Il flacking di Ememem: l’arte di rigenerare crepe, buche e ferite
Trasformare un difetto o una ferita in un’opera d’arte: più che una dichiarazione d’intenti, è un modo di vivere la vita. Se è vero che dietro ogni crisi si nascondono nuove possibilità, grazie a Ememem, artista francese di cui l’identità è ignota, dietro ogni buca o crepa delle nostre strade e città, potrebbe nascondersi un’opera d’arte in potenza.
C’è chi ha paragonato la sua arte al Kintsugi giapponese, che prevede di riunire i pezzi di un oggetto in ceramica rotto, utilizzando un metallo prezioso come l’oro per esaltarne le nervature. Noi abbiamo pensato di contattarlo e chiedere direttamente a lui come è nato questo progetto.
«Un enorme buco mi aspettava tutte le mattine davanti il mio atelier. Un giorno, in seguito a delle esperienze similari fatte anni prima, decisi di occuparmi di lui. In un pomeriggio preparai una composizione in scacchiera bianca e nera con dei colori pastello e la sera stessa lo ritappai. Era nato il primo flacking. Restai a guardare quel lavoro tutte le sere per dei mesi domandandomi che cosa avessi fatto. Non trovando risposte, ma solo altre domande, decisi di fare un altro flacking e poi un altro e un altro ancora. Ed è così che è iniziata la mia meravigliosa ossessione!», ci ha raccontato per spiegare come è nata questa idea nel 2016.
C’è chi ha paragonato la tua arte al Kintsugi giapponese, tu che ne pensi?
Sicuramente il parallelismo nasce spontaneamente, ma il Kintsugi non è stato fonte d’ispirazione nella creazione della tecnica del flacking, solo una constatazione di somiglianza tardiva.
Hai scritto che la tua arte inserisce porte per il Paese delle meraviglie. È come dire che dietro ogni crisi si nascondono delle nuove possibilità?
Esattamente, rendere un difetto virtù è un’alchimia che mi trova particolarmente d’accordo, che mi parla, che ha del senso.
A Roma abbiamo un grande problema, mai risolto, relativo alle buche nelle strade. Pensi che prima o poi verrai per realizzare uno dei tuoi lavori? Sappiamo che sei già stato a Milano, Genova, Torino e Firenze…
Roma è una citta magnifica, aspetto una buona occasione per venire, sarebbe fantastico e poi tanti amici romani mi chiedono di venire che “ci stanno tanti buche a Roma” (dice sorridendo, ndr).
Puoi dirci qualcosa sui tuoi prossimi progetti?
Un’esposizione fino a metà luglio è “SprayingBoard”, a Lione con Superposition. Un’altra, con la stessa durata, a Parigi si chiama “Ceramic now” alla Galerie italienne. Poi ho in programma una sessione di flacking a Bagnolet (Parigi) con Olivier Lands, che tra l’altro ha terminato il suo secondo volume di “Street art context” con la Gallimard. A luglio parteciperò a un festival a Nantua per una settimana e contemporaneamente comincerò un progetto con la métropole di Lyon e poi ancora dei festival in Germania e Francia (Lipsia e Montpellier). E tante altre cose di cui non posso parlare subito anche se posso dire che molto presto sarò in differenti zone d’Italia per dei bellissimi progetti.
a cura di M.C.