I growshop italiani uniti per fermare l’emendamento che vuole rendere illegali i semi di cannabis
Il Coordinamento nazionale dei grow shop si è attivato per disinnescare l’operazione di messa fuorilegge dei semi di cannabis, messa in opera da un emendamento al ddl sulla canapa industriale depositato al Senato da Marcello Gualdani, del partito Area Popolare (Nuovo Centro-Destra) che propone di vietare «la vendita o la cessione, anche attraverso internet e a qualsiasi titolo, nonché l’acquisto, la detenzione, il possesso, la coltivazione e la produzione di sementi di canapa di qualsiasi varietà che non siano regolarmente certificate».
L’obiettivo è quello di ottenere da parte del Ministero dell’Agricoltura il parere negativo verso l’emendamento, fattore che impegnerebbe di fatto i senatori della maggioranza a votare contro la proposta di Gualdani. «Il coordinatore dell’intergruppo “Cannabis legale” Benedetto Della Vedova si è già attivato insieme ad altri senatori per fermare questo tentativo – spiega Luca Marola, del Coordinamento dei grow shop – siamo fiduciosi sul fatto che la loro iniziativa potrà neutralizzare l’approvazione di questo emendamento che non è, giova ricordarlo, di origine ministeriale o governativa ma in capo alla libera potestà del singolo parlamentare».
Lo stesso Ministero dell’Agricoltura si era espresso poche settimane fa, raccomandando che «la messa in commercio, dietro corrispettivo, di piccole quantità di semi di canapa di varietà non certificate, anche in presenza di dicitura “campione gratuito non destinato alla vendita”, dovrebbe essere configurato come un illecito amministrativo». Ma, come era stato spiegato a Dolce Vita in una mail: «tale emendamento non sarà accolto nel disegno di legge ora in discussione al Senato trattandosi di materia non direttamente attinente allo scopo del DDL». In pratica, il ministero raccomandava di rendere illegali tutti i semi di cannabis non certificati, ma specificava che non sarebbe stato possibile introdurre la norma all’interno della legge sulla canapa industriale attualmente in discussione. Proprio ciò che invece ha fatto il senatore di Area Popolare.