L'imperatore non è vestito

di Jack Herer

 

 

Capitolo Quattro

 

Gli Ultimi Giorni della CANNABIS LEGALE

 

Come sappiamo, la rivoluzione industriale del XIX sec. fu una battuta d'arresto per la canapa nel commercio mondiale, a causa della scarsità di tecnologie per la mietitura e la frantumazione meccanica necessarie alla produzione di massa. Ma questa risorsa naturale era troppo preziosa per essere tenuta chiusa nel cassetto della Storia per molto tempo.

Nel 1916, Bolletino USDA 404 predisse che una macchina decorticatrice e mietitrice sarebbe stata messa a punto, e quella della canapa sarebbe tornata a essere la maggiore industria agricola in America. Nel 1938, riviste come Popular Mechanics e Mechanical Engineering presentavano a una nuova generazione di investitori dispositivi perfettamente funzionanti per la scotolatura; questo ci porta ad un altro pezzetto di storia. Grazie a queste macchine, entrambi i giornali prevedevano che la canapa sarebbe stata presto il raccolto numero uno in America!

 

Exploit nella fabbricazione della carta

 

Se la canapa fosse coltivata legalmente usando le tecnologie del XXI secolo, oggi il suo sarebbe il maggiore raccolto singolo degli USA e del mondo.

 

(Popular Mechanics Febbraio 1938; Mechanical Engineering, Febbraio 1938; Rapporti dello U.S. Department of Agriculture 1903, 1910, 1913.)

 

Di fatto, quando i due precedenti articoli furono scritti nel 1937, la canapa era ancora coltivabile lecitamente. E quelli che prevedevano miliardi di dollari nel nuovo business della canapa non avevano preso in considerazione gli introiti di medicinali, energia (carburanti) e cibo, che oggi darebbero un altro trillione di dollari annui alla nostra possibile economia "naturale" (comparata alla nostra attuale economia, sintetica ed ambientalmente problematica).
L'uso ricreativo del fumo aggiungerebbe un valore relativamente secondario a questo quadro.

 

La ragione precipua per la quale i giornali del 1938 prospettavano nuove entrate miliardarie era la canapa per "carta di polpa" (distinta dalla carta di fibra, o stracci). Un' altra erano le fibre, i semi e molti altri usi della polpa. Se il procedimento per la polpa di canapa del 1916 fosse usato oggi, si potrebbe sostituire al 40/70% della carta di polpa, compreso il cartone ondulato, la carta per stampanti e i sacchetti di carta.

 

Questa notevole tecnica per la polpa di canapa fu ideata nel 1916 dal botanico Lyster Dewey, a capo dello U.S. Department of Agriculture e dal chimico Jason Merrill.

 

Tale procedimento, unito all'exploit della decorticatrice di G. W. Schlichten, brevettata nel '917, faceva della canapa una fonte di carta accessibile a meno della metà del costo della carta da polpa di alberi. I nuovi macchinari per la mietitura, assieme alla macchina di Schlichten riducevano il tempo di lavoro dell'uomo da 200/300 ore-per-acro a un paio d'ore.
Vent'anni dopo, il progresso tecnologico e la costruzione di nuove strade resero la canapa ancora più proficua; ma sfortunatamente a quel tempo le forze nemiche si erano alleate e agirono velocemente per sopprimere la coltivazione della canapa.

 

*V. Appendice I.

 

Un piano per salvare le foreste

 

Alcune piante di cannabis raggiungono regolarmente l'altezza di 20 piedi (mt.6 ca) o più, in una stagione. Il nuovo processo usava i canapuli, il 77% del peso dello stelo, che prima erano un sottoprodotto dell'operazione di scortecciamento per ottenere la fibra e venivano scartati.

 

Nel 1916, lo USDA Bulletin No. 404 scriveva che un acro di canapa, in una rotazione di oltre 20 anni, avrebbe prodotto tanta polpa da carta quanto 4,1 acri di bosco che fossero stati tagliati durante quei 20 anni. Questo metodo avrebbe impiegato da 1/4 a 1/7 dei dannosissimi prodotti chimici a base di zolfo usati per eliminare la collosa lignina che unisce le fibre alla polpa, o non ne avrebbe usati del tutto, sostituendoli con la soda, che è ricavata dalle ceneri. Tutta la lignina dev'essere eliminata, per poter ottenere la polpa. La polpa di canapa ha solo un 4-10% di lignina, mentre gli alberi ne hanno il 18-30%.
Il problema della contaminazione da diossina nei fiumi si evita con il procedimento della trasformazione della canapa in carta, che non richiede l'uso di candeggi clorati (necessari nella cartaria attuale), e utilizza il più innocuo perossido di idrogeno (acqua ossigenata, N.d.t.) per lo sbiancamento.

 

Dunque la canapa fornisce quattro volte più polpa e da quattro a sette volte meno inquinamento.

 

Come abbiamo visto, questo potenziale polpa/carta era subordinato all'invenzione e alla costruzione di nuovi macchinari per lo scortecciamento della canapa di nuova concezione. Questo avrebbe anche diminuita la domanda di legname e ridotti i costi per l'edilizia, mentre nel contempo avrebbe aiutato nella ri-ossigenazione planetaria. 1

 

Ad esempio: se il procedimento per la polpa di canapa del 1916 fosse usato oggi, si potrebbe sostituire al fino al 70% della carta ottenuta dagli alberi, compreso il cartone ondulato, la carta per stampanti e i sacchetti di carta.

 

La carta di polpa composta del 60-100 per cento di canapuli è più resistente e più flessibile di quella ottenuta dalla polpa di legno d'albero. Produrre carta dagli alberi danneggia l'ambiente. Produrla dalla canapa, no.

 

(Dewey & Merrill, Bulletin #404, U.S.D.A., 1916; New Scientist, 1980; Kimberly Clark, dal suo gigantesco sussidiario in carta di canapa Francese De Mauduit, dal 1937 al 1984.)

 

Conservazione e Diminuzione delle Fonti

 

La riduzione della fonte di inquinamento, che proviene in genere dalla lavorazione di prodotti petrolchimici e derivati, è un conveniente metodo di controllo spesso invocato dagli ambientalisti.

Che la fonte inquinante siano i CFC (clorofuorocarburi) dei frigoriferi, degli spray, dei computer, oppure il trizio e il plutonio dei militari, o l'acido solforico delle cartiere, lo scopo rimane quello di ridurre la fonte.

Al supermarket, quando dobbiamo scegliere fra il sacchetto di carta o di plastica, dobbiamo affrontare un dilemma ambientale: la carta ottenuta dal taglio degli alberi, o la plastica prodotta con il carbonfossile e vari prodotti chimici? Con una terza opzione di scelta disponibile potremmo scegliere una carta durevole da una fonte annualmente rinnovabile - la carta di canapa.

I vantaggi ambientali di un raccolto di canapa annuale -lasciando le piante nel terreno!- per la cartaria, e la sostituzione di idrocarburi fossili come fonte energetica, sono divenuti cruciali per la riduzione di inquinamento alla fonte.

 

Una Cospirazione per Spazzare Via la Concorrenza Naturale

 

Alla metà degli anni '30, quando le nuove macchine che strappavano la fibra, lasciando intatta la polpa ricca di cellulosa, furono finalmente messe a punto, in vendita ed economicamente accessibili, gli immensi territori e gli affari conseguenti della Hearst Paper Manufacturing Division, Kimberly Clark di Saint Regis (USA)- e virtualmente di ogni proprietario di vivai d'alberi da legname, di cartiere e di giornali, rischiavano di perdere miliardi di dollari, e forse la bancarotta.

 

Nel 1937 la DuPont aveva brevettato un procedimento per ottenere la plastica dal petrolio e dal carbone, e un'altro brevetto per ottenere la carta dal legname con l'uso di solfati e solfiti. Secondo gli archivi della DuPont e gli storici*, questi procedimenti avrebbero occupato più dell'ottanta per cento dei carichi ferroviari della compagnia per i seguenti 60 anni, fino agli anni '90.

*Ricerche dell'autore e colloqui con la DuPont, 1985-1996.

 

Se la canapa non fosse stata dichiarata illegale, l'80% degli affari della DuPont non si sarebbero mai concretizzati, e la stragrande maggioranza dell'inquinamento che ha avvelenato i fiumi dal Nord-Ovest al Sud-Est (degli USA, ma non solo, N.d.t.) non sarebbe mai esistito.

 

In un mercato libero, la canapa avrebbe salvato la maggior parte delle famiglie di coloni Americani e probabilmente il loro numero sarebbe aumentato, malgrado la Grande Depressione degli anni '30.

 

Ma la competizione contro la carta "pro-ambiente" di canapa e la plastica naturale avrebbe messo a repentaglio i progetti lucrativi di Hearst, della DuPont e del suo sostenitore finanziario, Andrew Mellon, della Mellon Bank di Pittsburgh.

 

“Riorganizzazione Sociale”

 

Si tenne una serie di riunioni segrete. Nel 1931 Mellon, in quanto Segretario del Tesoro di Hoover, designò il suo futuro genero Harry J. Anslinger, come capo del ri-organizzato Federal Bureau of Narcotics and Dangerous Drugs (FBNDD), carica che mantenne nei successivi 31 anni.

 

Questi baroni dell'industria e finanzieri sapevano che i macchinari per mietere, imballare, decorticare (...) e trasformare la canapa in carta sarebbero stati resi disponibili alla metà degli anni '30. La canapa se ne doveva andare.

 

Nell'Annual Report DuPont del 1937, rivolta ai suoi azionisti, la compagnia esortava a investire continuamente nei suoi nuovi -ma non prontamente accettati- prodotti di sintesi petrolchimici. DuPont prevedeva “cambiamenti radicali” dovuti al “potere crescente delle entrate del Governo... Convertito in uno strumento per l'accettazione forzata di nuove idee per la riorganizzazione sociale e industriale.”*

 

*(Annale della DuPont Company, 1937)

 

In The Marijuana Conviction (University of Virginia Press, 1974), Richard Bonnie e Charles Whitebread II descrivono il procedimento nel dettaglio:

 

“Nell'autunno del 1936, Herman Oliphant (consulente generale del Dipartimento del Tesoro) aveva deciso di impiegare il potere delle tasse [del governo federale], ma con uno statuto disegnato sulla falsa riga del National Firearms Act (il decreto legge sulle armi da fuoco, N.d.t.) che non aveva nulla a che vedere con il Decreto Harrison del 1914 [sui narcotici]. Oliphant stesso fu incaricato del progetto legislativo. Aslinger mosse il suo esercito per rigirare la sua campagna contro Washington.

 

“Il punto di partenza della proposta per la tassazione della marijuana è il principio delle imposte proibitive. Con il Decreto Harrison in vigore, un utente non-medico non poteva comprare o possedere legittimamente narcotici. Per i dissidenti, dopo la decisione della Corte Suprema di sostenere il decreto, questo dimostrava chiaramente che la motivazione del Congresso era di impedire una certa condotta, piuttosto che di aumentare le entrate fiscali.
Così nel National Firearms Act, ideato per proibire il traffico di armi automatiche, il Congressso "permetteva" a chiunque di comprare un mitragliatore, ma per farlo doveva pagare una tassa di trasporto* di $200, ed eseguire l'acquisto con una cedola di commissione.

 

“Il Firearms Act, passato nel Giugno 1934, fu il primo decreto a nascondere i motivi del Congresso dietro una tassazione proibitiva. La Corte Suprema sostenne all'unanimità la legge anti-mitra, il 29 Marzo 1937. Oliphant senza dubbio aveva aspettato quella decisione della Corte, e il Dipartimento del Tesoro presentò la sua Tassa sulla Marijuana due settimane dopo, il 14 Aprile 1937.

 

Quindi la decisione di DuPont** di investire nelle nuove tecnologie basate su “l'accettazione forzata di nuove idee per la riorganizzazione sociale e industriale” aveva senso.

 

*Circa $5,000 in dollari del 1998 .

 

** E' interessante notare che il 29 Aprile 1937, due settimane dopo la presentazione del Marihuana Tax Act, il più importante scienziato della DuPont, Wallace Hume Carothers, inventore del Nylon, il chimico organico numero uno nel mondo, si suicidò bevendo cianuro. Carothers morì a 41 anni...

 

La Vera Motivazione

 

Si fece allusione ai progetti della DuPont durante le udienze del 1937 di Matt Rens, della Rens Hemp Company:

 

M. Rens: Una simile tassazione sbatterebbe fuori dal business della canapa tutti i piccoli coltivatori, e il numero dei piccoli coltivatori è considerevole... Il vero scopo di questa tassa non è quello di far soldi, vero?

 

Senatore Brown: Beh, noi ci atteniamo all'idea che lo sia.

 

M. Rens: Costerà un milione.

 

Senatore Brown: Grazie. (Testimone congedato.)

 

Hearst, e le sue Odiose e Isteriche Bugie

 

La preoccupazione per gli effetti del fumo di canapa aveva già condotto a due grandi studi voluti dal Governo. Il governatore Britannico dell'India rilasciò il rapporto della Indian Hemp Drugs Commission nel 1893-1894, sui fumatori accaniti di bhang nel subcontinente.

 

E negli anni '30 il governo U.S.A. finanziò la Commissione Siler per gli studi sugli effetti ricreativi del fumo di marijuana sul personale Americano di servizio a Panama.
Entrambi i rapporti conclusero che la marijuana non era un problema, e raccomandavano che nessuna sanzione penale fosse applicata contro il suo uso.

 

All'inizio del 1937, l'Assistente Chirurgo Generale Walter Treadway disse alla Cannabis Advisory Subcommittee of the League of Nations (Sottocomitato Consultivo per la Cannabis alla Lega delle Nazioni) che “Può essere assunta per un tempo relativamente lungo senza grave danno sociale o emozionale. La marihuana è un vizio …così come … lo zucchero e il caffè.”

 

Ma altre forze erano al lavoro. La furia bellica che portò alla Guerra Ispano-Americana del 1898 fu attizzata da William Randolph Hearst attraverso la sua catena di giornali in tutta America, e segnò l'inizio del “yellow journalism”* come arma dei politici Americani.

 

*Il Webster’s Dictionary definisce “yellow journalism” l'uso di metodi senza scrupoli e di sensazionalismo a buon mercato da parte dei quotidiani e altri media per attrarre o influenzare i lettori.

 

Negli anni 20 e 30, i giornali di Hearst inventarono deliberatamente una nuova minaccia per l'America, e una nuova campagna di "yellow journalism” per bandire legalmente la canapa . Ad es., la storia di un incidente stradale in cui una "sigaretta di marijuana" era stata ritrovata sul luogo avrebbe dominato nei titoli per settimane, mentre gli incidenti dovuti all'alcool (che superavano quelli dovuti alla marijuana di 10.000:1) occupavano poche righe.

 

Questo stesso soggetto, della marijuana che porta agli incidenti stradali, fu marchiato a fuoco nelle menti degli Americani, reiterato all'infinito nei tardi anni '30, mostrando i titoli di incidenti d'auto anche nei film come “Reefer Madness” (lett. follìa da erba) e “Marijuana - Assassin of Youth.” (lett. "marijuana - assassina della gioventù)

 

Bigotteria Sfacciata

 

A partire dalla Guerra Ispano-Americana del 1898, i giornali di Hearst avevano sempre infamato Spagnoli, Messicani-Americani e Latini.

 

Dopo il sequestro di 800.000 acri di pregiato legname di Hearst in Messico, da parte dei "fumatori di marijuana" dell'esercito di Pancho Villa,* queste calunnie si intensificarono.

 

*La canzone “La Cucaracha” parla di uno degli uomini di Villa in cerca di “marijuana por fumar!”

 

Senza tregua, per i seguenti tre decenni, Hearst dipinse la figura del Messicano pigro e spipazzatore d'erba, che è ancora uno dei nostri più insidiosi pregiudizi. Simultaneamente, egli portò avanti una campagna razzista e diffamatoria nei confronti dei cinesi, a cui si riferiva con il nome di "Pericolo Giallo".

 

Dal 1910 al 1920, sui quotidiani di Hearst si leggeva che la maggior parte dei casi in cui dei neri avrebbero stuprato delle donne bianche, potevano essere imputati direttamente alla cocaina.
Questo continuò per dieci anni, finché Hearst decise che non erano
più “cocaine-crazed negroes” (negri resi pazzi dalla cocaina) che stupravano le donne bianche, ma “marijuana-crazed negroes”.

 

(Quelli di) Hearst e altri tabloids sensazionalistici usavano titoli isterici per storie che ritraevano “negroes” e Messicani come bestie deliranti che, sotto l'effetto della marijuana, suonavano la satanica musica “voodoo” anti-bianchi (il jazz) ed erano descritti come irriverenti e "depravati" ai lettori, prevalentemente bianchi. Altri crimini vergognosi in questa “ondata criminale” indotta dalla droga comprendevano: calpestare le ombre dei bianchi, guardare i bianchi direttamente negli occhi per tre secondi o più, guardare per due volte una donna bianca, ridere di un bianco, etc. Per simili “delitti” centinaia di migliaia di Messicani e neri hanno passato, in totale, milioni di anni in galere e prigioni e ai lavori forzati, in condizioni di segregazione brutali che rimasero in vigore in tutti gli USA fino agli anni '50 e '60. Hearst, attraverso il suo uso persuasivo e ripetitivo, martellò l'oscuro termine gergale Messicano “marijuana” nelle menti degli anglofoni Americani.

Nel frattempo, la parola “hemp” (canapa, N.d.t.) fu abbandonata, e “cannabis,” il termine scientifico, ignorato e sepolto.

 

Il vocabolo Spagnolo per canapa è “cáñamo.” Ma l'espressione colloquiale Messicana “Sonorana” - marijuana, spesso Americanizzata come “marihuana” - garantiva che in pochi l'avrebbero riconosciuta come una delle principali medicazioni naturali, la “cannabis,” e in quanto alla risorsa industriale primaria, “hemp”, essa era stata cancellata dal linguaggio comune.

 

La Proibitiva Tassa sulla Marijuana

 

Durante le riunioni segrete al Dipartimento del Tesoro tenutesi tra il 1935 e il 1937, si abbozzò l'idea delle tasse proibitive e si macchinarono delle nuove strategie. La “marijuana” non era ancora del tutto proibita; la legge parlava di una "imposta occupazionale indiretta sulla fornitura, e una imposta sul trasporto commerciale di marijuana.”

 

Gli importatori, i fabbricanti, i venditori e i distributori erano costretti a registrarsi al Segretariato del Tesoro e a pagare una sanzione occupazionale. I trasporti erano tassati di $1 per oncia; $100 per oncia se il venditore non era registrato. La nuova tassa raddoppiava il prezzo della "droga grezza" legale, la cannabis, che all'epoca era venduta a un dollaro l'oncia.2 Era l'anno 1937. Lo Stato di New York aveva esattamente 1 agente della narcotici.*

 

*New York attualmente ha un network composto da migliaia di agenti della narcotici, spie e informatori pagati - e ha una capacità detentiva 20 che è volte quella del '37, malgrado la popolazione dello Stato sia soltanto raddoppiata da allora.

 

Dopo la decisione della Corte Suprema, del 29 Marzo 1937, che segnava la proibizione delle armi automatiche attraverso la tassazione, Herman Oliphant fece la sua mossa. Il 14 Aprile 1937 presentò la sua legge direttamente alla Camera dei Rappresentanti (House of Representatives) attraverso il Comitato “Modi e Maniere” (Ways and Means Committee)** , invece di sottoporla agli opportuni comitati, come quello per cibi e droghe, agricoltura, tessile, commercio, etc.

Il motivo potrebbe essere stato che soltanto il Comitato “Ways and Means ” avrebbe potuto spedire la sua legge direttamente nella buca della House senza divenire oggetto di dibattito per altri Comitati. Il presidente del Ways and Means Committee Robert L. Doughton,* un alleato chiave di DuPont, approvaò incondizionatamente e prontamente la proposta di legge segreta, e la spedì attraverso il Congresso al Presidente.

*Jerry Colby , The DuPont Dynasties, Lyle Stewart, 1984.

** La commissione parlamentare incaricata di decidere come impiegare i fondi a disposizione del parlamento U.S.A., N.d.t.

“Nessuno ha mai consultato la American Medical Association?”

 

In ogni caso, malgrado le udienze pilotate del Comitato, molti testimoni esperti si opposero al passaggio di queste leggi fiscali insolite.

 

Il Dr. William C. Woodward, ad esempio, che fu medico e avvocato della American Medical Association, testimoniò come portavoce della Associazione stessa.

 

Egli disse, in effetti, che tutte le deposizioni federali erano sensazionalismo da tabloid! Che nessun vero testimone era stato ascoltato! Che questa legge, promossa nell'ignoranza, poteva negare al mondo una potenziale medicina, specialmente ora che il mondo medico era sul punto di scoprire quali componenti della cannabis erano attivi.

 

Woodward disse al comitato che l'unico motivo per cui la AMA non si era fatta sentire prima contro la tassazione sulla marijuana era che questa era stata descritta per 20 anni dalla stampa come “killer weed from Mexico” (erbaccia assassina dal Messico).

 

I dottori della AMA avevano preso coscienza soltanto “due giorni prima” di questa udienza della primavera '37, che la pianta che il Congresso intendeva mettere fuori legge era conosciuta dalla medicina come cannabis, una sostanza benefica usata in America in piena sicurezza per svariate patologie, da più di cent'anni.

 

“Noi ancora non riusciamo a comprendere, Signor Presidente,” protestò Woodward, “Perché abbiate dovuta preparare questa proposta di legge in segretezza per due anni, senza nessuna dichiarazione più o meno formale, nemmeno alla Categoria, sul fatto che venisse preparata.” Egli, e tutta la AMA* furono prontamente denunciati da Anslinger e dall'intero Comitato Congressionale, e poi perdonati a malincuore.3

 

* La AMA e la Amministrazione Roosevelt erano grandi antagonisti nel 1937.

 

Quando la proposta di legge del Marijuana Tax Act arrivò ad essere discussa e votata al Congresso, soltanto una domanda pertinente fu posta: “Nessuno si è consultato con la AMA per avere la loro opinione?” Vinson, il rappresentante e portavoce del Comitato Modi e Maniere rispose “Sì, lo abbiamo fatto. Un certo Dr. Wharton [errata dizione di Woodward?] e [la AMA] sono completamente d'accordo!”

 

Con questa clamorosa bugia il disegno passò, e divenne legge nel Dicembre 1937. Furono create forze di polizia Federale e di Stato, che avrebbero incarcerato centinaia di migliaia di Americani, accumulando su di loro altri 16 milioni di anni buttati in galere e prigioni -e contribuendo anche alla loro morte- in favore delle industrie venefiche e inquinanti, del corpo delle guardie carcerarie, e per sostenere la politica di odio razziale di qualche politico bianco.

 

(Tod Mikuriya, M.D., Marijuana Medical Papers, 1972; Larry Sloman, Reefer Madness, Grove Press, 1979; Alfred Lind smith, The Addict and the Law, Indiana U. Press; Bonnie & Whitebread, The Marijuana Conviction, University of Virginia Press; Atti congressuali degli U.S.A.; etC.)

 

Qualcun altro si decide a parlare

 

Ad opporsi con tutte le sue energie contro il Decreto fu anche il National Oil Seed Institute, che rappresentava i produttori di lubricanti meccanici di alta qualità e di vernici.
Parlando al Comitato nel 1937, il suo consigliere generale Ralph Loziers, testimoniò eloquentemente sull'olio di canapa che stava, di fatto, per essere proibito:

 

“Fonti attendibili riportano che in Oriente almeno 200 milioni di persone usano questa droga; e consideriamo che per centinaia, o forse migliaia di anni praticamente questa gente ha usato questa droga. E' significativo che in Asia e dovunque in Oriente, dove la povertà è in ogni angolo e la gente approfitta di tutte le risorse vegetali che una natura munifica ha donato loro - è significativo che nessuno di questi 200 milioni, mai, dall'alba della civilizzazione, sia stato trovato ad usare il seme o l'olio di questa pianta come droga.

“Ora, se ci fosse un qualsiasi qualità, o principio deleteri, nel seme o nell'olio, sarebbe ragionevole supporre che questi Orientali, che nella loro miseria avrebbero qualcosa con cui soddisfare i loro desideri morbosi, li avrebbero scoperti...

 

“Con il permesso del Comitato, il seme di canapa, o seme di cannabis sativa, è utilizzato in tutte le nazioni Orientali e in parte della Russia come cibo. Viene coltivato nei loro campi e usato come una farina d'avena. Milioni di persone ogni giorno usano i semi di canapa come cibo, in Oriente. Lo fanno da molte generazioni, specialmente nei periodi di carestia... Il punto è questo - che questa legge è troppo inclusiva. Questa legge è una misura che circonda il mondo. Questa legge comporta conseguenze - l'affossamento di questa grande industria sotto la supervisione di una agenzia governativa - che possono significare la sua soppressione. L'anno scorso si sono importate negli USA 62.813.000 libbre di semi di canapa. Nel 1935 se ne importarono 116 milioni…”

 

Proteggere Interessi Speciali

 

Come asseriva il Dr. Woodward dell'AMA, le deposizioni governative rilasciate al Congresso nel 1937, in effetti, consistevano quasi interamente di articoli di giornali sensazionalisti e razzisti come quelli di Hearst e altri, letti ad alta voce da Harry J. Anslinger,* direttore del Federal Bureau of Narcotics (FBN). (L'agenzia governativa poi evoluta nel Drug Enforcement Administration [DEA]).

 

*Harry J. Anslinger fu direttore del nuovo Federal Bureau of Narcotics dalla sua istituzione nel 1931 per i successivi 31 anni, e fu costretto al pensionamento solo nel in 1962 dal Presidente John F. Kennedy dopo che Anslinger aveva cercato di censurare le pubblicazioni del Professor Alfred Lindesmith (The Addict and the Law, Washington Post, 1961) e di ricattare e perseguitare il suo datore di lavoro, la Indiana University. Per i suoi commenti razzisti Anslinger era finito sotto l'attacco del senatore della Pennsylvania Joseph Guffey, per aver scritto cose come "negri rossicci" nelle lettere che circolavano nel suo dipartimento, con l'intestazione della F.B.N.

 

Fino al 1931, Anslinger fu Assistente dello U.S. Commissioner for Prohibition (Commissione nazionale per la proibizione). Anslinger, ricordiamo, fu scelto come capo del nuovo Bureau of Narcotics da suo suocero Andrew Mellon, Segretario del Tesoro sotto la presidenza di Herbert Hoover. Lo stesso Andrew Mellon era anche il proprietario e il maggiore azionista della sesta banca (nel 1937) degli USA, la Mellon Bank di Pittsburgh, e uno dei due soli banchieri (che abbia mai mutuato capitali) per la DuPont* dal 1928 a oggi.

 

*La DuPont ha avuto prestiti soltanto da due banche nei suoi 190 anni di storia, il primo per ottenere il controlllo della General Motors negli anni '20. La sua attività bancaria è la più prestigiosa del mondo finanziario.

 

Nel 1937, Anslinger depose dinanzi al Congresso dicendo “La marijuana è la droga che ha causato più violenze nella storia dell'umanità”

 

Questo, assieme ad alcune affermazioni e convinzioni oltraggiosamente razziste, fu detto ad un comitato commissionale perlopiù "sudista" e oggi risulta imbarazzante da leggere nella sua interezza.

 

Ad es., Anslinger teneva un “gore file”* selezionato quasi interamente da Hearst e altri giornali scandalistici, - e.g., storie di axe murders**, dove uno dei partecipanti avrebbe fumato un joint quattro giorni prima di commettere il delitto.

 

Anslinger impose al Congresso come una realtà di fatto che circa il 50% di tutti i crimini violenti commessi negli USA erano opera di Spagnoli, Messicani-Americani, Latino Americani, Filippini, Afro-Americani e Greci, e che tutti i loro delitti erano direttamente relazionati alla marijuana.

 

(Dalla documentazione personale di Anslinger donata alla Pennsylvania State University, ref.: Li Cata Murders, etc.)

 

Gli studiosi che hanno ricostruito scrupolosamente i fatti ritengono che nessuno dei “Marijuana Gore Files” di Aslinger sia riferito a episodi reali.4

 

* Il sostantivo gore (verbo incornare) significa "sangue denso scaturito da una ferita, in part. nelle situazioni violente" (Oxford Genie) ed è noto agli appassionati di film horror particolarmente sanguinosi, classificati con questa etichetta che come tale è conosciuta anche in Italia; indica in generale ciò che da noi è riassunto nell'espressione "fatto di sangue". Data la particolarità dell'espressione si è preferito lasciarla invariata -- ("file" è altrettanto noto da noi grazie alla TV, e viene in genere tradotto come "incartamento", "cartella" o "documento d'archivio", anche se paradossalmente è più diffuso il francese dossier) -- N.d.t.

** Axe murders, un classico della "stampa sensazionalistica" Americana fin oltre la metà del secolo, sono letteralmente gli omicidi commessi con un'ascia; sono perlopiù leggende metropolitane ante-litteram basate su delitti estremamente cruenti, e la loro importanza nell'immaginario collettivo Americano si può evincere dalla loro presenza nei mass-media di ogni tempo (un esempio è quello del film "Paper Moon", girato negli anni '70, ma basato su un romanzo degli anni '20, dove una cameriera -ovviamente di colore- racconta di un orrendo axe murder alla piccola protagonista)

 

Bugie che portano a bugie

 

In realtà le statistiche del FBI, che Anslinger non si prese il disturbo di leggere, dimostravano che almeno il 65-75% di tutti gli omicidi negli USA erano - e sono ancora - in relazione con l'alcool.
Come esempio delle sue dichiarazioni razziste, Anslinger leggeva durante le sue deposizioni congressionali (senza obiezioni) storie di "colorati" con grandi labbra, che adescavano le donne bianche con la musica jazz e la marijuana. Lesse di due studenti neri della Università del Minnesota che avevano fatto questo ad una studentessa bianca, “con l'esito di una gravidanza”. Il membro del Congresso del 1937 restò senza fiato sentendo questo, e che questa droga apparentemente induceva le donne bianche a toccare o anche a guardare un
“negro.”

 

Virtualmente nessuno in America, a parte una manciata di ricchi industriali e i loro poliziotti corrotti, sapevano che la loro potenziale concorrenza - la canapa - stava per essere messa al bando con il nome di “marijuana.”

 

Proprio così : la marijuana fu molto verosimilmente soltanto un pretesto per la proibizione della canapa e la repressione economica.

 

Le acque furono ancor più intorbidite dalla confusione della marijuana con il “loco weed” (Jimson Weed). La situazione non fu mai chiarita dalla stampa, che continuò con la disinformazione fino agli anni '60 del 900.

 

All'alba degli anni '90, il più stravagante e ridicolo attacco alla canapa attirò l'attenzione mediatica nazionale, quando si pubblicò una ricerca ampiamente riportata da riviste sulla salute* del 1989 la quale concludeva che i fumatori di marijuana aumentano di mezza libbra (ca 220 g.) di peso al giorno. Oggi, nel 2007, cercano di far dimenticare l'episodio.

 

*American Health, Luglio/Agosto 1989.

 

Nel frattempo, serie discussioni sulla salute, sulle libertà civili e sugli aspetti economici della canapa sono spesso accantonate essendo considerate come “scuse per poter fumare l'erba” - come se la gente avesse bisogno di una scusa per asserire dei fatti su qualsiasi argomento.

 

Dobbiamo riconoscere che, come tattica, quella di mentire al pubblico sulla natura benefica della canapa, e di confonderlo grazie alla sua relazione con la “marijuana”, è stata un vero successo.

 

Fonti:

 

1. Dewey & Merrill, Bulletin 404, US Department of Agriculture 1916; „Billion-Dollar Crop,” su Popular Mechanics, 1938; U.S. Agricultural Indexes, dal 1916 al 1982; New Scientist, 13 November 1980.

 

2. Uelmen & Haddox, Drug Abuse and the Law, 1974.

 

3. Richard Bonnie & Charles Whitebread, The Marijuana Conviction, Univ. of Virginia Press, 1974; Deposizioni Congressuali del 1937 (riportate integralm. in Appendice); etC.

 

4. Larry Sloman; Reefer Madness, 1979; Bonnie and Whitebread, The Marijuana Conviction, Univ. of Virginia Press, 1974.

 

Fibre Sintetiche

L'Alternativa Tossica alle Fibre Naturali


Gli anni a cavallo tra il '920 e il '930 videro una continua consolidazione del potere nelle mani di poche grandi compagnie produttrici di acciaio, petrolio e prodotti chimici (armi). Il governo federale degli USA mise la maggior parte della produzione tessile per uso domestico nelle mani del suo principale fornitore di armi, la
DuPont.

 

Il procedimento di trasformazione della cellulosa in esplosivo è molto simile al processo per nitrare la cellulosa delle fibre sintetiche e della plastica. Il rayon, la prima fibra sintetica, è semplice nitrocellulosa - l'esplosivo di base del 19mo secolo - stabilizzata.

 

“Le plastiche sintetiche trovano impiego nella fabbricazione di una vasta gamma di articoli, dei quali molti nel passato erano prodotti con materie naturali,” ci illumina Lammot DuPont (Popular Mechanics, Giugno 1939).

 

“Considerando le nostre risorse naturali,” continua il presidente della DuPont, “la chimica ci ha aiutati nella loro conservazione, con lo sviluppo di prodotti sintetici per integrare o sostituire del tutto i prodotti naturali.”

 

Gli scienziati della DuPont erano i migliori ricercatori del mondo nel processo di trasformazione della cellulosa nitrata e trasformavano infatti la maggior parte della cellulosa dell'epoca.

 

Un articolo sul Popular Mechanics del febbraio 1938 afferma che “Migliaia di tonnellate di canapuli sono utilizzati ogni anno da una grande fabbrica di polvere pirica per la produzione di dinamite e TNT.” La Storia ci insegna che la DuPont aveva monopolizzato il mercato degli esplosivi comprando e consolidando le fabbriche minori alla fine dell'800. Nel 1902 controllava i due terzi della produzione industriale.

 

Erano i più grandi produttori di polvere da sparo, e fornivano il 40% del munizionamento agli alleati della II Guerra Mondiale. In quanto specialisti in fibre e cellulosa, i chimici della DuPont conoscevano il vero valore della canapa meglio di chiunque altro. Il pregio della canapa infatti va molto oltre quello delle fibre di lino; benché siano molto apprezzate per linerie, tendaggi, reti e cordami, queste fibre lunghe sono soltanto il 20% del peso dello stelo di canapa. Il 77% per cento della canapa è cellulosa, e questa è la più ricca, e pulita fonte di cellulosa (fibra) per plastica, carta o anche rayon.

 

Questo libro mostra chiaramente che il governo federale -attraverso il decreto per la tassazione della marijuana - permetteva a questi fabbricanti d'armi di fornire fibre sintetiche per uso domestico senza alcuna concorrenza. La prova di una cospirazione perfettamente riuscita tra queste aziende e il governo è semplicemente questa: nel 1997 la DuPont era ancora la maggiore produttrice di fibre sintetiche negli USA, mentre nessun cittadino Americano ha coltivato legalmente un solo acro di canapa per uso tessile in oltre 60 anni (tranne che nel periodo della II Guerra Mondiale).

 

Un quantitativo quasi illimitato di fibre naturali e cellulosa sarebbe stato accessibile ai coloni lo stesso anno in cui la DuPont brevettò il Nylon e il procedimento altamente tossico per la trasformazione della polpa di legno. Tutto il valore potenziale della canapa andò perduto.

 

Le plastiche base del primo '900 erano nitrati di cellulosa, direttamente imparentato con i prodotti bellici della DuPont. Celluloide, acetato e rayon erano le plastiche di quell'epoca, e la canapa era ben conosciuta dagli specialisti in cellulosa come la fonte primaria da usare in questa industria. Nel mondo intero, la materia prima per fare plastica, rayon e carta poteva essere fornita dalla canapa.

 

La fibra di Nylon fu svilluppata tra il 1926 e il 1937 dal noto chimico di Harvard Wallace Carothers, sulla base di brevetti Tedeschi. Questi poliammidi sono fibre lunghe basate sull'imitazione di prodotti naturali. Carothers, grazie a un programma di ricerca illimitato garantito dalla DuPont, fece uno studio esauriente delle fibre naturali delle fibre di cellulosa. Duplicò le fibre naturali nel suo laboratorio e creò così i poliammidi.
(Curiosamente, Wallace Carothers commise suicidio nell' Aprile del 1937, due settimane dopo l'udienza del Comitato Modi e Maniere sulla cannabis che avrebbe portato infine alla sua proibizione)

 

Catrame minerale e prodotti chimici basati sul petrolio vennero utilizzati; svariate apparecchiature, filiere e procedimenti industriali vennero brevettati. Questo nuovo tipo di tessile, il Nylon, doveva essere controllato dalla materia prima -il carbonfossile- al prodotto finito: un prodotto chimico brevettato. L'industria chimica centralizzò la produzione e i profitti della nuova “miracolosa” fibra. L'avvento del Nylon, l'introduzione di macchinari per separare la fibra su scala industriale, e la legge che rendeva "marijuana" illegale la canapa, avvennero simultaneamente.

 

Le nuove fibre sintetiche possono essere descritte come materiale bellico. Il processo della produzione della fibra avviene in grandi fabbriche con grandi ciminiere, dove si usano sostanze chimiche pericolose, e non ha niente a che fare con lo strapparla dalle abbondanti risorse naturali.

 

Proveniendo da una storia fatta di esplosivi e munizioni, i vecchi "impianti di tintura chimica" producono oggi maglieria, finto lino, finta tela, vernici di lattice e tappeti sintetici. Fabbriche altamente inquinanti sfornano imitazioni di pelle e di legno e rivestimenti vari , mentre un dono della natura rimane proibito dalla legge.

 

La fibra-modello nella Storia mondiale, il raccolto tradizionale Americano, la canapa, potrebbe fornire tutta la carta e il tessile, ed essere la fonte primaria di cellulosa. Le Fabbriche della Guerra – DuPont, Allied Chemical, Monsanto, etc. - sono protette contro la concorrenza, dalle leggi sulla marijuana. Essi fanno letteralmente la guerra, a spese della natura e dei contadini.

 

Di Shan Clark

 

Fonti:

Encyclopedia of Textiles, 3a Ediz degli editori dell' American Fabrics and Fashions Magazine, William C. Legal, Publisher Prentice-Hall, Inc., Englewood Cliffs, NJ, 1980; The Emergence of Industrial America Strategic Factors in American Economic Growth Since 1870, Peter George State University, NY; DuPont (una biografia aziendale pubblicata periodicamente da E.I. DuPont De Nemours and Co., Inc., Wilmington, DE.; The Blasting Handbook, E.I. DuPont De Nemours & Co., Inc., Wilmington, DE; Mechanical Engineering Magazine, Feb. 1938; Popular Mechanics, Feb. 1938; Journal of Applied Polymer Science, Vol. 47, 1984; Polyamides, the Chemistry of Long Molecules (autore ignoto); brevetto U.S. Patent #2,071,250 (16.2.1937), W.H. Carothers; DuPont Dynasties, Jerry Colby; The American Peoples Encyclopedia, the Sponsor Press, Chicago, 1953.

 

 

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© Jack Herer 2008

Versione italiana a cura di Jasper L. Thompson [email protected]