Il packaging dalle acque reflue della lavorazione del latte
“Zero rifiuti a fine processo” ecco quale potrebbe essere lo slogan che meglio definisce l’economia circolare in ambito di produzione industriale. Con questo spirito ENEA, l’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, ha dato vita, assieme alla start-up pugliese EggPlant al progetto BioCosì.
BioCosì punta all’utilizzo delle acque reflue dell’industria casearia per la creazione di bioplastiche per alimenti che siano compostabili e biodegradabili. Le acque sono ricchissime di lattosio, proteine, peptidi e sali minerali e il loro smaltimento, nonostante non siano tossiche, risulta molto costoso alle aziende casearie.
Recuperare questo scarto e renderlo risorsa non solo potrebbe aiutare le aziende in termini di risparmio, ma trasformare un costo fisso in una possibilità di guadagno. E’ stato messo a punto un processo in grado di separare il siero del latte e a cascata le sieroproteine, l’acqua e le varie parti. Successivamente la lavorazione del lattosio permette la produzione della bioplastica.
Abbiamo più volte parlato del problema del packaging e come questo si riflette inevitabilmente sulla flora e fauna del nostro pianeta, soprattutto su quella marina. Ecco perché innovazioni nel campo dell’economia circolare e l’attenzione agli impatti ambientali di fine produzione e di fine ciclo di utilizzo sono sempre buone notizie!