Howard Marks: più di un grande amico, uno splendido gentiluomo
Se pensate alle probabilità e alle coincidenze legate alla vita e alla morte e al percorso che c’è tra l’una e l’altra, è un regalo di proporzioni cosmiche quello di essere stato messo al mondo nello stesso periodo di Howard Marks e per questo sono riconoscente.
Ho la passione per la coltivazione della cannabis e ho avuto la fortuna ed il coraggio di prendere alcune decisioni forti in giovane età che mi hanno portato a seguire la mia passione. Lungo il mio cammino ho incontrato persone buone, cattive e sgradevoli ma ho anche incontrato alcuni tra i più importanti personaggi di questo tempo. Non solo ho avuto la fortuna di incontrare molti di questi personaggi, ma ero abbastanza privilegiato e abbastanza esperto per poter lavorare con la maggior parte dei migliori in questo settore dalle origini fino ad oggi. In gran parte questo è rappresentato dalla mia collaborazione con Howard Marks per Mr. Nice Seed Bank e CBD Crew.
Howard era il diplomatico più eloquente che l’industria della cannabis abbia mai avuto!
Il mio primo incontro con Howard è avvenuto nel 1996 presso l’High Times Cannabis Cup di Amsterdam. Sapevo molto poco di lui prima. Quest’uomo piuttosto affascinante e malizioso è venuto verso di me dopo la premiazione chiedendomi se volevo una birra, ed ho accettato. Abbiamo parlato a lungo ed ero colpito dal suo meraviglioso modo di esprimersi e dal suo accento gallese; così abbiamo bevuto diverse birre, assaporando lo strain vincitore di quell’edizione, l’esemplare n°215 che si è poi rivelato essere un omaggio a Dennis Perone che abbiamo rinominato White Rhino e che adesso chiamiamo Medicine Man alla Mr. Nice Seed Bank.
Come è giusto che sia abbiamo iniziato il nostro rapporto con un tributo alla cannabis medica. Ricordo una telefonata nel pieno della notte con Howard, ridendo come i bambini a scuola, mi chiese direttamente se c’era qualche possibilità che un vecchio tipo come lui potesse lavorare con un giovane ragazzo come me… Anche se sono Australiano. Mi ricordo che gli risposi che dopo avermi raccontato chi era e cosa aveva fatto in passato, forse quella non era la migliore idea per noi, visto che io ero ancora invisibile in questo mondo o almeno così credevo.
Nel corso degli anni successivi, il nostro legame personale è sfociato in una forte amicizia e abbiamo colto ogni occasione per passare del tempo insieme e per incasinarci insieme. Ciò che ci legava era il fatto che entrambi fossimo andati all’università e che fossimo usciti scegliendo quale fosse il nostro cammino, al contrario di quelle che erano le previsioni per noi. Parliamoci chiaro, Howard era originario di una città di minatori del Galles, e io sono cresciuto a Melbourne, in Australia ed entrambi sono posti dove la cannabis è tuttora illegale, quindi non è usuale crescere con l’idea di diventare coltivatore o trafficante, questi lavori risultano tuttora indesiderabili. Tuttavia è stato il collante che ha cementato la nostra amicizia.
E poi, una cosa tira l’altra e quando ho lasciato l’Olanda dopo la High Times Cannabis Cup del 1998 per spostarmi in Svizzera, nel 1999, l’ultima cosa che ho fatto è stata registrare l’azienda Mr. Nice Seed Company come azienda olandese, così come Mark aveva richiesto. Abbiamo poi invitato Nevil, un famoso breeder di origini australiane, che ha prodotto quattro strain per Mr. Nice Seed Bank mentre io ne ho aggiunti altri 8 e gestivo la produzione dei semi di tutte e 12 le varietà.
Di certo, tra Nevil e me avevamo tutti gli strumenti e le conoscenze per creare qualsiasi tipo di strain, quindi il futuro ci appariva roseo, soprattutto con Howard alla guida come portavoce della società.
Ricordo che Howard nel 2001 venne in Ticino e lo portai, insieme ad un amico, a visitare la nostra piantagione che contava 60mila piante: 20mila outdoor e 40mila in serra in un sistema completamente automatizzato. Un sogno che diventava realtà! Mentre facevamo il giro, chiesi al mio amico di filmare me e Howard nel momento in cui camminavamo fumando uno spinello nella serra e discutendo del nostro raccolto, così rollai in fretta uno spinello e lo passai ad Howard che lo accese. Era settembre e le piante erano a 6 settimane di fioritura e camminando sembrava che fossimo immersi in un mare di cannabis, solo la testa spuntava fuori.
Così, iniziammo la nostra passeggiata nella serra scambiandoci la canna ogni 3/4 tiri. Il mio amico stava continuando a filmare e prima che ci rendessimo conto che avrebbe potuto sentirci discutere di faccende private, ci accorgemmo che eravamo stati inghiottiti da questo mare di piante e che l’unica cosa che avrebbe potuto vedere erano le mani che si passavano la canna, fino a quando non siamo riemersi come due surfisti, con le mani appiccicose e un profumo incredibile di Critical Mass, di fronte al mio amico che ha continuato a filmare. Scoppiamo tutti in una fragorosa risata e, ancora oggi, continuo a mantenere questo segmento nella mia collezione privata da riguardare quando mi sento un po’ giù.
Io e Howard abbiamo fatto 6 o 7 viaggi insieme per partecipare agli eventi e alle fiere a cui ci invitavano. Nel corso degli anni, sia Howard che io abbiamo creato buoni rapporti con molte persone nel settore della cannabis e ancora oggi sono buoni amici. La gente amava l’integrità che Howard trasudava ed i toni melodiosi della sua voce ipnotica con parole che sembravano massaggiarti il cervello quando lo ascoltavi. Howard influenzava i più giovani e gli adulti allo stesso modo, lasciando tutti con il sorriso stampato in faccia. Era contagioso e, grazie a lui, ho visto diverse cose folli e incredibili fatte dai fan che mi hanno fatto capire cos’è lo stalking! Le donne più anziane si avvicinavano al nostro stand come se fossimo i Beatles, ridacchiando per chiedere ad Howard un autografo sul seno! Cose che normalmente non accadono nel settore della cannabis, erano possibili con Howard Marks che però manteneva sempre la sua gentilezza e la sua pacata diplomazia sostenendo l’uso responsabile delle droghe. Nessun altro avrebbe potuto fare il suo lavoro con tanta grazia e stile diventando il Keith Richard della cannabis. Lo so perché ero accanto a lui quando queste cose sono successe.
Il segreto di Howard e delle sue maniere all’antica era quello di avere una forte etica del lavoro, come Andy Warhol: non importava da quante notti non dormiva o dallo stato in cui si trovava, se c’era un meeting, un incontro di lavoro o una conferenza alla quale doveva parlare, trattava il proprio lavoro come un vangelo cercando sempre di essere equo e di rispettare i suoi impegni. È una caratteristica che ho anche io, però Howard era intransigente riguardo alle sue responsabilità e molto attento a soddisfare il pubblico davanti al quale era chiamato a parlare, adattando i suoi discorsi in base alle circostanze e al tipo di audience.
L’ho accompagnato al Museo di Greenwich quando è andato a leggere storie per bambini, alla Cannabis Cup in Spagna, ad una conferenza sulla cannabis medica a Praga e in tutte queste circostanze si è comportato come un vero professionista e il pubblico ha dimostrato la propria ammirazione con standing ovation e una fila per gli autografi lunga almeno 50 metri. Tutto questo per il timido bad boy della cannabis. Come Howard mi ha sempre detto, lui non ha creato la domanda, ha semplicemente soddisfatto la domanda che era già presente.
Howard appartiene alla generazione X (1960-1980) ovvero quella cresciuta consumando droga e sentendosi fiera delle proprie esperienze psicoattive e del nuovo stato mentale provocato dall’uso di droghe. Egli però essendo un laureato, con forti valori etici e buone maniere, ha operato la transizione verso la libertà e l’ignoto piuttosto che verso la più scontata classe media.
Ha sdrammatizzato l’uso di droghe e il fatto che alla gente piacesse farne uso, in un periodo durante il quale la maggior parte delle persone prevedeva per noi, consumatori di cannabis, la stessa fine di Sodoma e Gomorra. Sosteneva tutti i suoi discorsi con un sorriso e una passione incredibile, rendeva felici coloro che incontrava.
Il nostro ultimo progetto insieme, e anche quello più coinvolgente per la gente implicata è stato quello di creare CBD Crew: una fusione tra Resin e Mr. Nice Seed Bank con l’obiettivo di arricchire gli strain in CBD in modo da fornire ai pazienti ciò che non possono ottenere in maniera legale tramite lo Stato nella maggior parte del mondo.
Howard ha assunto il ruolo di portavoce del nostro progetto dopo che Jorge Cervantes gli passò lo scettro nel 2009. CBD Crew è ora cresciuta e sta aiutando pazienti con malattie di diverso tipo: dal glaucoma alla sclerosi multipla, dal cancro ai problemi di tiroide. Howard ed io abbiamo preso molto seriamente il progetto di CBD Crew perché sapevamo che avremmo potuto aiutare molte persone, visti i risultati ottenuti sui nostri amici e conoscenti. Come abbiamo sempre pensato questa pianta guarisce la gente ed è per questo che ci ha reso persone migliori.
È sempre stata la premessa di base della nostra esistenza in questo lavoro e per la nostra azienda e, raggiungere finalmente questo livello nella nostra vita, è stata l’ennesima conferma che avevamo collaborato per un obiettivo più grande di noi. Anche quando sembrava che 1+1 facesse 3, non ci siamo mai fermati, perché sapevamo che stavamo percorrendo la strada giusta, non per arroganza ma piuttosto sulla base delle nostre esperienze di vita. Howard Marks è stato il mio migliore amico e il partner lavorativo più produttivo che chiunque possa desiderare. Ha vissuto sulla strada e sempre con la valigia, proprio come lo sciamano che diffonde il verbo. Trovava sempre il tempo per tutti facendo sentire speciali le persone che incrociava sul suo cammino.
Era un individuo unico, magnetico, poetico ma allo stesso tempo un uomo semplice… una sorta di messia! Il suo intelletto era stimolante per l’intera umanità e la sua presenza piacevole e rilassante.
Mi mancherai mio caro amico, non ci sarà mai nessuno come te.
Rendo omaggio al grande Howard Marks, R.I.P.