Il disastro ambientale in Sri Lanka è più grave di quanto si pensi
L’affondamento di una nave cargo al largo di Colombo, città più grande e principale polo commerciale dello Sri Lanka, sta causando una delle più gravi crisi ambientali che il piccolo stato insulare abbia mai dovuto affrontare. Il naufragio ha riportato, ancora una volta, l’attenzione del mondo sugli effetti dell’attività antropica sull’ambiente, e potrebbe portare a danni ambientali ed economici potenzialmente permanenti.
Battente bandiera singaporiana, la MV X Press Pearl trasportava oltre 25 tonnellate di diverse sostanze chimiche, tra cui acido nitrico e idrossido di sodio, insieme a 278 tonnellate di olio combustibile, 50 di gasolio e 20 container di olio lubrificante, quando, il 20 maggio, è stata colpita da un grosso incendio causato da una perdita di acido nitrico. Prima di arrivare al largo delle coste singalesi, la flotta aveva richiesto un attraccaggio di emergenza prima in Qatar, stato da cui era partita la nave, e poi in India, dove invece era diretta, richiesta però non accolta dai due paesi. Gli incendi si sono propagati per diversi giorni, e l’intervento delle squadre di soccorso cingalesi non è stato comunque sufficiente per evitare che la nave affondasse il 3 giugno, rendendo impossibile il drenaggio dei container.
Il naufragio ha colpito duramente lo Sri Lanka. Oltre agli ingenti danni ambientali, la zona costiera ad ovest dell’isola, ha sofferto una consistente limitazione all’attività ittica, uno dei settori più importanti dell’economia singalese. Il governo di Sri Jayawardenapura Kotte si è infatti visto costretto a disporre lo stop alla pesca per oltre 5000 pescherecci nelle 50 miglia di costa interessate dal disastro.
I tempi per la gestione dei danni ambientali potrebbero risultare piuttosto lunghi. Diverse tonnellate dei detriti di microplastiche si sono riversati nelle spiagge di Colombo, e all’inquinamento derivante dal riversamento di oli combustibili e gasolio, bisogna aggiungere anche quello da idrossido di sodio e acido nitrico, sostanze la cui rimozione dalle acque costiere potrebbe risultare particolarmente complessa. Tra i container della X Press Pearl ne è stato inoltre ritrovato uno contenente “sostanze pericolose per l’ambiente”, sostanze di cui, però, il governo cingalese ancora non ha rivelato la natura. “Di che sostanze si tratta? Non lo sappiamo. Le autorità non ci hanno ancora dato informazioni” ha affermato Hemantha Withanage, esperto di scienze ambientali e direttore del Centro per la Giustizia Ambientale in Sri Lanka, “Ma perché lo tengono segreto? Il rischio per l’ecosistema è molto serio”.
Il naufragio della X Press Pearl ha colpito lo Sri Lanka in un momento complesso. Il paese è alle prese con un numero in continuo aumento di casi di Covid-19 e il governo si è visto costretto a imporre delle restrizioni all’interno dell’isola, fattore che potrebbe rallentare pesantemente gli sforzi di riqualificazione dell’ecosistema locale, uno dei più ricchi del continente asiatico, e buona parte della comunità internazionale si domanda se il governo cingalese sarà in grado di fronteggiare adeguatamente una crisi ambientale di questa portata.