AnimalsContro-informazione

Il falso mito della vivisezione utile alla scienza

2014-03-03 12.34.25 pm      2014-03-03 12.34.39 pm

Il Comitato Scientifico Equivita esprime profondo rammarico per gli insulti giunti alla studentessa Caterina (Caterina Simonsen, la studentessa padovana al centro del dibattito dopo le offese ricevute nelle scorse settimane perché aveva fatto osservare di essere viva grazie alla sperimentazione animale – Ndr), che aveva difeso i test su animali, da parte di persone inqualificabili, che sono state definite “animaliste” ma di certo non lo erano, in quanto prive di rispetto per il prossimo e per la sofferenza altrui. Equivita esprime inoltre uguale rammarico e stupore nel constatare che decine di anni da noi impiegati nell’informazione dell’opinione pubblica sembrerebbero non avere lasciato traccia, a giudicare dai commenti dei quotidiani, che scrivono “si deve trovare un compromesso tra i due fronti opposti degli animalisti e degli scienziati”.

L’errore più grave che si possa fare è quello di parlare di un conflitto tra i diritti della scienza e quelli degli animali. L’unico conflitto esistente è quello tra una ricerca non-scientifica perché basata su di un presupposto errato (che vede nelle prove su di una specie indicazioni utili per un’altra specie) e una ricerca ben più aggiornata e avanzata, che le straordinarie nuove conquiste della scienza (nella genetica, nella biologia, nell’informatica, nella chimica, ecc) ci permettono di utilizzare. E’ necessario capire che siamo fortunati perché sia il rispetto dei diritti degli animali, sia il progresso scientifico, tanto necessario per sconfiggere le gravi patologie come quella di Caterina, vanno nella stessa direzione: il superamento dei test su animali.

Il cambiamento epocale annunciato negli USA dall’Accademia Nazionale delle Scienze con il documento “Toxicity testing in the 21st Century” (i test di tossicologia rappresentano, ricordiamo, il 75% delle prove su animali) metterà da parte, in quanto non predittivi per la nostra specie, gli animali da laboratorio, sostituendoli con la ricerca in vitro su cellule e tessuti umani. Infatti ogni specie può essere modello soltanto di se stessa. Tale ricerca oltre a ridurre i costi, fornisce risposte assai più predittive, complete e veloci. La rivoluzione annunciata nella ricerca tossicologica è già in corso negli USA dal 2007, con un importante programma federale di tossicologia cellulare… Questo avviene mentre l’Europa continua ad abbarbicarsi ai vecchi e inutili test su animali, non tutelando a dovere la nostra salute e tanto meno l’ambiente (che urge invece tutelare perché l’inquinamento chimico è causa del pauroso aumento di tumori, in particolare nei bambini, di malattie neurodegenerative, di malformazioni, sterilità, e altro ancora).

Herman Koeter, già direttore dell’EFSA ha scritto: “Le nuove tecnologie generano una mole di conoscenza mai raggiunta né individuata. L’uso degli animali diverrà obsoleto in un futuro assai vicino” (comunicato stampa conclusivo, 7° Congresso mondiale sulla Sperimentazione animale, Roma 01.09.2009). Usare le prove su animali, disponendo oggi di metodi di valutazione di gran lunga più affidabili, significa sperperare immense risorse, causare sofferenze inutili e un ritardo irrecuperabile nella ricerca.

Quanto abbiamo qui riportato è stato comprovato da studi sempre più numerosi pubblicati dalle massime riviste scientifiche del mondo (Nature, Science, Scientific American, Lancet, British Medical Journal, ecc.). Uno per tutti, ecco un recente articolo del New York Times che riporta un estratto degli atti dell’Accademia Nazionale delle Scienze(PNAS). Il pezzo riguarda uno studio, durato 10 anni, con il quale gli scienziati hanno dimostrato che l’avere usato i topi per la ricerca su tre patologie molto diffuse: sepsi, traumi e ustioni, li ha portati del tutto fuori strada nelle conclusioni raggiunte e ha fatto produrre 150 farmaci inutili.

Fabrizia Pratesi de Ferrariis – Equivita



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