I danni della Fini-Giovanardi, la storia di Riccardo
Mi chiamo Riccardo, nato a Bologna e cresciuto in una famiglia di testimoni di Geova. Un ambiente severo e proibizionista perché era ciò che la religione insegnava e questo non ha fatto altro che alimentare in me la curiosità per il proibito, fin da quando ero piccolo. A 14 anni ho cominciato a distaccarmi da quel mondo di regole e di imposizioni iniziando a provare alcolici e sostanze chimiche, per noia o forse perché a quell’età ero una testa calda. I miei genitori si separarono ed io andai a vivere con mia madre. Da qui iniziarono i miei problemi più seri e i primi colloqui con psicologi e assistenti sociali. Iniziai a fumare eroina, incurante dei pericoli anche perché ero un po’ stupido e in pochi mesi mi accorsi di non riuscire più a farne a meno, era il mio corpo a chiedermelo: persi il senso della vita del quale già ero incerto. Dopo 3 anni riuscii a smettere ma al posto dell’eroina divenni dipendente dal metadone. A un certo punto decisi di voler cominciare a scalare il farmaco perché volevo essere libero di vivere e non legato a questa droga sintetica. Quando finiva l’effetto del metadone, infatti, mi venivano dolori diversi tra cui nausea, dolori a ossa e nervi, capii che l’astinenza da metadone era anche più dolorosa di quella da eroina.
Iniziai a fumare e in poco tempo l’assunzione di canapa mi aiutò ad alleviare tutte queste brutte sensazioni consentendomi di scalare il metadone da 80ml fino ai 10ml che prendo tuttora. Nel 2011 decisi di coltivare alcune piantine perché non volevo né fumare lo schifo di strada tagliato con ogni porcheria, né arricchire mafie e criminalità organizzata. La tranquillità però durò poco, mentre stavo facendo il raccolto arrivarono i carabinieri e mi arrestarono. Fui mandato a processo e il giudice vista la banalità del fatto mi condannò al solo obbligo di firma. Io non l’ho mai venduta, era esclusivamente per uso personale. Sono una persona paranoica, ansiosa e nervosa e questa pianta mi calma e mi aiuta a vedere le cose in un altro modo, migliore e più sereno.
Quest’anno ne ho coltivate altre con tanta fatica, nascondendo tutto come se fosse realmente una cosa brutta, come fosse un crimine far nascere e crescere una pianta. Ancora una volta mi hanno portato via il mio lavoro, il mio hobby e la mia unica passione. I carabinieri della mia zona pur sapendo che non sono un criminale continuano a pedinarmi anche quando vado a firmare, trovano scuse per entrarmi in casa. Vivo continuamente con l’ansia che possano rientrarmi in casa e con qualsiasi scusa portarmi in caserma. Io coltivo erba solo per provare a migliorare la mia qualità di vita, per stare tranquillo e in pace con me e con chi mi sta intorno, ma le cose belle non durano mai abbastanza. Non sono mai stato un santo ma non sono neanche un criminale… di questo sono certo.
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