I Cannabis Social Club forzano la legge in Francia
Sono dirigenti d’impresa, educatori specializzati, universitari, e producono da soli la cannabis che fumano, con lo scopo di “invertire la proibizione”. Sono per l’uso moderato e regolamento della marijuana senza negarne il pericolo, soprattutto per i giovani. Per fare questo hanno copiato un modello che esiste da più di venti anni in Spagna: il Cannabis Social Club (CSC). Associazioni senza scopo di lucro, sono 425 sull’insieme del territorio francese.
Il principio è semplice: si pagano le spese di istituzione con il proprio consumo, e si mette mano alle proprie tasche per incrementare le piantagioni. Secondo Dominique Broc, leader del movimento in Francia, il fenomeno oggi riguarda tra i 5.000 e 7.500 consumatori.
“Confidenza”. I CSC hanno un regolamento interno preciso in modo che nessun aderente finisca per vendere grazie alla copertura e screditi, per questo, l’insieme del movimento. “Io sto attento che i club non vadano mai oltre i 20 membri. Le adesioni si fanno solo per cooptazione -dice Broc-. I CSC devono rimanere circoscritti a dei circoli di amici o conoscenti”.
Statuto. Nel contempo Dominique Broc valuta che una repressione “sarebbe insostenibile per il Governo”. Per tre ragioni: “Prima di tutto perché, nell’ambito della maggior parte, ci sono molti sostenitori della depenalizzazione. In seguito perché noi auto-coltiviamo della cannabis per non doverci rivolgere al mercato nero, che ha un prodotto spesso tagliato col piombo o lana di vetro, situazione molto pericolosa per la salute. Infine perché l’obiettivo dei CSC non è incentivare i consumi. Noi contiamo di avere un peso nel dibattito sulla prevenzione e la riduzione dei danni”.
Desideroso di uscire definitivamente dalla clandestinità. Dominique Broc sta per depositare, il 4 marzo alla Prefettura di Tours, lo statuto della Fédération des Cannabis Social Clubs Français. Se non ci sarà nessuna reazione da parte della polizia, riterrà che si sarà di fronte a tolleranza e tutti i CSC della Francia faranno lo stesso il 25 marzo.
Inalare. Al CSC di Tours, si è impegnati anche per porre fine allo spinello tradizionale. Rimpiazzato ormai da dei vaporizzatori che permettono di inalare la cannabis. “Come quando si smette con la dipendenza dal tabacco e non si soffre più degli effetti della combustione. I modi di consumare evolvono positivamente, evitando quegli stereotipi sui fumatori di cannabis che li mostrano come apatici e dediti ad una vita dura. E’ un’intera generazione che vive ormai con la cannabis”.
fonte: aduc.it