Il 2016 è l’anno dei Legumi
I legumi, croce e delizia di mamme e bambini, potrebbero diventare vere e proprie star della tavola, grazie a un’iniziativa della Fao che ha dichiarato il 2016 l’Anno Internazionale dei Legumi.
Nel variegato panorama di un’alimentazione ormai decisamente multietnica, i legumi gettano un ideale ponte alimentare tra i vari popoli e si ripropongono come alternativa alla carne, non soltanto per i vegetariani e i vegani, ma anche per i cultori della dieta onnivora. L’iniziativa della Fao potrebbe promuovere un consumo ancora maggiore di fagioli, lenticchie, piselli e altri legumi, incrementandone la produzione e la commercializzazione.
Le proprietà nutritive dei legumi sono note fin dai tempi più antichi, infatti, circa seimila anni fa, prima di approdare in Europa, erano parte integrante delle diete mediorientali e le lenticchie erano particolarmente apprezzate dagli Egizi. Nel corso dei secoli, quando la carne rappresentava un lusso che solo pochi potevano concedersi, sulle mense dei poveri troneggiavano zuppe di lenticchie, ceci e fagioli.
Non possiamo non inserire, inoltre, nella top ten dei legumi, i lupini, che, nel famoso romanzo di Verga, I Malavoglia, diventano il simbolo del tentato riscatto sociale ed economico di una famiglia di pescatori. Recentemente, si è scoperto che il lupino bianco, naturale antidoto alla carestia, in tempi ormai lontani, oltre a vantare un eccellente profilo nutrizionale, è un efficace anti-diabetico e sembra che rivesta un ruolo importante anche nelle terapie di supporto per il cancro.
I legumi forniscono un’insostituibile riserva di ferro naturale e di aminoacidi, garantiscono il giusto apporto proteico, senza appesantire l’organismo con grassi potenzialmente nocivi e, inoltre, sono ricchi di fibra, a tutto vantaggio della salute. Come mai, allora, ci chiediamo, stentano ad affermarsi sulle nostre tavole? Che cosa manca? Forse quel pizzico di gusto in più che rende alcuni piatti unici e particolarmente appetibili.
Per trovare un efficace compromesso tra sapore e salute, bisogna promuovere una sorta di cosmopolitismo culinario, travalicando le tradizionali frontiere dei sapori nostrani e ispirandoci, anche in cucina, alle culture “altre”, per arricchire, oltre alla nostra mente, anche la nostra tavola. La farina di ceci, ad esempio, è usata spesso per preparare la “pita”, il gustoso pane arabo, con la farina di fagioli, invece, si prepara una pasta che non fa ingrassare. Vale la pena, dunque, di rivalutare i legumi, alimenti unici che, allo stesso tempo, paradossalmente, sconfiggono sia la fame sia l’obesità.
L’iniziativa della Fao ha avuto il merito di rilanciare alimenti che appartengono alla storia del nostro passato, proiettandoli, grazie a una corretta informazione, in un futuro caratterizzato da una maggiore consapevolezza alimentare e da una particolare attenzione a evitare gli sprechi, nella prospettiva di una produzione alimentare sostenibile.