Hermann Hesse: il gioco delle perle di vetro (ed. Mondadori)
E’ uno di quei libri che vale la pena non solo di leggere, ma addirittura di rileggerlo per cogliere ogni volta sfumature nuove o precedentemente tralasciate. La prosa è limpida e fluente; i riferimenti dotti (nel campo della filosofia, della musica, della letteratura, ecc.) sono molti, talvolta possono risultare difficili da cogliere ma costituiscono parte integrante del romanzo e non rappresentano un inutile sfoggio di cultura.
La figura del Magister Ludi è affascinante, si finisce per entrare in simbiosi con la sua anima, si percepiscono le sue stesse sensazioni (in questo Hesse è per me un vero maestro). Un ultimo consiglio: per godere appieno di questo capolavoro, non tralasciate nè la prefazione, nè le tre vite, nè le poesie.
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a cura di Bloodymama