I have marijuana – David Peel
Questo album in pieno ’68 nasce nel Lower East Side, New York, ed è fatto di allucinazioni canore e dissidenti politici. Un album sicuramente underground che attinge dalla metropoli e dalla scena della pop art. Sono gli anni in cui Bob Dylan lasciava le invettive politiche per abbracciare le canzoni d’amore. Questa scelta di Dylan fu la causa scatenante che mosse un gruppo di persone a presentarsi davanti a casa sua per definirlo un traditore per aver accettato la borghesia tipica americana.
Tra questi contestatori c’era David Peel, un giovane cantastorie che amava circondarsi di barboni e che cantava tutto quello che l’America non voleva ascoltare. L’album “Have a Marijuana” fu registrato per strada ed è fatto di urla inconsulte, progressioni folk, sonagli e bonghi accompagnati dalla voce sgraziata di Peel e dalla sua rabbiosa chitarra. Una visione della musica ubriaca, strascicata che però per alcuni sta all’inizio della generazione punk. Un esempio di anarchia concettuale e di rigetto della società che si stacca da qualunque forma commerciale per dedicarsi solamente alla cruda improvvisazione.
a cura di Maurizio Bongioanni