Il doping del top gun
L’uso delle droghe per «sostenere» lo spirito bellico dei combattenti ha una lunga tradizione. Nelle guerre del XXI secolo lo strumento principe è l’anfetamina. La «controindicazione» sta nei morti da «fuoco amico», nello scambiare un pacifico matrimonio per un presidio di talebani.
Molti dei civili e dei soldati alleati periti in Afghanistan, a causa del «fuoco amico», potrebbero in realtà essere stati uccisi dalle troppe anfetamine ingollate dai piloti dell’aviazione americana. Questa è per lo meno l’ipotesi che suggerisce un lungo reportage pubblicato dal Christian Science Monitor (CSM) sull’uso di droghe prescritte ai militari americani dai propri superiori, in particolare tra i Commandos delle forze speciali e tra i piloti dei bombardieri.
Secondo il quotidiano americano, l’uso di stimolanti sarebbe reso necessario dalla lunghezza delle missioni. Si pensi che in molti casi gli aerei che bombardano le vallate afghane partono da basi situate su territorio Usa, a più di 10.000 km di distanza, dove poi tornano. Lo stimolante più usato è la Dexedrina, una dextroanfetamina legale consigliata ai piloti che non sono obbligati a prenderla, anche se – nota il CSM – «la loro carriera può soffrirne se rifiutano». Il meno che si possa dire perciò è che i piloti sono incoraggiati a farsi, e che devono firmare una dichiarazione in cui acconsentono ad assumere questa sostanza, anche se il «consenso informato» indica che «la Us Food and Drugs Administration non ha approvato l’uso della Dexedrina per alleviare la stanchezza».
L’abitudine di prendere stimolanti risale almeno alla guerra del Vietnam, ma si è generalizzata nei reparti impegnati nella Guerra del Golfo dove i piloti impararono assai presto ad apprezzare i vantaggi delle anfetamine. Per neutralizzare la sovreccitazione anfetaminica, dopo le missioni i piloti prendono pillole di sedativi per poter dormire. In gergo le anfetamine vengono chiamate go pills, mentre i sedativi no-go pills. Il rischio è di diventare tossicodipendenti ed essere assuefatti al ciclo stimolante/sedativo. Le anfetamine già di per sé hanno come effetti collaterali l’euforia, la depressione, l’ipertensione e la tossicodipendenza. I sedativi a loro volta possono causare «amnesia anterograda», cioè assenza di memoria degli eventi accaduti durante l’azione del farmaco.
Le anfetamine però rischiano di fare male non solo a chi le prende ma anche a chi gli sta intorno o ha la sfortuna di capitargli sotto tiro, visto che sono associate con sentimenti di aggressività e paranoia, anche se per i ricercatori militari Usa questi sintomi appaiono con dosi molto superiori ai 5-10 milligrammi di Dexedrina che vengono prescritti ai piloti nella guerra afghana. Ma proprio alle anfetamine dei piloti pare che possano essere attribuite alcune stragi di civili o di alleati in Afghanistan.
Il CSM osserva che «per lo più l’uso di farmaci prescritti da parte di piloti Usa non ha ricevuto attenzione negli Stati uniti. Ma in Inghilterra e in Canada, la questione è stata sollevata soprattutto in possibile connessione con le bombe vaganti. In aprile, quattro soldati canadesi furono uccisi e un altro ferito, quando un pilota americano di F-16 in una missione a largo raggio, pensando di essere sotto attacco, sganciò una bomba da 250 kg guidata a laser su un’esercitazione alleata». Un esperto militare, John Pike ha dichiarato al CSM: «La versione iniziale dell’incidente canadese ritraeva il comportamento del pilota come inesplicabilmente aggressivo e condito da un pizzico di paranoia e il mio primo pensiero era che il povero tipo aveva ingoiato troppa speed (termine usato in gergo per le anfetamine)». Detto in soldoni: un pilota strafatto di Dexedrina vede nemici anche in una festa di matrimonio. Alle anfetamine potrebbe essere dovuta anche l’epidemia di violenza che è esplosa tra i reduci della guerra afghana: quattro di loro hanno ucciso la propria moglie, e tre di essi erano nelle unità delle forze speciali di stanza a Fort Bragg: «Questo tipo di comportamento è proprio quello che di solito si associa con l’uso eccessivo di anfetamine o con l’interruzione del loro uso» dice sempre John Pike.
C’è una lunga e ingloriosa tradizione che manda in battaglia soldati dalle menti alterate.
Ma ricordiamo anche il mezzo litro di cognac distribuito nella Prima Guerra mondiale a ogni fante italiano prima di farlo uscire dalle trincee per quelle cariche contro le mitragliatrici nemiche da cui quasi nessuno tornava vivo.
Il primato spetta senza dubbio a quel farmaco messo a punto alla fine `800 dalla Bayer cui proprio per la sua capacità di accrescere il coraggio – o l’incosciente temerarietà – dei soldati tedeschi fu dato il nome di «eroina», dalla radice «eroe».
Caserme e accantonamenti straboccano già da tempo di droghe pesanti. Nei quartier generali Usa potrebbe agire anche l’arrière pensée di virare a scopi di efficienza quel che per ora è solo un’epidemia cronica di tossicodipendenza. Ma il Comando militare Usa ha scopi ben più ambiziosi, vuole sintetizzare farmaci che diano ai militari una forza e una resistenza sovrumane. Il CSM cita un documento elaborato dalla Defense Advanced Research Project Agency (Darpa) del Pentagono: «La capacità di resistere agli effetti mentali e fisiologici della privazione del sonno cambieranno dalle fondamenta i concetti militari di tempus operativo e gli attuali ordini di battaglia per i servizi militari».
I laboratori militari americani perseguono attivamente questo «miglioramento del guerriero attraverso la chimica». Un memorandum del Comando Usa per le Operazioni Speciali osserva che il futuro «operatore» delle forze speciali farà affidamento su sostanze «ergogeniche» (tipo doping nello sport) «per gestire lo stress ambientale e mentalmente indotto e per accrescere la forza e la resistenza aerobica dell’operatore». «Altri miglioramenti fisiologici potrebbero includere modi per superare la deprivazione dal sonno, per regolare i ritmi circadiani, come per ridurre in misura significativa il tempo di acclimatazione alle alte altitudini o alle profondità subacquee, usando il doping del sangue e altri metodi». Non c’è bisogno di una fantasia sfrenata per pensare che gli stessi laboratori stiano cercando metodi d’ingegneria genetica per fabbricare il militare superuomo, il Supersoldato. In attesa, si accontentano di una bomba di Dexedrina.
Marco D’Eramo
psiconautica.forumfree.it