HipHop skillz

Herman Medrano. Noseconossemo. Ma dopo questa magari un po' di più…(intervista)

Herman Medrano in Veneto è un’istituzione. Non solo per chi ama e segue l’hip hop, direi proprio per tutti. E’ parte del folklore locale, una manifestazione spontanea del nostro essere. Da tanti anni la musica di Herman è il giusto accompagnamento delle serate estive in Veneto, tra birre e spritz, non ricordo più quante volte abbiamo condiviso lo stesso palco ed ogni volta sono tornato a casa con il sorriso. Sempre. NOSSECONOSSEMO è il titolo del nuovo album. Un album importante vista la piena e totale collaborazione con una band di mostri, ovvero i Groovy Monkeys e per un certo orientamento, forse inaspettato. Incontriamo quindi Herman Medrano e prima di cominciare ordiniamo un paio di spritz macchiati.

medranoHerman è un piacere averti sulle nostre pagine. La tua storia è molto lunga, dai primi anni 90 come Uno, in coppia con Shocca, fino al 2003, con Fisso e Tacchente, primo disco rap in dialetto veneto. Da li Mediamente Mona, Tento Coe Paroe e Te Toca Ti e oggi questo disco. Ma non avevi detto che avresti smesso?!

Ho provato a disintossicarmi, ma dopo più di 25 anni di vita hiphop è stato impossibile. Lo sai, resisti una settimana, la seconda stai male, la terza cadi in tentazione e alla quarta esce un pezzo su qualcosa! E’ un ottimo metodo per fare dei dischi! Però la voglia di fare altro non mi è mica passata, resto sempre curioso di esplorare altri modi di espressione.

 

Il pubblico ai tuoi live si è sempre divertito. Non solo per l’atmosfera dei tuoi brani e le battute, ma anche per la tua spiccata teatralità e per quell’attitudine un po’ da cabarettista che rende speciali i momenti di “vuoto” tra una canzone e l’altra. Mai pensato di fare teatro? O cabaret?

Teatro si, cabaret è una parola orrenda che non mi piace. L’attitudine pagliaccesca non muore mai. E’ sempre stato fondamentale per me inserire degli stacchi che consentano al pubblico di bere una birra e rilassare le orecchie. Se li fai parlando normalmente, con il linguaggio di tutti, senza proclami o sentenze, risulta molto più piacevole.

 

Lo slogan che hai sdoganato anni fa “So responsabile de queo che digo, no de queo che te capissi ti”, con la grafica del famoso (e tanto caro ai rappers) parental advisory è apparso ovunque: studi medici, uffici professionali, scuole, ovunque. Sei contento di quello che hai espresso finora con la tua musica? Credi che tutti abbiano capito quello che c’era da capire?

Contentino-ino-ino! Ho sempre l’impressione di essere frainteso, come è successo con “El panin ludro” dove volevo esasperare un comportamento diffusissimo come quello di mangiare senza senno ad orari improponibili cose indigeribili, invece è stato preso come un inno a quel modo di fare! A volte il dubbio mi assale: mi spiego male? Però la mia storia musicale è più che soddisfacente, posso dire di aver detto quello che volevo nel modo più appropriato, e me ne prendo la responsabilità!

 

groove monkeysI Groove Monkeys sono una band favolosa. Te l’ho già detto altre volte e te lo ripeto, come lo ripeto spesso al caro vecchio Tech. Ogni live si trasforma in una festa. Funk, raggae, rock n roll, ska. C’è di tutto nei tuoi live. Raccontaci di loro e come sono nati i brani di Nosseconossemo.

I Groovy Monkeys sono i 7 inscimmiati che stanno alle mie spalle, quelli che fanno dal vivo quello che un deejay faceva con i piatti: musica!!! Con una differenza abissale, senza nulla togliere ai deejay, suonano a bestia.
La formula è un po’ cambiata rispetto ai precedenti album. Qui è stato fatto molto lavoro di sala prove, ascolti e pre-produzione, cosa che nei dischi rap/hiphop non esiste. Ho scritto i pezzi, poi la musica è stata ricamata come un vestito per dare atmosfera alle parole. Un lavoro di moltissimi mesi, a volte piacevole a volte difficoltoso. Questo disco presenta un’attitudine un po’ inaspettata per quanto mi riguarda. Pur essendo un disco solare e molto vivace, presenta dei brani assolutamente seri e con una spiccata vena polemica, che non strappa sorrisi, come spesso accade con i tuoi pezzi, ma che porta alla riflessione. La denuncia sociale che porti in questo disco ha assunto tratti più forti. In un certo senso più arrabbiati. E’ proprio così?Non voglio fare polemiche, ma mettere dei dubbi. Questa volta i dubbi sono altri, ma in primis: quanto conosci te stesso? Ma anche, quanto conosci degli altri, del  mondo che ti circonda? Quanto sei disposto a lasciare delle tue rassicuranti paure che usi per crearti degli alibi? Pormi delle domande difficili è uno sport che mi piace. Spesso mi arrabbio con me stesso, si sente nelle canzoni una certa elettricità dettata da molte questioni irrisolte. Ma nel disco c’è spazio anche per sorridere di quei comportamenti stagnanti e stupidi che come automi ripetiamo giornalmente senza opporci, come in CICHE, SUPEREBETE o OMBRE.

 

E di Herman Medrano sulla dubstep vogliamo parlarne?

Meglio di no, che poi Tech si gonfia come l’omino Michelin! E’ un bell’esperimento, ma un disco intero non so se lo reggerei. Sono interessato ai ritmi lenti, ma preferisco quelli reggae. Comunque non rimarrà un episodio isolato, mi prende bene l’elettronica!

 

Sappiamo che c’è un’amicizia di vecchia data con Caparezza. Superebete, il pezzo con lui, è un mix esplosivo di veneto e pugliese, un brano che oltre ad essere divertente risulta tecnicamente superiore. Ce ne parli?

Fare il rap in questo modo è stimolante. Tecnicamente non saprei come definire la musica: ska, balcanica, folk… Creare un pezzo con Caparezza che risulti all’altezza delle aspettative è stato entusiasmante ed impegnativo. Un pezzo davvero  musicalmente complicato. Trovare l’argomento non è stato poi tanto difficile: siamo circondati da SUPEREBETI senza mantello pronti ad intervenire, che nel nome dell’economia si spendono tutto quello che hanno, acquistando ogni cosa e aderendo ad ogni proposta. Dentro di noi alberga un supereroe che saltuariamente con un certo orgoglio facciamo uscire.

 

AH1814 CDpack cd 3-1 tray centraleMa le collaborazioni non sono finite. In NOSECONOSSEMO troviamo il cameo di Natalino Balasso, e le partecipazioni di Roy Paci, il tuo alter ego bresciano Dellino, Piotta, El Giovanelo, Manu Phl e il anche il veterano Sir Oliver Skardy. Una parola per ciascuno di loro!

Balasso è l’unico che non canta, ma fa in simil-italiano una parodia acuta dei telegiornali. Roy Paci si conferma un artista poliedrico che oltre a cantare, suonare la tromba e recitare con noi si è cimentato con il rap. Dellino è una solida sicurezza del rap rurale lombardo, dipinge come nessun altro la vita dei paesi di campagna, non poteva mancare. Piotta ed io abbiamo storie comuni: veterani, suoniamo con una band, gestiamo in autonomia la nostra musica, abbiamo una certa visione delle cose… è stato tutto molto naturale. El Giovanelo è una forza della natura chioggiotta, un bestia da palco: una scorza durissima e un grandissimo cuore. Manu PHL è il nuovo modo di approcciarsi al rap, in italiano e in vernacolo, mai scontato e sempre piacevole. Skardy è stato il primo che con i Pitura Freska ha sdoganato seriamente la nostra lingua in musica, non potevamo non averlo in un pezzo che parla di Venezia.

 

Adesso passerai l’estate con Tech e i Groovy Monkeys a suonare. E poi? Sei diventato papà di Maddalena da poco tempo, come pensi si modificherà il tuo percorso musicale in futuro?

Saremo in giro per i live, ma Maddalena verrà sempre con noi! Non ci sono problemi grossi, basta organizzarsi. Ai bambini piace stare in ambienti diversi, vedere posti e persone nuovi, avere stimoli ed input fa crescere bene! Spero solo non faccia il rap anche lei!

 

Grazie per essere stato con noi, vuoi lasciare un saluto ai nostri lettori?

Che abbiate sentito o meno Herman Medrano da un disco, dovete vedere e sentire The Groovy Monkeys dal vivo! Non dite che non ve l’avevo detto! Sulla nostra pagina trovate tutti i live www.facebook.com/thegroovymonkeys

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di Giovanni “Zethone”

 

 



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