Ambiente e natura

Il governo autorizza la ricerca di petrolio alle isole Tremiti

isole tremitiÈ proprio uno strano governo questo, un governo in cui le cose non si fanno con intelligenza e per amore di nazione, o di ambiente, o di generazioni future. No, è un governo in cui si fanno le cose solo per zittire chi urla di più, per evitare di fare figuracce, per mettere toppe di qua e di la, con furbizie ed imbrogli.

In questi giorni infatti vengono prese decisioni diametralmente opposte, senza ne capo ne coda. Il giorno 1 Gennaio 2016 con il nuovo anno e la nuova finanziaria (pardon, legge di stabilità) viene re-introdotto il limite protettivo delle dodici miglia vietate alle trivelle lungo il perimetro nazionale.

Però invece di definitivamente bocciare il progetto Ombrina Mare della Rockhopper Exploration, che cade giusto entro le dodici miglia dell’interdizione, viene loro data una “proroga” di un anno. Si rimandano altre decisioni a dicembre 2016. Che significa? Perché questa proroga? Perché non dire ai petrolieri, se questo é l’intento della fascia di interdizione, di mettersi il cuore in pace ed evitare a tutti, petrolieri compresi, altri logorii?

Non si sa.

E poi viene approvata una concessione nuova vicino al piccolo paradiso delle isole Tremiti. Approvano il 22 Dicembre e il 31 Dicembre 2015 la decisione viene pubblicata sul Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e delle Georisorse (BUIG). Ma perché hanno aspettato proprio adesso? Anche qui non si sa. Ma se é vero che a pensare male ci si azzecca, forse é perché il nuovo limite delle dodici miglia sarebbe entrato in vigore con la legge di stabilità il giorno dopo la pubblicazione sul BUIG? In realtà i confini di questa concessione sono proprio al limite delle dodici miglia, quindi in realtà a star li con lo scalpello, il nuovo provvedimento del 1 Gennaio 2016 non l’avrebbe riguardata. Avranno pensato: perché rischiare? Avranno pensato: approviamola, zitti zitti, il giorno prima, giusto per star sicuri?

Non si sa. Quel che si sa e’ che a fare un bel capodanno sono stati quelli della Petroceltic d’Irlanda che adessono possono venire a trivellare i mari della Puglia.

il perimetro dell'area autorizzata per la ricerca di petrolio (clicca per ingrandire)
il perimetro dell’area autorizzata per la ricerca di petrolio
(clicca per ingrandire)
Si tratta della concessione BR 274 EL, 370 chilometri quadrati, per ricerca di petrolio, che anche se meno famosa di Ombrina ha avuto un percorso similmente travagliato. È una concessione che è un taglia e cuci di altre concessioni, con accorpamenti, riperimetriazioni, ampliamenti e restrizioni. Si aggiungono pezzi, si smussano confini. Nelle sue vite passate contro questa concessione si erano già espresse le regioni di Puglia e Molise, ma al governo non importò questo.

Addirittura ci furono controdeduzioni da parte di Roma sul parere della regione Puglia: come dire, ne sanno più loro, da Roma di quel mare dei pugliesi che li ci vivono!

Cosa faranno qui? Ispezioni con tecniche di air-gun, e se necessario, trivellazione di pozzi a circa 13 miglia dalle isole Tremiti. Interessante che solo pochi mesi fa in Italia era anche passata una legge per vietare l’air-gun, e ora invece ne approvano l’uso, e non in un mare qualunque ma in una delle zone più belle dell’Adriatico. Sanno quel che fanno?

Niente paura però. E’ tutto a fin di bene, “al fine di valorizzare le risorse nazionali” con lo “sviluppo sostenibile” della produzione di petrolio nel rispetto dei “più elevati standard internazionali” di sicurezza.

Non ho che dire. Petrolio sostenibile, governi che in sei mesi bocciano l’air-gun e poi ne approvano l’uso, leggi sulle trivelle in mare che cambiano per quattro volte in cinque anni. Un limite di sole dodici miglia mentre in California sono trent’anni che il limite è cento chilometri e come se le perdite di petrolio sapessero la differenza fra 11.9 e 12.1 miglia. Ma che paese è questo? Non si rendono conto che non sono seri?

Una democrazia malata, menti malate. Intanto il mondo scappa avanti.

articolo tratto dal blog ufficiale di Maria Rita D’Orsogna



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