IEO: un gruppo di studio per superare la diffidenza sulla cannabis
Un gruppo di studio multidisciplinare che possa studiare la cannabis per chiarirne gli effetti e superare la diffidenza che ancora aleggia intorno a questa sostanza in medicina. È l’idea dello IEO, l’Istituto Europeo di Oncologia, eccellenza milanese nel campo della ricerca e del trattamento del cancro.
Nonostante in Italia sia ormai legale curarsi con la cannabis dal 2007, ancora oggi sono diversi i problemi che rendono difficile la vita ai pazienti che potrebbero trarre giovamento da cannabis e derivati. Due su tutti: la carenza di materia prima che spesso costringe i malati a interrompere i propri piani terapeutici con conseguenze nefaste sulla loro salute, e la mancanza di medici preparati in materia che prescrivano la cannabis e seguano i pazienti in questo percorso.
Il gruppo multidisciplinare è composto da medici, farmacisti, farmacologi e ricercatori italiani particolarmente impegnati nello studio e nell’utilizzo clinico di cannabis a uso medico ed è coordinato da Vittorio Guardamagna, specialista in anestesia e rianimazione, direttore della divisione cure palliative e terapia del dolore allo Ieo.
«In Italia l’oppiofobia ha storicamente ostacolato lo sviluppo della terapia del dolore e soltanto conoscenza, cultura e leggi innovative ne hanno permesso la diffusione e l’utilizzo con grandi benefici per i pazienti», ha commentato il dottor Guardamagna puntualizzando che: «La cannabis sta vivendo un momento simile di difficoltà e diffidenza, nella ricerca, conoscenza e utilizzo clinico. Purtroppo ancora non si fa un distinguo chiaro e netto fra uso ludico e uso terapeutico. Per questo nuovi studi sugli effetti clinici dei farmaci a base di cannabis sono fondamentali per mettere in evidenza il valore terapeutico di questa sostanza. Vorremmo che tutti pazienti che ne hanno bisogno, abbiano accesso a questi potenti antidolorifici, senza dover peregrinare alla ricerca dei pochi centri in Italia che ne fanno uso. Il diritto a non soffrire è un diritto universale».
Il primo passo sarà quello di «identificare uno strumento idoneo alla raccolta e all’analisi di dati di utilizzo clinico e prescrittivo di cannabis ad uso medico attualmente in corso. A ciò verranno affiancati nel tempo percorsi di formazione e divulgazione», così da «porre il tema cannabis quale materia in ambito medico in continuo aggiornamento».