Il rap italiano trovi il coraggio di professarsi antirazzista ed antifascista
“Pensa che me piacevi come rapper”. “V’aspettiamo antifa quaraquaquà”. “Continuo ad ascoltarti anche se non sai di cosa parli”. “Basta usare i termini fascista e razzista a caso”. “Roma fa schifo e tu di più”. Questi alcuni dei messaggi in risposta alla foto che Lucci ha pubblicato qualche ora fa in appoggio alla contromanifestazione di sabato 28 febbraio, #MaiConSalvini.
Chiunque – compresi i non “fan” – può commentare post di pagine aperte al pubblico, è risaputo. È verosimile che tra questi commenti ve ne sia qualcuno partorito da un troll che nulla ha a che fare con Lucci e con la sua musica, dunque. Ciò non deve però distogliere l’attenzione su un dato quasi certificato (se più indizi fanno una prova, vedasi gli insulti ad Amir): il rap italiano è sempre più ascoltato da persone per le quali non è usato a caso l’aggettivo di fascista o razzista – termini affatto obsoleti o senza senso. Il genere si è sdoganato a numeri e platee mainstream e inevitabilmente ha attecchito anche su chi non ha preferito studiarne la sua essenza di disciplina facente parte di una cultura, l’hip hop, che allontana e rinnega ideali di sopraffazione e di odio verso il prossimo.
Negli ultimi anni sono sempre meno i rapper italiani che prendono posizioni nette su temi sociali o politici. In pochi sembrano dar voce alle minoranze e buona parte dei testi più “impegnati” sono ipocritamente generici e spesso solamente anti-kasta, anti-politica. Fare soldi è certamente un’ambizione legittima per un artista, ma non a discapito di una sorta di dovere che un rapper ha, una volta impugnato il microfono, come ad esempio formare nei fan una coscienza civica votata all’aggregazione, piuttosto che ad un individualistico fine estetico. Un cerchiobottismo che fa il gioco di chi, come la Lega e Casa Pound (ricordate il contest di graffiti organizzato dai neofascisti?), marcia e genera consensi da questo limbo di insicurezza e confusione: l’hip hop è antirazzista ed antifascista, da sempre.
Qualcuno trovi il coraggio di dirlo apertamente.
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