L'imperatore non è vestito

di Jack Herer

 

Capitolo Tredici

 

PREGIUDIZIO:

La Marijuana e le Leggi Jim Crow

 

Dall'abolizione della schiavitù in poi, il razzismo e la bigotteria dovettero manifestarsi in forme meno palesi in America.

 

Le leggi per la proibizione della cannabis dimostravano ancora questa intolleranza istituzionale verso le minoranze razziali, il pregiudizio nascosto dietro la retorica, e leggi che sembrano avere scopi del tutto diversi.

 

Fumare in America

 

Le prime infiorescenze di cannabis di cui si sappia*, nell'emisfero Occidentale sono probabilmente quelle fumate nelle Indie Occidentali (Jamaica, Bahamas, Barbados, etc.) dopo il 1870; arrivarono con l'immigrazione di migliaia di Indù Indiani (provenienti dalle Indie Britanniche) dov'era importata per lavori sottopagati. Nel 1886, i marinai Messicani e negri, che commerciavano in quelle acque, ne diffusero l'uso in tutte le Indie Occidentali e il Messico.

 

*Esistono altre teorie sulla prima “fumata” di cime di canapa ad es. degli schiavi Brasiliani, degli indiani Shawnee, etc., affascinanti ma non verificabili.

 

Il fumo di cannabis era usato nelle Indie Occidentali per alleviare il lavoraccio spacca-schiena nei campi di canna da zucchero, per combattere il caldo, e per rilassarsi la sera senza la minaccia dei postumi da sbronza del giorno dopo.

 

La musica jazz e lo swing di “Negri, Messicani ed intrattenitori” erano considerate frutto dell'uso di marijuana.

 

Data l'area geografica in cui veniva usata - le Indie Occidentali Caraibiche e il Messico - non sorprende che la prima testimonianza sull'uso di marijuana negli USA riguardi i Messicani abitanti di Brownsville, Texas, nel 1903. E la prima legge proibizionista sulla marijuana in America - che riguardava soltanto i Messicani - fu promulgata a Brownsville quello stesso anno.

 

Nel 1909 la “ganja” si tovava al porto di New Orleans, nella sezione chiamata “Storeyville” frequentata da marinai neri.

 

Storeyville a New Orleans era piena di cabarets, bordelli, musica, e tutti gli intrattenimenti tipici dei distretti a luci rosse del mondo. I marinai provenienti dalle isole sbarcavano qui con la loro marijuana.

 

Blackface...

 

Il Commissario della Pubblica Sicurezza di New Orleans scrisse nel 1910 che la marijuana era “la droga più spaventosa e viziosa che abbia mai colpita New Orleans,” e che i consumatori abituali nella sola Storeyville potevano essere 200.

 

Dalle pubblicazioni della DA e della P.S. e dai quotidiani di New Orleans tra il 1910 e gli anni '30, sembra che l'influenza malefica della marijuana si manifestasse facendo credere ai “colorati” di esser buoni quanto l' “uomo bianco.”

 

Infatti, la marijuana era la responsabile dei primi rifiuti degli attori di indossare la blackface (faccianera) e delle risate isteriche dei “negroes” sotto il suo influsso, quando si diceva loro di attraversare la strada, di andare sul fondo del tram, etc.

 

*Esatto, i vostri occhi non vi hanno traditi. A causa di uno strano cavillo della legge “Jim Crow” (sulla segregazione) i neri Americani non potevano calcare le scene nel Profondo Sud (e in molti altri Stati a Nord e all'Ovest). I “negroes” dovevano portare (negli anni '20) la blackface - (come Al Jolson** quando canta “Swanee”) - un trucco che usavano gli attori bianchi per sembrare o parodiare i neri. Di fatto, per la legge “Jim Crow” i neri non potevano nemmeno salire sul palcoscenico, ma per via del loro talento era loro permesso di sgattaiolare dalla porta sul retro, mettere una blackface, e fingere di essere un persona bianca, che faceva la parte di una persona nera...

*Protagonista del primo film sonoro, "The Jazz Singer", dove canta truccato da negro, N.d.t.

 

All that Jazz*

*Titolo del famoso musical di Bob Fosse, letteralmente, "Cose del genere", ma il riferimento diretto al genere musicale si perde nella traduzione italiana, N.d.t.

I bianchi erano preoccupati anche dai musicisti neri, che si diceva fumassero marijuana, e che stavano diffondendo (vendendo) una nuova musica “voodoo” molto potente (popolare) che faceva battere il piede anche alle più pudiche donne bianche e sembrava destinata a togliere definitivamente il giogo imposto dai bianchi. Oggi chiamiamo quella nuova musica... jazz!

 

I neri ovviamente scherzavano sulla paura del vudù dei razzisti bianchi di New Orleans, cercando di tenerli fuori dalle loro vite. Il luogo di nascita del jazz si ritiene essere Storeyville, a New Orleans, dove nacquero gli innovatori originali: Buddy Bohler, Buck Johnson e altri (1909-1917). Storeyville fu anche il luogo di nascita di Louis Armstrong* (1900).

 

*Nel 1930 - un anno dopo che Louis Armstrong aveva registrato “Muggles” (leggi: “marijuana”) - fu arrestato per una sigaretta di marijuana a Los Angeles e incarcerato per 10 giorni, finché non accettò di lasciare la California e di non ritornarci per due anni.

 

I Messicani sotto l'influsso della marijuana chiedevano un trattamento più umano, guardavano le donne bianche, chiedevano che i loro figli fossero educati mentre loro raccoglievano le barbabietole da zucchero, e facevano altre richieste “insolenti”.

 

I giornalisti, i politici e la polizia Americani in tutto questo periodo (fino al 1920, e poi raramente) non avevano la minima idea del fatto che la marijuana fumata dai “colorati” e dai “Chicanos” in pipe e sigarette era una versione più leggera delle diffusissime medicine a base di concentrati di cannabis che loro stessi avevano preso fin da bambini, o che fosse la stessa droga fumata legalmente dall' “uomo bianco ” nei lussuosi hashish parlors.

 

I bianchi razzisti scrissero articoli e promulgarono leggi cittadine o statali contro la “marijuana” senza averne notizia per almeno due decenni, e principalmente a causa della viziosa “insolenza”* di negri e Messicani sotto l'effetto della marijuana.

 

*Viziosa Insolenza: tra il 1884 e il 1900, la causa di 3.500 decessi di neri Americani documentati fu il linciaggio; tra il 1900 e il 1917, furono oltre 1.100. I numeri reali sono sicuramente più alti. Si stima che un terzo di questi linciaggi furono causati dalla “insolenza,” che può significare ogni cosa, dall' avere guardata (o essere accusato di averlo fatto) una donna bianca due volte, aver camminato sull'ombra di un uomo bianco, o anche per aver guardato direttamente negli occhi un bianco per più di tre secondi; per non essere andato spontanemante sul fondo del tram, e altre “offese.”

 

Per i bianchi era ovvio che la marijuana fosse la causa del “vizio” di negri e Messicani, o non avrebbero mai osato essere “insolenti”; etc...

 

Centinaia di migliaia di “negroes” e Chicanos furono condannati a pene da 10 giorni a 10 anni scontate perlopiù in “chain gangs” (Squadre di lavori forzati, dove i condannati erano incatenati per un piede N.d.t.) locali, per dei crimini di tale stupidità come quelli sopra elencati.

 

Questa era la natura delle leggi "Jim Crow” fino agli anni '50 e '60; leggi alle quali Martin Luther King, il NAACP, e il volere pubblico hanno finalmente iniziato a rimediare in America.

 

Possiamo soltanto immaginarci l'effetto immediato sull' establishment dei bianchi, provocato dal rifiuto degli attori neri di truccarsi con la faccia nera; ma sette anni dopo, nel 1917, Storeyville fu chiusa completamente. L' Apartheid ebbe il suo momento di trionfo.

 

Il cittadino bianco, integerrimo e intemerato, non doveva più preoccuparsi per le donne bianche che andavano a Storeyville, per sentire il “voodoo jazz” o finire stuprate da un “adepto nero” in preda alla marijuana, che poteva mostrarsi viziosamente irrispettoso (insolente) nei confronti dei bianchi e delle loro “Jim Crow Laws”, camminando sulle loro ombre quando era fatto di marijuana.

 

I musicisti neri allora portarono su la loro musica e la loro marijuana, dal Mississippi a Memphis, a Kansas City, a St. Louis, Chicago, etc., dove i padri (bianchi) della città, per gli stessi motivi razzisti, promulgarono presto leggi anti-marijuana locali, per fermare la musica “maligna” ed evitare che le donne bianche cadessero preda dei neri a causa del jazz e della marijuana.

 

Messicani-Americani

 

Nel 1915, in California e nello Utah entrarono in vigore leggi statali che resero illegale la marijuana per gli stessi motivi delle leggi "Jim Crow”, ma rivolti dai giornali di Hearst contro i Chicanos.

 

Il Colorado seguì nel 1917. I legislatori citarono gli eccessi dell'esercito ribelle di Pancho Villa, la cui droga d'elezione si riteneva essere la marijuana. (Se è vero, significa che la marijuana ha aiutato il Messico a rovesciare uno dei regimi più repressivi e maligni al quale sia mai stato sottomesso.)

 

I Legislatori del Colorado pensarono che l'unico modo per prevenire un vero bagno di sangue razziale e l'abolizione delle loro leggi ignoranti e bigotte (dei bianchi), delle loro istituzioni stesse, fosse di proibire la marijuana.

 

I Messicani sotto l'influsso della marijuana chiedevano un trattamento più umano, guardavano le donne bianche, chiedevano che i loro figli fossero educati mentre loro raccoglievano le barbabietole da zucchero, e facevano altre richieste “insolenti”. Con il pretesto della marijuana come Pianta Killer i bianchi ora potevano usare la forza e giustificare le loro azioni violente di repressione.

 

Questo “razzismo dell'erba” continua ancora oggi. Nel 1937, Harry Anslinger disse al Congresso che c'erano tra 50.000 a 100.000* fumatori di marijuana negli USA, perlopiù “Negri e Messicani, ed entertainers,” e la loro musica, il jazz e lo swing, era il frutto dell'uso di marijuana. Insisteva sul fatto che quella musica “satanica” e l'uso di marijuana portasse le donne bianche a “cercare relazioni sessuali con i Negri!”

 

*Anslinger sarebbe flippato sapendo che un giorno ci sarebbero stati 26 milioni di consumatori abituali di marijuana e altri 30-40 milioni di consumatori occasionali in America, e che il rock ‘n’ roll e il jazz sarebbero stati apprezzati da decine di milioni di persone, che non hanno mai fumato marijuana.

 

Il Sudafrica Oggi

 

Nel 1911, il Sudafrica* criminalizzò la marijuana per gli stessi motivi di New Orleans: per fermare l'insolenza dei neri! Il Sudafrica dei bianchi, assieme all'Egitto, guidò la lotta internazionale (Lega delle Nazioni) per rendere illegale la cannabis in tutto il mondo.

 

*Il Sudafrica permetteva ai minatori di colore di fumare la dagga (marijuana) in miniera, malgrado tutto. Perché? Perché erano più produttivi!

 

Quello stesso anno infatti il Sudafrica influenzò i legislatori degli USA nella penalizzazione della cannabis (conosciuta da molti Sudafricani neri come “dagga,” la loro erba sacra). Molti uffici direttivi delle industrie Sudafricane di quei tempi erano a New Orleans.

 

Queste sono le fondamenta, interamente razziali e religiose (della Chiesa Cattolica Medievale) sulle quali sono sorte le leggi contro la canapa. Ne siete orgogliosi?

 

Ad oggi, sedici milioni di anni sono stati trascorsi in galere e prigioni dagli Americani per queste assurde leggi razziste, e per i motivi economici da cui sono sorte. (V. Cap. 4)

 

Non è interessante che gli USA abbiano incarcerato nel 1985 una percentuale della popolazione superiore a quella di ogni altro paese nel mondo, tranne il Sudafrica? Nel 1989 gli USA hanno sorpassato il Sudafrica, e nel 1997 le detenzioni erano quattro volte quelle del Sudafrica. Oggi, nel 2007, ci sono più di 2.2 milioni di persone incarcerate negli Stati Uniti.

 

Il Presidente George Bush Sr., nel suo gran discorso sulla politica contro la droga del 5 Settembre 1989 promise di raddoppiare ancora la popolazione carceraria federale, dopo che era stata raddoppiata sotto Reagan. Ci riuscì. Nel 1993, il Presidente Bill Clinton progettò di raddoppiare ancora i detenuti entro il 1996. E lo fece.

 

Ricordate l'effetto, nel 1979, quando l'ex-Amabasciatore alle Nazioni Unite Andrew Young disse al mondo che gli USA avevano più prigionieri politici di ogni altra nazione?

 

(Amnesty International, ACLU.) V.anche Appendice: “Fighting the Police State.”

 

Strascichi Duraturi

 

Anche se la faccianera era scomparsa già nei tardi anni '20, ancora negli anni '60 gli attori di colore (come Harry Belafonte e Sammy Davis Jr.) dovevano ancora entrare dal retro nei teatri, nei bar, etc.; per legge!

 

Non potevano affittare una camera in un hotel di Las Vegas o di Miami Beach - nemmeno se in quel posto avevano il loro nome in cartellone.

 

La performance di Ben Vereen per l'Inaugurazione Presidenziale di Ronald Reagan nel 1981 prevedeva le leggi Jim Crow di fine 800 in una grande barzelletta sul genio comico nero Bert Williams (1890-1920 circa).

 

Vereen era stato invitato a recitare per la vittoria di Reagan ed egli aveva accettato solo a patto di poter raccontare tutta la barzelletta sulla “Blackface” - ma tutta la prima parte dell'esibizione di Vereen, con la descrizione di Bert Williams e della blackface, fu censurata dagli uomini di Reagan alla ABC, malgrado gli accordi che Vereen aveva preso con loro.

 

 

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© Jack Herer 2008

Versione italiana a cura di Jasper L. Thompson [email protected]