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Il decreto sulle droghe passa con la fiducia del governo. Cosa cambia?

droghe-stupefacentiL’inizio della confusione legislativa che domina in questi giorni è stato l’abolizione della Fini-Giovanardi. Poteva essere una sorta di anno zero per le politiche sulle droghe nel nostro Paese. Sarebbe bastato cogliere il messaggio della Corte Costituzionale, che ha dichiarato incostituzionale la legge, e cercare di affrontare l’argomento in maniera organica, magari ascoltando gli appelli dell’Unodc, l’agenzia delle Nazioni Unite creata per assistere l’ONU nel dare una risposta coordinata e globale ai problemi di traffico illegale di droghe, abuso di stupefacenti, prevenzione della criminalità e giustizia criminale, terrorismo internazionale e corruzione. In un rapporto di 22 pagine redatto il mese scorso si legge che: “La depenalizzazione del consumo della droga può essere una forma efficace per “decongestionare” le carceri, redistribuire le risorse in modo da assegnarle alle cure e facilitare la riabilitazione”.

Ma così non è andata e il 28 aprile la ministra delle Riforme e per i rapporti con il parlamento Maria Elena Boschi ha annunciato che il governo ha posto la fiducia sul decreto legge sugli stufepacenti e i farmaci off-label in discussione alla Camera. La Camera ha da poco confermato la fiducia al governo sul decreto legge: i sì sono stati 335 e i no 186.

Cosa prevede la legge?

  1. Cinque tabelle per la classificazione delle droghe e distinzione tra leggere e pesanti. La prima e la terza regolano quelle pesanti, la seconda e la quarta quelle leggere e la quinta le sostanze ad uso terapeutico.
  2. Nella tabella I (droghe pesanti) rientrano gli oppiacei naturali o sintetici; le foglie di coca e gli alcaloidi derivati; le anfetamine; tutte le droghe sintetiche a base di tetraidrocannabinolo (Thc, principio attivo della cannabis) e ogni altra sostanza che produca effetti sul sistema nervoso centrale e abbia capacità di determinare dipendenza fisica o psichica.
  3. Nella tabella II (droghe leggere) rientra la cannabis senza distinzione tra indica, sativa, ruderalis o ibrida.
  4. È vietata la vendita e la coltivazione di queste sostanze sul territorio nazionale. Mentre l’acquisto o la detenzione di sostanze per uso personale non ha rilevanza penale. Rimangono in piedi le sanzioni amministrative che avranno però durata variabile a seconda che si tratti di droghe pesanti (da 2 mesi a un anno) o leggere (da uno a 3 mesi).
  5. La vendita di piccole quantità di droga prevede la reclusione da 6 mesi a 4 anni e una multa da mille a 15mila euro. L’arresto sarà possibile solo in caso di flagranza. Il reato non distingue tra droghe leggere e pesanti, spetterà al giudice decidere l’entità della pena in base alla qualità e alla quantità della sostanza e alle altre circostanze di ogni signolo caso. La riduzione della pena prevista per lo spaccio di droga permette di ricorrere alle pene alternative al carcere, previste dal decreto approvato a febbraio del 2014 sulle politiche carcerarie. Chi è condannato per questo reato potrà accedere alla messa alla prova, quindi all’affidamento ai servizi sociali.

Votando la fiducia su un decreto si evita il dibattito parlamentare, che dovrebbe essere il fulcro del confronto tra le diverse posizioni per trovare la via migliore. Come spesso accade nel nostro Paese quando i politici scelgono di non affrontare una situazione, la fiducia è stata chiesta a causa del carattere d’urgenza del provvedimento.
L’onorevole Daniele Farina di Sel ha commentato così il voto di fiducia: “Decreto Lorenzin, droghe e farmaci, il governo chiama la fiducia: sottrae alla Camera dei Deputati e al Paese l’occasione di discutere e conoscere l’inganno che abbiamo attraversato. Fiducia politica che cerca di occultare il disastro della legge Fini-Giovanardi, ancora sostenuta da parte della maggioranza. Però a giudicare da qui manca poco a che le alternative scavino la loro strada tra le macerie di pseudoscienze e dei loro stregoni”. L’NCD, Forza Italia e Fratelli d’Italia sono stati critici riguardo al provvedimento, parlando di “ritorno all’anno zero”, in riferimento alle sanzioni amministrative per acquisto o detenzione per uso personale che non ha più rilevanza penale e promettendo di cambiare questa parte del decreto al suo passaggio in Senato. Ora la legge passerà al Senato per l’approvazione finale.



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