I membri di 5 partiti e oltre 10mila firme a sostegno dell’autoproduzione di cannabis
Nella conferenza stampa organizzata ieri da Meglio Legale a Montecitorio sono intervenuti i rappresentati di ben 5 partiti, a favore della legge che legalizzerebbe l’autoproduzione di cannabis. I membri del PD, del M5S, di Italia Viva, Più Europa/Radicali ed ECO sono infatti intervenuti alla conferenza dichiarandosi favorevoli all’approvazione della legge. E l’ottima notizia è che insieme, i parlamentari di questi partiti avrebbero la maggioranza in Commissione Giustizia per approvare la legalizzazione dell’autoproduzione.
Ieri infatti, come raccontano da Meglio Legale, “gli Onorevoli facenti parte della Commissione Giustizia Walter Verini (PD); Andrea Cecconi (Facciamo ECO), Riccardo Magi (+Europa/Radicali/Azione) – primo firmatario della proposta -, Eugenio Saitta (M5S), Catello Vitiello (Italia Viva); Antonella Soldo, coordinatrice Meglio Legale; Jasmine Cristallo, referente movimento Sardine e Marco Perduca, membro dell’Associazione Luca Coscioni. In sala anche l’On. Giuditta Pini (PD) che in passato ha spesso sostenuto temi di regolamentazione riguardanti gli stupefacenti”.
Il presidente della Commissione Mario Perantoni, che aveva già sottoscritto l’appello e non è potuto intervenire alla conferenza, ha mandato il proprio messaggio: “Non si può continuare a restare sordi e ingabbiati in retaggi culturali lontani dalla realtà. Come loro rappresentanti, abbiamo il dovere di dare una risposta alle richieste troppo a lungo inascoltate dei cittadini, superando pregiudizi e dogmatismi di sorta”.
Molto più “pratica” la posizione del procuratore nazionale antimafia Cafiero de Raho, che, in qualità di esperto audito in Commissione aveva sottolineato che: “La coltivazione a uso personale ridurrebbe la necessità per il consumatore di droghe leggere di rivolgersi alla manovalanza criminale, togliendo alla criminalità organizzata una fetta di mercato”.
Il punto generale durante la conferenza l’ha fatto Antonella Soldo, portavoce della campagna, puntualizzando che: “La cannabis il Italia riguarda oltre 80% dei sequestri, mentre sostanze anche più pericolose vengono sequestrate per lo 0,8% del totale. Questo vuol dire che non abbiamo uomini, mezzi e risorse per mettere in atto una guerra alla droga che sia tale; chiediamo ai parlamentari di fare quello per cui sono stati eletti e non rimandare ai tribunali le scelte che non si ha il coraggio di fare”.
Il riferimento è alle diverse sentenze che hanno di fatto aperto alla coltivazione di cannabis per uso personale, mentre la politica è rimasta a guardare. La più evidente resta quella delle sezioni penali unite della Cassazione del 2019, secondo la quale, a determinate condizioni, la coltivazione di cannabis per uso personale non può essere considerata un reato. Ma in un Paese civile non possono e non devono essere i tribunali a dettare l’agenda politica: serve che le istituzioni si assumano le proprie responsabilità e, con coraggio, diano delle risposte ai cittadini.
I politici favorevoli all’autoproduzione
Durante la conferenza Eugenio Saitta del M5S ha ribadito la presenza e l’interesse del movimento a portare avanti questa discussione per trovare un punto di incontro concreto. Anche Walter Verini, del PD, ha incoraggiato l’iter del provvedimento Magi: “Penso che ogni politica proibizionista sia sbagliata e inefficace. Sono per un riformismo positivo, lavoriamo per trovare alleanze”. Una posizione ribadita anche da Catello Vitiello di Italia Viva mentre Andrea Cecconi del gruppo Facciamo ECO ha sottolineato, da operatore sanitario, come chi veramente frequenta e conosce i centri di assistenza per tossicodipendenti sa che “non sono il luogo giusto per riabilitare chi, sostanzialmente, ha una patologia, anche se ha commesso un reato”.
“Non è la legalizzazione tout court che ci piacerebbe, ma sarebbe un primo passo importante”, ha spiegato infine Riccardo Magi, convinto che se le forze politiche che hanno partecipato votassero insieme, “i numeri ci sarebbero”. Poi ha aggiunto che: “Nel nostro paese in 7 casi su 10 si finisce in carcere per fatti di lieve entità: un dato che ci deve portare a riflettere. Per uscirne è necessario rafforzare il fatto di lieve entità rendendolo fattispecie autonoma, diminuire la pena distinguendo per la tipologia di sostanze in modo da evitare l’arresto in flagranza e, sopratutto, consentire agli italiani di coltivare in libertà questa pianta, quando si tratta di uso personale, così come hanno indicato le sentenze delle sezioni unite della Cassazione”.
Oltre ai parlamentari, sono intervenuti anche due referenti delle molte associazioni che hanno sottoscritto l’appello: Marco Perduca dell’Associazione Luca Coscioni e Jasmine Cristallo, referente movimento Sardine, che ha detto: “Dobbiamo limitare i danni e gli abusi del sistema repressivo e proibizionista. Questo è un tema che coinvolge tutti, riguarda me come cittadina, come madre di una giovane donna. Ci sono motivazioni economiche, legali ma soprattutto etiche. Il proibizionismo ha ingannato il dibattito, è un fenomeno che riguarda 6 milioni di cittadini e come tale riguarda anche noi”.
Per firmare l’appello per la legalizzazione dell’autoproduzione di cannabis vai sul sito www.iocoltivo.eu