Shantibaba's bag of dreams

I fondamenti del breeding

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La coltivazione è un processo complicato che richiede la conoscenza delle sottili complessità che contribuiscono alla genetica di una pianta, dei composti chimici e il riconoscimento del sesso. Inoltre richiede un sesto senso nell’ideazione del sapore dell’aroma, dell’effetto, della forma, della dimensione e della resistenza alle malattie.

Se da una parte non è possibile insegnare a una persona ad osservare le sfaccettature di una pianta, è possibile spiegare gli aspetti che mi hanno aiutato ad imparare, combinare e creare ceppi eccellenti e ibridi di tipo F1.

I terpeni costituiscono i principali componenti della resina e della trementina prodotta dalla resina. Il nome “terpene” deriva appunto dalla parola “trementina”. Oltre a rappresentare un elemento fondamentale in molti prodotti finiti, i terpeni sono i principali elementi biosintetici presenti in quasi tutte le creature viventi.
I terpeni sono gli idrocarburi presenti in tutte le piante. Hanno rappresentato la mia guida principale e lo strumento di osservazione più utile, da quando è stato possibile effettuare test in laboratorio.

Nonostante la scienza non sia ancora al punto per dimostrare come le unità di aroma e concentrazione di ogni terpene si combinino, sembra che oggi (grazie ai test di laboratorio e al profiling dei terpeni) si possa dimostrare sulla carta, quello che fino ad ora era stato dimostrato solo da piante viventi.

Personalmente, ho la sensazione innata e profonda che il profilo dei terpeni di una pianta sarà la chiave per identificare una specie di cannabis e tracciarne le linee parentali, nonché la mappatura del DNA delle piante. Pertanto la conoscenza di aromi e terpeni nelle loro unità di base è un buon punto di partenza su cui lavorare per ogni coltivatore.

Ci sono centinaia di terpeni differenti presenti in natura sugli alberi, fiori, frutti, steli, noci ecc. e alcuni di questi idrocarburi aromatici hanno dimostrato di interagire sinergicamente con i cannabinoidi, dimostrando che influenzano tutta una serie di malattie. Vivendo nelle piante, i terpeni vegetali agiscono come protezione naturale da batteri, funghi e altre sollecitazioni provocate dalla natura. Il Limonene, ad esempio, è noto per avere proprietà antibatteriche, anti-depressive, e anti-cancerogene, oltre alle proprietà rilassanti. Un altro terpene, responsabile dell’attivazione del recettore CB2 è il Beta Cariofillene o ‘BCP’: non psicoattivo, si comporta da anti-infiammatorio ma poiché si lega bene ad un recettore cannabinoide è considerato un cannabinoide. È quindi evidente che è necessario ancora molto lavoro per capire ed utilizzare i terpeni come strumento di coltivazione.

Quando controllo le linee parentali nel profiling dei terpeni, riesco a vedere chiaramente le aree influenzate dalla femmina e quelle influenzate dal maschio, solamente attraverso l’osservazione dei terpeni. Osservare le linee pure disponibili e le aree geografiche favorevoli alla crescita della cannabis e le variazioni climatiche, è estremamente importante per capire la provenienza dello strain o dell’ibrido che stiamo per creare.

La Cannabis Sativa si trova soprattutto nelle zone del mondo più vicine all’equatore. I climi sono caldi, umidi e, in generale, con 12 ore o meno di luce solare al giorno. Queste piante, coltivate nel terreno, sono alte e con grappoli di fiori soffici e con aromi dolci, come l’ananas, speziati e mentolati. Le foglie sono lunghe e sottili ed il rapporto tra i fiori e le foglie è elevato a causa della pioggia torrenziale e la lisciviazione del terreno; inoltre la Cannabis Sativa cresce nelle zone a basso contenuto di nutrienti. Solitamente la maggior parte delle qualità di sativa coltivate in terra che sopravvivono sono resistenti ed estremamente lunghe e con effetti più celebrali. Queste piante hanno periodi di fioritura lunghi e crescono su forti steli fibrosi. Le qualità di Cannabis Indica di solito provengono da aree situate più o meno 30 gradi sopra l’equatore. Queste aree sono più fredde e più secche e con periodi di fioritura più brevi. L’altezza delle piante è minore e la pianta è più piccola e compatta, simile in un certo senso ad un albero di Natale in miniatura. Le cime risultano più compatte e dense.

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La muffa è una minaccia, quindi la coltivazione in terra è più veloce per arrivare alla fioritura completa e le piante risultano più piccole e tozze. La varietà degli aromi è solitamente più fruttata, ricordando le bacche e i frutti di bosco con il sapore forte e ricco della foresta. L’effetto è più narcotico ed il sapore è pieno: le piante di questa categoria hanno uno sballo molto potente. Sicuramente ci sono sempre delle eccezioni e delle piacevoli sorprese. La Cannabis Indica ha foglie più grasse simili a quelle dell’acero giapponese. I colori dei pistilli sono rosso, marrone e giallo.

Esiste una terza categoria, denominata Cannabis Ruderalis. Generalmente è maggiormente utilizzata per gli strain autofiorenti. Potrebbe essere più difficile identificarla da parte dei coltivatori. Si tratta di una combinazione degli elementi presenti nell’indica e nella sativa ma solitamente presenta un più basso contenuto di cannabinoidi, molto veloce a fiorire e utilizzata sia per la coltura da seme sia per la produzione del tessuto per l’abbigliamento. Può crescere in tutte le condizioni climatiche ed ha una lunga storia per quanto riguarda il cibo, il tessuto e la produzione di corda. In questa qualità sono presenti cannabinoidi, terpeni e flavinoidi ma in minore concentrazione, in generale, rispetto alla cannabis sativa e all’indica.

La conoscenza di questi fattori di base a proposito dei ceppi esistenti e il mio sguardo di coltivatore mi hanno permesso di riconoscere i ceppi di cannabis più influenti che ho visto svilupparsi fino ad oggi e che sono provenienti dai seguenti paesi:
1. Afghanistan
2. Thailandia/Cambogia
3. Messico
4. Jamaica
5. India
6. Nepal
7. Sud Africa/Congo
8. Pakistan
9. Turchia/Libano
10. Brasile/Colombia


Poiché questi ceppi sono stati prelevati e spostati in posti come l’Australia, il Canada, gli Stati Uniti, il Regno Unito e l’Olanda, dagli anni ’60 e fino alla fine degli anni ’80 si è verificato il fenomeno dell’ibridazione e sono nate nuove creazioni.

Attraverso la selezione naturale delle piante e a causa delle condizioni e variazioni climatiche, si è creata una grande varietà di miscele. Un po’ come la popolazione umana la quale si è mescolata e incrociata creando nuovi colori della pelle, nuove strutture ossee ecc., le piante sono state selezionate per le loro caratteristiche particolari che meglio si adattano ad aree specifiche.

I veri incroci tra le piante sono iniziati con i viaggiatori moderni che raccoglievano sementi durante le loro spedizioni. Molti di questi, una volta tornati nei loro paesi di provenienza, selezionavano maschi e femmine di diverse razze combinandole per creare ibridi e facendo incrociare questi ibridi tra loro fino a quando non stabilizzavano una qualità secondo i loro gusti. È l’origine dell’agricoltura moderna e dei capisaldi della cannabis che restano gli stessi oggi, come 30 anni fa:
1. Skunk
2. Haze
3. Northern Light
4. Kush
5. Widow
6. Afghan

Il mio metodo di pre-selezione consisteva nel comprendere e visualizzare il gusto e l’aspetto della pianta, tramite i fiori secchi. In questo modo avevo, ad esempio, 5 grammi di fiori secchi di ogni qualità, e cercavo di combinare i sapori unendo 50% di Nothern Light, 25% di Haze e 25% di Skunk, tritandole insieme per combinarne i sapori. Quello ottenuto non corrispondeva al 100% con il vero sapore finale ma avevo un’idea molto vicina alla realtà del risultato che avrei ottenuto. Posso comunque dire che in molti casi corrispondeva quasi fedelmente!

Una volta trovata la combinazione per i genitori e aver testato la progenie S1, è solo una questione di numeri per capire quale pianta maschio sia può accoppiare con la pianta madre per ottenere sempre lo stesso risultato. Il mantenimento di queste piante madri e padri, rappresenta ora la mia “biblioteca” di piante.

Sono necessari tempo, pazienza e un sacco di test per ottenere i risultati ricercati, ma una volta trovata la combinazione, le piante madri continueranno a fare il loro lavoro, giorno dopo giorno, a patto che siano tenute in condizioni favorevoli in un’apposita stanza.

Dalla fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, i multi-ibridi rappresentano più la norma che l’eccezione poiché la maggior parte delle piante originali sono state mescolate nel corso degli ultimi 100 anni a causa del commercio e dei viaggi. Per essere onesti, una razza pura e originale di un’area specifica è più una fantasia che una realtà per i coltivatori moderni.

Detto questo, ricordo di una conversazione con Rob Clarke relativa a dove possano ancora esistere razze pure e originali; abbiamo convenuto che, forse, nelle zone a nord di Calcutta e nelle aree tribali di Assam e Nagaland potrebbe trovarsi ancora qualche specie pura. Forse anche nelle zone più remote dell’Africa si potrebbe avere qualche sorpresa ma è più un sogno che un’idea verificata, a differenza di 30 anni fa.

Le seed bank che hanno basato il loro lavoro sulla raccolta e la selezione delle razze pure, dovrebbero avere linee parentali pure. Quelle aziende, invece, che lavorano solo con ibridi e che producono solo semi femminizzati probabilmente non hanno linee parentali pure e possono contare solo sul polline prodotto chimicamente, che limita lo sviluppo dello strain. Le seed bank che sono ancora alla ricerca di razze pure dovrebbero mettere in guardia il coltivatore esperto che dovrebbe capire di poter fare un lavoro migliore da sé.

La selezione delle piante è una dimensione astratta che ha bisogno del funzionamento armonico di tutti i 5 sensi per capire le complessità e le sottigliezze di un fiore… Eppure sembra tutto cosi semplice per Madre Natura!

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La conoscenza dei ceppi dominanti, delle combinazioni genetiche e delle permutazioni è fondamentale per percorrere questo cammino con successo.

Cose come aromi, terpeni, flavonoidi, cannabinoidi, rendimenti, altezze, spessore dello stelo, struttura delle foglie, colore dei pistilli, effetti sul corpo, colore e dimensione dei semi, densità delle cime, periodo di vegetativa e di fioritura, tempo di essiccatura… Sono tutti fattori che devono essere considerati con un approccio olistico per la riproduzione.

Inevitabilmente si faranno molti errori prima di raggiungere l’obiettivo ma se siete abbastanza pazienti e perseverate, arriverà il momento in cui i tratti si sincronizzano e allineano… Eureka!



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