Il proibizionismo ha trasformato l’Albania nella Repubblica della marijuana
Nascoste nel doppiofondo del bagagliaio di un auto, impacchettate in mezzo a sacchi di cipolle o caffè che ne coprono l’odore nei camion, e poi da li verso il porto di Durazzo con direzione Bari o Taranto, o verso il nord Europa via terra. Le strade e i porti albanesi sono terra di conquista per i traffici di cannabis e droghe pesanti verso l’Europa, nonché i luoghi dove si può verificare con mano il fallimento del proibizionismo e della guerra alla droga.
NUOVI SEQUESTRI OGNI GIORNO. Tre giorni fa la squadra mobile di Catania, in pattugliamento nel mar Ionio, grazie a una soffiata ha intercettato un peschereccio d’altura di 22 metri di lunghezza. La perquisizione ha portato al sequestro di 14 quintali di marijuana, abilmente nascosta dentro a serbatoi collocati nel vano motori da tre trafficanti italiani di mezza età. Appena il giorno prima a Firenze i finanzieri hanno scoperto una fitta rete di trafficanti albanesi: erano in nove ed in tutto gli sono stati sequestrati 800 chili di cannabis. E si potrebbe continuare a citare casi analoghi all’infinito, perché ogni mese in Italia vengono sequestrate tonnellate di cannabis proveniente dall’Albania, spesso nascoste dentro a veloci motoscafi che solcano le acque del canale di Otranto, che secondo il procuratore di Lecce Cattaldo Motta, “è diventato l’autostrada della droga verso il nostro paese”. Stessa cosa succede in direzione Grecia, dove negli ultimi tre mesi sono stati sequestrate 10 tonnellate di erba albanese, e ultimamente anche in direzione Croazia, con 800 chili di sostanza sequestrata su base trimestrale.
LA “REPUBBLICA DELLA MARIJUANA”. La scorsa estate la Guardia di Finanza italiana, in base ad un accordo con il ministero degli Interni albanese, ha inviato un aereo dotato di telecamere a sorvolare il territorio albanese alla ricerca di piantagioni. Il velivolo ha solcato appena il 12,5% del territorio dello stato, individuando oltre 500 piantagioni di marijuana, pronte a rifornire l’Europa con circa mille tonnellate di erba essiccata e pressata.
La maggior parte dell’erba albanese viene prodotta in un’unica cittadina: Lazarat, dove 319 ettari di terreno sono coltivati a cannabis, e la coltivazione rappresenta il sostentamente di nove famiglie su dieci. Lazarat si è meritata l’attenzione dei maggiori media mondiali, che l’hanno ribattezzata “la Repubblica della marijuana”. A Lazarat la coltivazione coinvolge tutto il villaggio, anziani compresi, con tanto di lavoratori stagionali che giungono da altre regioni dell’Albania al momento del raccolto.
In uno stato dove la disoccupazione raggiunge livelli endemici, la coltivazione di erba a quanto pare, rappresenta l’unico settore lavorativo in espansione…