Il CBD è sotto attacco anche in Europa
Un procedimento avviato in Francia è approdato all'Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) con un dossier che vorrebbe considerare il CBD come pericoloso per la riproduzione umana. CSI chiama all'azione
Il CBD, con le preparazioni orali considerate come un farmaco stupefacente in Italia dopo un tira e molla legale durato anni e non ancora concluso, è sotto attacco anche in Europa.
Il nuovo caso ha origine in Francia, primo produttore di canapa europeo con circa 20mila ettari coltivati, dove l’evoluzione di CBD e cannabis light è stata complessa.
KANAVAPE E LA CORTE DI GIUSTIZIA
Nel 2020 l’industria ha vinto la prima battaglia grazie all’ormai celebre sentenza del caso Kanavape, con la Corte di Giustizia europea che aveva dato ragione a un’azienda francese che aveva importato cartucce da svapo al CBD, sentenziando che il CBD legalmente prodotto in uno Stato membro dell’UE, deve poter circolare anche negli altri.
IL CBD COME INTEGRATORE
Il governo, sconfitto, ha accettato la decisione me nel 2022 ha emesso un nuovo divieto, questa volta per le infiorescenze. Nel 2023 però il Consiglio di Stato francese ha rimosso il divieto e oggi l’industria prospera, anche perché la Francia è l’unico Paese europeo che ha reso legale il CBD nei negozi. Mentre la procedura per inserire il CBD nei cosiddetti Novel Food (che permetterebbe di venderlo come alimento, integratore, etc…) in Europa è ferma dal 2020, la Francia ha fatto da sola e con una legge provvisoria nel 2023 ha autorizzato la vendita di CBD come integratore, che oggi è legalmente presente nei negozi.
Secondo le linee guida temporanee stabilite in Francia per il CBD come integratore, nei singoli prodotti non può essere superiore al 20% e il dosaggio giornaliero è limitato a 50 milligrammi e, facendo riferimento al sistema francese per gli integratori alimentari, le aziende devono solo dichiarare le loro intenzioni di introdurre i prodotti sul mercato.

L’ANSES E LE SUE ANALISI
Qualche anno prima il CBD era però stato attenzionato dall’ANSES (l’Agenzia nazionale francese per la sicurezza sanitaria di alimentazione, ambiente e lavoro) testando gli effetti del CBD con dosi altissime, fino a 2000 mg (la quantità di CBD per cui viene ritenuta sicura l’assunzione è tra i 10 e i 60 mg, nda). Nel 2025 l’ANSES ha annunciato a sorpresa che il CBD potrebbe essere classificato come “presunto tossico per la riproduzione umana”. Questo lo porterebbe a essere classificato come prodotto di “Categoria 1B”, il che significa che è soggetto a rigorose misure di gestione del rischio, requisiti di etichettatura e potenziale divieto.
L’INTERVENTO DELLA ECHA
Ulteriori indagini hanno inoltre rivelato che il CBD non era registrato presso l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA), alla quale ha ora chiesto indicazioni sulla sicurezza del CBD, in una decisione che potrebbe avere un impatto anche sui 27 Stati membri dell’Unione Europea. L’ECHA ha aperto le valutazioni per l’analisi ANSES a marzo di quest’anno e le chiuderà il 17 maggio, dopodiché “emetterà un parere sulla classificazione armonizzata del CBD” entro il 20 agosto 2026.
Ludovic Rachou, presidente dell’Unione degli industriali per la vaporizzazione degli estratti di canapa (UIVEC) in Francia, ha dichiarato che: “Presenteremo all’ECHA prove sulla sicurezza del CBD. È di uso comune in Francia da 10 anni e non si sono verificati effetti avversi per gli utilizzatori”.
INVIA UN COMMENTO ALLA ECHA PER PROVARE A BLOCCARE LA PROPOSTA
Ma la decisione si ripercuoterebbe su tutti i Paesi europei, ecco perché Canapa Sativa Italia ha chiamato all’azione, chiedendo di “far valere le nostre ragioni con ECHA, inviando dei commenti all’Agenzia e sottolineando quanto il CBD, utilizzato come cosmetico (ad oggi l’unico utilizzo autorizzato in Europa, nda) e quindi per uso esterno, sia un prodotto sicuro”.
Secondo l’associazione infatti: “Bloccare la proposta di classificazione Repr. Cat 2 significa difendere l’accesso dei pazienti a un fitocomplesso sicuro e impedire restrizioni sproporzionate. Viceversa, nel caso in cui questa manovra dovesse essere approvata il CBD potrebbe non essere più commercializzabile in Europa, indipendentemente dalla ricetta medica“.
La scadenza per la presentazione dei commenti è fissata al 16 maggio. QUI trovate il link per commentare, QUI invece i consigli di Canapa Sativa Italia.