Il Nebbiolo
Siamo in autunno avanzato, periodo di funghi e di tartufi e tantissimi altri sapori che la Madre terra ci regala, e allora se vi trovate a mangiare piatti a base di funghi porcini, tartufi o i pregiatissimi, ma poco conosciuti “funghi spinaroli” (cercateli, provateli, vi stupiranno!) vi consiglio di provare un piccolo-grande vino, il Nebbiolo. Il carattere del Nebbiolo è austero, da buon piemontesi, in genere è più secco dei più rinomati Barbaresco e Barbera, cercatelo di 4 o 5 anni, il colore dovrà essere vivace, di un rosso rubino intenso e un sapore affine a quello del Barolo, ma con caratteristiche gustative meno accentuate. Ottimo per i suddetti piatti e per le tasche di chi non può permettersi un ottimo Barolo.
Non mi stancherò mai di ripetere che la mia preferita è la cucina semplice, ma nella loro semplicità, i piatti con questa caratteristica richiedono maggiore attenzione nella preparazione, andiamo a vedere come si prepara un piatto tra i più semplici, patate sotto la cenere, come le consigliava il buon Veronelli.
Lavare le patate con molta cura, asciugarle e allinearle sotto la cenere di un braciere. Dopo 20 minuti estrarle, asciugarle con un canovaccio per togliere ogni traccia di cenere, e mangiarle con la pelle (se proprio siete schizzinosi, verrà ora via con facilità), si possono insaporire con sale e olio extra vergine d’oliva.
C’è un detto popolare che recita: “Le patate cote soto la zenere le xe un don tra Baco e Venere”.
Per confermare la saggezza popolare c’è il fatto che la cottura sotto la cenere con la buccia, lascia intatte tutte le proprietà organolettiche e nutritive dall’amato tubero, dalle vitamine alle globuline e al fosforo fitinico. Senza contare che sono di sapore squisito e pochissimi non saranno d’accordo con questa affermazione. Consideriamo inoltre che questo piatto è ottimo per soddisfare la gran fame alla quale siamo abituati in “certi momenti”.
Più di una volta abbiamo parlato del “vino del contadino”, di una domenica fuori porta dove ci si trova nell’occasione di comprare un vino “fatto in casa”, bene se vi trovate in questa situazione e non avete metro di giudizio per capire se si tratta di un buon vino ricordatevi l’aurea regola: comprate il vino da quel vignaiolo che lo cede mal volentieri.