Il mio amico Fabrizio Cinquini: medico pro-cannabis perseguitato
Lo conobbi nel 2004 al Sunsplash di Osoppo. Mi venne a dire che voleva organizzare una fiera della canapa in Italia con tanto di cannabis cup e breeder da tutto il mondo. Ai tempi, sembrò un pazzo anche a me che ero già nel settore e stavo iniziando la mia avventura con Dolce Vita. In realtà era un precursore e un visionario. Lo è ancora oggi. Ricorderò per sempre quelle notti in Versilia a casa sua, circondato da una piantagione a perdita d’occhio e gli struzzi a fare da guardia: cose che neanche nei film.
Sono passati poco più di 10 anni e nel frattempo nel mondo sono cambiate tante cose, mentre qui in Italia continua una folle caccia alle streghe tra le chiacchiere e gli slogan elettorali dei soliti politicanti. Fabrizio è un amico e una persona ammirevole: la sua disobbedienza civile è encomiabile! Prima o poi tornerò a trovarlo, se serve anche in cella, da quella parte… Perché «quando una legge è ingiusta disobbedire è un dovere», insegnava il grande Thoreau. Ti mando un grande abbraccio Fabri, non mollare.