Il dubbio amletico dei growers Usa: quale illuminazione usare in indoor?
La legalizzazione della cannabis in USA continua a spostare denaro, braccia e cervelli. In un anno solo in Colorado 10.000 persone hanno trovato lavoro nell’industria cannabica. Migliaia hanno venduto la propria piccola o grande azienda per entrare nel circo della cannabis con una nuova idea di business. Dooma Wendschuh era fondatore di sekretagent Productions, società di produzione videogame di successo mondiale e oggi si lancia con il marchio ebbu nel mondo degli estratti. Questa la nostra intervista a Dooma. Dopo di lui anche Tom Bollich, fondatore della piattaforma di videogame Zynga ha venduto le sue quote per fondare Surna. Nuova cannabusiness specializzata in efficienza energetica e controllo climatico per la coltivazione indoor su larga scala.
Un kilogrammo di cannabis indoor ne emette 4.600 di anidride carbonica. Le serre degli Stati Uniti sputano nell’atmosfera l’equivalente di 3 milioni di automobili e siamo solo agli inizi della legalizzazione. All’ingrosso, il 50% del prezzo della cannabis copre i costi dell’elettricità. Sulle produzioni di Americannabis ed Eurocannabis, illuminazione e ventilazione efficienti possono fare la differenza in un mercato dove nessuno possiede ancora ricette segrete o brevetti esclusivi. Ecco perché c’è chi passa dai videogame alla climatizzazione per colture indoor. O dagli impianti per stalle e birrifici all’aeroponica, come il fondatore di Indoor Harvest. È nata l’ingegneria della cannabis.
La strategia di illuminazione sarà in cima ai pensieri dei coltivatori indoor quando le lampade di derivazione lampionistica stradale arriveranno al termine del ciclo di vita. I grower possono scegliere i risultati certi ma migliorabili delle lampade HID tradizionali oppure le tecnologie Led potenzialmente più redditizie, ma ancora da verificare fuori da laboratori e serre industriali. Le diverse combinazioni di frequenze luminose fino al Far Red promettono raccolti più veloci e abbondanti. Il coltivatore può quindi strippare con diverse ricette calibrando intensità, colore, posizione e durata di ogni singolo fascio di energia luminosa per ogni singola varietà botanica. Tecnogrowers, buon viaggio!
L’eterno problema costi/benefici. Una potenza elettrica luminosa di 300 Watt/m2 viene considerata più che sufficiente in una coltivazione indoor. Questo valore dice poco sull’effettivo rendimento di una serra, così come non è più sufficiente parlare di rapporto grammo/watt. Più utile considerare la quantità di energia radiante (quindi indipendente dallo spettro visibile) emessa nella fascia PAR che attiva fitocromi e fotosintesi. E quindi misurare le micromoli di fotoni su metro quadrato al secondo che baciano le piante come il sole. Qui il discorso si complica ed è già superato da chi ha cominciato a misurare l’attività di fotosintesi direttamente sulla pianta. Di efficienza elettrica e risposta fotosintetica alle diverse fonti luminose parleremo nei prossimi articoli, perché è meglio capire bene cosa propongono le aziende guidate da ex-videogamer.
Image credits: Darryl Dyck / The Canadian Press Files; Marijuana Business Media; Luke Runyon / KUNC, Harvest Public Media.