Il DNA molecolare per tracciare la cannabis legale
Un sistema di tracciamento delle varietà legali di cannabis tramite un marcatore del DNA delle piante: è la proposta di una società americana che sta già lavorando con i legislatori affinché diventi al più presto operativa.
Nonostante la cannabis medica e quella ricreativa siano ormai legali in molti paesi USA, secondo le statistiche il consumo di cannabis prodotta illegalmente supera ancora quella delle produzioni autorizzate. Sarebbe questo il motivo alla base della proposta di Applied DNA Sciences che ha come obiettivo quello di fornire alle forze dell’ordine un modo per determinare esattamente quali infiorescenze siano state coltivate legalmente e quali no; secondo le loro dichiarazioni starebbero già lavorando con i governi statali per mettere a punto il sistema di tracciamento.
L’azienda di New York ha iniziato la sua attività lavorando in vari altri campi per applicare l’identificazione molecolare ai prodotti agricoli. Il consiglio di amministrazione e il comitato consultivo sono costituiti da professionisti ed ex dirigenti di alcune delle più grandi multinazionali del mondo, come GlaxoSmithKline e PepsiCo, nonché da legami influenti con agenzie governative.
Il prodotto più simile alla cannabis con cui hanno avuto successo è il cotone. Grazie a questo successo, Applied DNA Sciences ha cercato di entrare nel mercato della cannabis negli ultimi due anni, ma negli ultimi nove mesi ha fatto uno sforzo più concreto.
“Il motivo per cui ci siamo entusiasti è che abbiamo già dimostrato al mondo e all’industria che sappiamo come etichettare il cotone”, afferma Gordon Hope Jr., direttore delle soluzioni per la sicurezza dell’azienda.
Dopo la raccolta, un coltivatore applicherebbe la tecnologia brevettata di Applied DNA Science, un’etichetta molecolare chiamata “CertainT SigNature”, spruzzandola sulle gemme stesse. Un tag unico del DNA, che l’azienda costruisce con poche righe di codice codificato derivato dalle piante, e che rimarrebbe quindi nella pianta. L’azienda afferma che rimarrà nella pianta nonostante “radiazioni UV, calore, freddo, vibrazioni, abrasione e altre condizioni ambientali estreme”.
Per leggere il tag DNA sarà necessario utilizzare l’attrezzatura di prova della società (chiamata SigNify). L’apparecchiatura non solo può individuare il tag come prova della produzione legale di cannabis, ma anche per identificare il produttore stesso.
Nishan Karassik, il co-fondatore di Phylos che è un’azienda americana che si dedica allo studio della cannabis attraverso la biologia computazionale e la genetica molecolare, aggiunge che sebbene egli veda un uso per questo per i coltivatori che cercano di autenticarsi e proteggere le proprie varietà, non gli piace l’idea del tracciamento per le forze dell’ordine.
“L’industria ha bisogno di regole normative chiare e condivise. A quel punto il problema del contrabbando si risolve da solo“, afferma Karassik. “Ci stiamo muovendo in questa direzione troppo lentamente negli Stati, ma molto più rapidamente rispetto al resto del mondo”.