I tre ostacoli al progresso civile, morale e spirituale dell’uomo
Il male nel mondo si manifesta attraverso la violenza, l’ingiustizia, la malattia, la fame, l’ignoranza… Tutto ciò che si oppone al bene, all’armonia, al benessere, alla vita causa dolore fisico, mentale, spirituale e anche morte.
Tre sono gli ostacoli che maggiormente si oppongono allo sviluppo della cultura universalista, alla responsabilità dell’individuo verso se stesso e verso il destino collettivo: i mezzi d’informazione di massa al servizio delle grandi lobby agroalimentari-zootecniche; la medicina allopatica condizionata dall’industria chimico-farmaceutica e le religioni antropocentriche.
I mass media condizionano la mente della popolazione rendendo indispensabile ciò che nel corso dei millenni è sempre stato superfluo, spingendo la gente ad acquisire prodotti propagandati come utili, necessari e benefici mentre vanno a vantaggio delle lobby che rappresentano ma spesso a danno della salute delle persone e del pianeta. I mezzi d’informazione che dovrebbero essere al servizio del vero progresso culturale, morale e spirituale della popolazione, sono improntati a dare al popolo quello che il popolo chiede, non quello di cui ha realmente bisogno, favorendo in questo modo la società dell’apparenza, dell’esteriorità, del cattivo gusto. La disinformazione porta al condizionamento mentale, a modelli negativi, alla mancanza di senso critico: condizioni che impediscono la realizzazione integrale dell’uomo e di una società migliore. Quanto più un popolo è ignorante, affamato e bisognoso di protezione tanto più è vulnerabile e manovrabile.
La medicina convenzionale considera la malattia un fatto naturale, interviene sui sintomi senza rimuovere le cause della malattia: autorizzando implicitamente l’essere umano a persistere nei suoi errori alimentari, nei suoi cattivi stili di vita; tende ad assoggettare passivamente l’individuo alle cure mediche. La mancanza di autodeterminazione e di senso critico trovano terreno fertile nell’ignoranza, nell’accettazione passiva, nella rassegnazione e l’individuo tende a delegare ad altri la tutela del nostro bene fisico, mentale, emozionale e spirituale: tutto ciò che non responsabilizza l’individuo sugli effetti delle sue scelte favorisce la tirannide, l’assoggettamento e il dominio dei forti sui deboli.
La mancanza di sensibilità umana a mio avviso viene dalla cultura antropocentrica, diffusa in ogni latitudine, per la quale si ritiene che l’essere umano sia padrone assoluto di ogni altra forma di vita e consideri ogni essere non umano oggetto senza valore a suo uso e consumo. Questo lo inclina inevitabilmente all’idea della legge del più forte, al fine che giustifica i mezzi, al deprezzamento del valore della vita, all’insensibilità verso la sofferenza e la morte in senso lato e preclude al genere umano quei valori di compassione e condivisione imprescindibili per una società umana giusta, civile e solidale. Se gli umani avessero bontà d’animo, se fossero profondamente giusti e sensibili, la malvagità e la crudeltà di alcuni, le potenzialità dell’essere umano ad uccidere, a rapinare, a schiavizzare, a far soffrire deliberatamente, sarebbero limitate ai soli casi di improvvisa follia e certamente si porrebbero le basi per un mondo migliore.
Se ciò che rende l’uomo capace di far del male, di usare violenza, di compiere delitti di qualsiasi natura, è la mancanza di compassione, l’incapacità di immedesimarsi nella vittima e di condividerne il dolore, nulla come la strisciante mentalità antropocentrica inclina l’essere umano all’indifferenza verso le necessità vitali dell’altro e lo abitua alla sonnolenza, all’accettazione passiva della guerra, alla morte per fame e malattie di 50 milioni di persone nel mondo, all’uccisione di oltre 50 miliardi di animali l’anno nei campi di sterminio-mattatoi, allo sterminio di miliardi di animali con la caccia e la pesca…
Questo è ciò che rallenta, ostacola il vero progresso integrale dell’uomo.
Franco Libero Manco