Giardinaggio

Idrocoltura: coltivare le piante senza terra

Perfetta anche per i pollici verdi inesperti, questa tecnica può dare un tocco nuovo e fresco alla casa

Pianta coltivata in idrocoltura

Uno degli errori più comuni di chi si cimenta nel giardinaggio è quello di dare troppa acqua alle piante ma grazie all’idrocoltura si potrà eliminare questo problema e rendere la coltivazione più semplice, soprattutto per chi ha poca dimestichezza. 

La coltivazione in acqua, chiamata appunto idrocoltura, prevede la crescita di una pianta senza terra: se necessario si può aggiungere un supporto per le radici – come l’argilla espansa ma anche sassolini, conchiglie, biglie di vetro ed elementi decorativi simili – che consente alla pianta di crescere in verticale. 

Inoltre questo tipo di coltivazione rende le piante molto decorative ed elimina il problema della sporcizia che la terra può dare. Le radici immerse nell’acqua, a cui vanno aggiunte le sostanze nutritive necessarie, rendono la pianta autosufficiente. Le sostanze nutritive di cui la pianta ha bisogno invece si possono trovare sotto forma di concime in granuli o liquido, in genere in entrambi i casi una dose dovrebbe essere sufficiente per circa 6 mesi.

COME INIZIARE 

Per coltivare le piante in acqua si può far radicare direttamente una talea in acqua oppure si può utilizzare una pianta coltivata in terra. In quest’ultimo caso bisogna avere cura di lavare sotto un getto d’acqua le radici e assicurarsi di aver eliminato ogni residuo di terra. Successivamente andrebbero tagliate le radici danneggiate durante la fase di lavaggio ma questo passaggio, da effettuare in primavera, è un po’ complicato e non tutte le piante lo tollerano. Per evitare spiacevoli sorprese, bisogna prima assicurarsi che la pianta scelta sia idonea.

Per l’idrocoltura si possono utilizzare due vasi, uno con i fori pieno di argilla espansa da inserire dentro un altro vaso senza fori che contiene acqua e soluzione nutritiva. Ma è più comune praticare l’idrocoltura, soprattutto casalinga, anche solo con acqua, utilizzando così solamente un vaso, preferibilmente di vetro. Questo permetterà di controllare il livello dell’acqua presente e di vedere le radici, ma anche di dare un tocco esotico alla casa donando freschezza.

Coltivare le piante in idrocoltura permette di avere numerosi vantaggi, tra i quali:

  • meno manutenzione;
  • metodo pulito;
  • risparmio d’acqua;
  • maggiore autonomia e minor rischio di sbagliare le irrigazioni;
  • crescita rapida;
  • minor rischio di contrarre malattie e incontrare parassiti.

Per questo tipo di coltura sono assolutamente vietati i recipienti metallici, in particolare di rame, che potrebbe mischiarsi all’acqua e risultare particolarmente tossico per le piante.

QUALI PIANTE SCEGLIERE?

Prima di capire le tipologie di piante più adatte per l’idrocoltura è consigliato, soprattutto per i principianti, partire dalle talee che si adattano più facilmente, evitando così ulteriori problemi e insuccessi.

Sicuramente tra le piante più adatte da coltivare in acqua ci sono le aromatiche come il rosmarino, le piante ornamentali come il ficus o il pothos, le piante da fiore come l’ibisco e l’anthurium. Ma anche le piante grasse, in particolare l’aloe e le crassulacee, che però necessitano di più attenzione visto che un eccessivo apporto di acqua le può danneggiare.
Infine ci sono le piante di origine tropicale come l’orchidea, perfetta per crescere in acqua.

Si consiglia, soprattutto all’inizio, l’utilizzo dell’acqua distillata anziché del rubinetto soprattutto se troppo calcarea. L’eccesso di calcare infatti potrebbe essere dannoso per la pianta. Infine per una sana crescita della pianta il vaso dovrà essere sempre pulito.

Le piante in idrocoltura richiedono scarsa manutenzione e allo stesso tempo sono un fresco elemento ornamentale: perfette per avere piante sane con il minimo sforzo!

A cura di Acirne



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