Il giornalismo ha perso la bussola?
Le bufale estive sono largamente diffuse sui giornali e nei tg, se ne sentono un po’ in tutte le direzioni, le notizie vere in agosto scarseggiano, l’attenzione è poca e qualche “fannullone” ne approfitta.
Unica eccezione alla regola, la canapa: sull’argomento le bufale durano 365 giorni l’anno, non passa giorno che non sentiamo falsità, in cattiva fede o dovute all’ignoranza sull’argomento, chi è temprato in materia sa bene a che livelli possono arrivare. Queste notizie, contribuiscono ad alimentare un vortice di falsità e paure che poi vengono dirette su interessi privati, attraverso politici compiacenti. Come nel caso di Milano e i test antidroga, si alimentano le paure per poter dare in mano ai privati la “lotta alla droga”.
Avevamo parlato nello scorso numero dell’efficenza di questo provvedimento, dei test antidroga che l’Assessorato alla Salute del Comune di Milano aveva distribuito gratuitamente a 3800 famiglie la scorsa primavera; il reale impatto di questa iniziativa è la distribuzione di appena il 5% dei test.
L’Assessore si affretta a “reinterpretare” i dati in conferenza stampa e qui abbiamo un esempio di come, manipolando le informazioni, si arriva a “far percepire” la notizia in maniera differente, infatti abbiamo potuto leggere titoli come “Comune di Milano, ritirato 50% kit distribuiti”.
Ma come si è arrivati dal 5% al 50%? Se si leggono con attenzione i dati si viene a scoprire come il Comune di Milano aveva preventivato 380 ritiri in farmacia (il 10% di 3800); il 50% 380 di questi sono stati effettivamente ritirati e, secondo le dichiarazioni del Comune, quindi siamo a 195 test ritirati su 3800 lettere inviate, ovvero il 5%! Ma questo è solo un esempio.
In fondo, l’obbiettivo della legge Fini-Giovanardi in materia di droghe è chiaro, oltre ad un apparato repressivo di stampo ideologico, punta alla privatizzazione della lotta alla droga, perché dietro ci sono grandi interessi economici: case farmaceutiche, comunità terapeutiche-azienda, qualche scienziato in cerca di fondi e notorietà, le collaborazioni dei tossicologi, giornalisti compiacenti e politici ideologicamente “tarati”, praticamente un cocktail esplosivo. Molti ci chiedono come mai sia così difficile combattere contro il proibizionismo, ed è evidente che chi si pone questa domanda non capisce quali siano gli interessi in gioco.
Nei primi giorni di agosto c’è stato un sequestro record a Palermo, 1.400.000 piante, un milione e quattrocentomila piante!! Un evidente segno del crescente interesse da parte della mafia, della criminalità organizzata, perché più il proibizionismo aumenta, più aumenta il prezzo della materia prima; una semplice legge economica che sfugge ai nostri politicanti, o forse no?
C’è da scommettere che i responsabili della piantagione da un milione e mezzo di piante non saranno mai trovati e i profitti delle altre piantagioni sfuggite alle forze dell’ordine andranno a gonfiare le casse della mafia, accrescendo il suo potere e il suo potenziale criminoso. Nel contempo, decine e decine di piccoli sequestri, da pochi grammi a poche piantine, interessano il normale cittadino, che pagherà le conseguenze con la galera.
È una situazione facilmente prevedibile: qualsiasi Funzionario di Polizia potrebbe confermare i costi sociali e nullità degli effetti sulla criminalità organizzata, qualsiasi Economista potrebbe confermare che per lo Stato i costi diretti e indiretti di questa legge sono spropositati e che i profitti di chi ha in mano il mercato nero sono aumentati vertiginosamente.
Con l’autunno finirà anche la pazienza dei cittadini, logorata da decenni di proibizionismo, dalla vana speranza di veder migliorare le cose con l’attuale Governo, che a questo punto potrebbe anche andare a casa; è troppo lontano dalle persone e dalle esigenze dei cittadini. La speranza sono i moltissimi gruppi antiproibizionisti che si formano ogni giorno, i canapai e le associazioni che spuntano come funghi e che contribuiscono a diffondere la cultura e la buona coltura, le riviste, i centri sociali, le singole e i singoli che ogni giorno contribuiscono ad abbattere un pezzetto del muro di ipocrisia causa di troppe ingiustizie.
Concludiamo con la citazione di uno scrittore controverso, che conosceva molto bene l’ipocrisia:
Tutti abbiamo udito la donnetta che dice: “Oh, è terribile quello che fanno questi giovani a se stessi, secondo me la droga e l’alcool sono cose tremende”. Poi tu la guardi, la donna che parla in questo modo: è senza occhi, senza denti, senza cervello, senz’anima, senza culo, né bocca, né calore umano, né spirito, niente, solo un bastone, e ti chiedi come avran fatto a ridurla in quello stato i tè con i pasticcini e la chiesa. (Charles Bukowski)
Gerraro M.D.M.A.