I Diavoli (The Devils) – Ken Russel
Un impasto di sacrilegio e di oscenità, di orrori e di perfidie, servito caldo dal regista Ken Russell con una bravura spettacolare pari soltanto alla speculazione commerciale cui si è prestato. Mai, infatti, il cinema aveva raggiunto come ne I Diavoli, tratto dal romanzo di Aldous Huxley, a sua volta ispirato a una larga tradizione storica e letteraria, una tale violenza nell’ordine della polemica contro la Chiesa; mai le infamie della caccia alle streghe erano state rievocate con tanta voluttà di sadismo; mai la nostra civiltà permissiva aveva condotto, in un film per le grandi platee, a tale profanazione dei simboli sacri.
Il film è ambientato nella Francia del Seicento nel clima infuocato delle guerre di religione, quando Richelieu, perseguendo il suo disegno di una politica accentratrice, cerca di convincere il fatuo Luigi XIII a soffocare le velleità autonomiste delle piccole città di provincia. Tra calunnie, falsi processi, torture ed esorcismi il potere accentratore con l’aiuto della Chiesa abbatte ogni resistenza per imporre il proprio disegno. Che il film I diavoli, dietro la facciata della ricostruzione storica, sia tutto un discorso sull’oggi, sulla violenza esercitata dai poteri centrali nei confronti dei popoli che rifiutano la dottrina della sovranità limitata è assolutamente evidente. E chiarissimo è l’aggancio fra le torture che la Chiesa praticava nel Seicento, in appoggio alla politica del braccio secolare, e quelle che tutt’oggi infamano certi regimi autoritari.