Antiproibizionismo

Il proibizionismo ha fallito: subito una nuova strategia

Questa volta è un rapporto rilasciato dalla London School of Economics ad evidenziare le enormi conseguenze negative e i danni collaterali di una ormai decennale guerra alla droga sottoprodotto di un proibizionismo miope e bigotto. Il rapporto, intitolato “Ending the Drug Wars: Report of the LSE Expert Group on the Economics of Drug Policy”, contiene dei capitoli interamente curati dai maggiori esperti di politiche antidroga del mondo, la firma di cinque economisti premi Nobel, nonché di importanti figure politiche di spicco tra cui il vice Primo Ministro britannico Nick Clegg, il ministro degli Esteri guatemalteco Luis Fernando Carrera Castro, l’ex presidente polacco Aleksander Kwasniewski, l’ex Segretario di Stato George Schultz, e l’ex alto Rappresentante dell’Unione Europea per la politica estera e di sicurezza comune Dr. Javier Solana.

CARCERAZIONE DI MASSA, CORRUZIONE E VIOLENZA. Il rapporto invoca a gran voce che vengano modificate le premesse, le modalità e le strategie operative della politica internazionale antidroga, affermando senza mezzi termini: “è tempo di porre fine alla guerra alla droga e riorientare strategicamente le risorse verso politiche basate su dati effettivi sostenuti da analisi economiche rigorose. Il perseguimento di una guerra alla droga militarizzata e ed eseguita su scala mondiale ha prodotto enormi risultati negativi ed innumerevoli danni collaterali. Questi includono la carcerazione di massa negli Stati Uniti, (gli Usa rappresentano il 5% della popolazione mondiale, ma contano il 25% dei detenuti del globo ndr) le politiche fortemente repressive in Asia, una vasta corruzione e destabilizzazione politica in Afghanistan e in Africa occidentale, l’immensa violenza in America Latina, l’epidemia di HIV in Russia, una grave carenza globale di farmaci per il dolore e la propagazione di sistematiche violazioni dei diritti umani in tutto il mondo.”

NESSUNA EFFICACIA NEANCHE SUL CONSUMO. Il rigido approccio proibizionista è stato un flop anche in relazione ai suoi stessi obiettivi programmatici. Nel rapporto viene infatti evidenziato sotto quali aspetti queste politiche repressive abbiano fallito, facendo in particolare notare che, nonostante i drastici aumenti di spesa da parte delle autorità mondiali, i prezzi delle droghe siano in calo, mentre la loro purezza in aumento. Continuare a sperperare ingenti risorse in violente politiche di contrasto, generalmente a discapito della sanità pubblica, non può più essere né giustificato né ammesso. Questa relazione rimprovera le Nazioni Unite per la sua costante adesione a tali politiche fallimentari, esortando alla sperimentazione di via alternative (vedi Colorado ndr), sempre in considerazione di priorità quali la salute pubblica e i diritti umani.

LE RESPONSABILITA’ DELL’ONU. “Le Nazioni Unite hanno per troppo tempo cercato di implementare un approccio repressivo rigido ed universale,”conclude il rapporto.“È arrivato il momento che le Nazioni Unite prendano l’iniziativa a favore di un nuovo quadro internazionale di cooperazione, basato questa volta sull’assunto fondamentale che paesi diversi, necessitano di politiche di contrasto diverse. Questa nuova strategia globale antidroga dovrebbe essere basata sui principi fondamentali di salute pubblica, riduzione del danno, riduzione dell’impatto del mercato illecito, di accesso allargato ai farmaci essenziali, della minimizzazione della problematica legata al consumo, sperimentazione regolare e rigorosamente monitorata ed infine un impegno costante nella tutela dei diritti umani”.

PENSARE APPROCCI PIU’ INTELLIGENTI.
 “Il fallimento della guerra alla droga è stato riconosciuto da professionisti della sanità pubblica, esperti di sicurezza,da autorità dei diritti umani ed ora anche da alcuni degli economisti più rispettati al mondo” ha affermato John Collins, coordinatore del Lse Ideas International Project Drug Policy, suggerendo ai leader mondiali di riconoscere che continuare con le attuali strategie proibizioniste corrisponderebbe a costi umani e finanziari straordinari, che i cittadini e le loro economie non sono più in grado, né hanno intenzione, di sostenere. Le repressive leggi proibizioniste costano ai governi miliardi di dollari, causano epidemie di orribili malattie infettive e gravi violazioni dei diritti umani”, ha detto il dottor Kasia Malinowska-Sempruch,direttore del programma Global Policy Drug Open Society, che continua: “conosciamo i terribili costi di queste strategie fallimentari, e cosa si può ottenere da approcci più intelligenti.”

 



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