostanze psicoattive nuove, ma non limitandosi a queste.



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