Hashish e resine: è una questione di qualità
Ho giudicato la qualità della resina di cannabis per 45 anni e la mia percezione di ciò che ne definisce la qualità si è evoluta, dall’idea maturata nella mia tarda adolescenza che gli effetti psicoattivi fossero i più significativi, alla realizzazione che la qualità della resina va oltre i suoi effetti e che l’esperienza porta a nuovi livelli di apprezzamento; il consumo è una parte vitale del piacere come accade per il cibo e il vino. Non credo che possiamo giudicare la qualità del fiore e della resina di cannabis semplicemente per l’aspetto e la potenza poiché l’esperienza fisica/psicologica è incentrata sul sapore e sull’odore.
Tutti concordano sull’importanza della potenza, ma la potenza è una combinazione di diversi elementi; la quantità di THC è evidentemente il fattore più importante, ma l’ampiezza dello spettro dei cannabinoidi, la quantità e la diversità dei terpeni e la decarbossilazione dei cannabinoidi sono elementi altrettanto fondamentali.
La quantità di resina che si forma nei tricomi è considerata l’unico modo valido per valutare la qualità della resina e, sebbene io sia pienamente d’accordo sulla sua importanza, non posso tuttavia limitare la valutazione della qualità alla quantità di resina che si forma. La quantità e l’ampiezza dello spettro dei cannabinoidi ed il contenuto dei terpeni sono i componenti che determinano realmente la qualità della resina, non la quantità prodotta. Il mio credere nell’“effetto entourage”, con diversi studi scientifici che hanno dimostrato che i composti della cannabis agiscono in sinergia, e le mie esperienze personali mi portano a valutare i componenti contenuti nella resina come più importanti rispetto alla potenziale quantità che si potrà ottenere.
Oltre alla questione della potenza dell’effetto, c’è la qualità dell’esperienza che porta il consumatore allo stato di realtà alterata; quando si consuma la resina di cannabis il viaggio verso la beatitudine inizia con l’odore del fiore o della resina e termina con il gusto che si assapora in bocca. La qualità è tutto merito di odore e gusto! I terpeni che possono rendere l’esperienza di fumare resina di cannabis un’illuminazione, facilitano anche l’assorbimento dei cannabinoidi nel sangue e si legano ai recettori degli endocannabinoidi nel nostro corpo.
Quando si valuta il fiore o la resina di cannabis, i componenti da tenere a mente sono un insieme di elementi gustativi molto simili a quelli applicati al consumo nella gastronomia, vino, caffè o dei sigari. Il gusto, la levigatezza, il corpo – per utilizzare una terminologia del settore enologico – la complessità, l’equilibrio, l’intensità, la durata così come il piacere e l’unicità dell’esperienza sono gli aspetti che trasformano il consumo di fiori e resina di cannabis da una banale abitudine quotidiana in un piacere più grande.
Il primo fattore determinante dell’esperienza gustativa è la fragranza originale del fiore o della resina che sarà consumata, che nell’industria del vino è noto come il bouquet. La profondità, l’intensità e l’unicità del profilo dei terpeni determineranno l’esperienza. Il secondo elemento distintivo della qualità prima del consumo riguarda principalmente il fiore. Tirare da una canna prima che sia accesa dovrebbe portare l’aroma del fiore in bocca con la stessa profondità, intensità e unicità esperita attraverso il naso.
Abbiamo bisogno di un sistema in grado di tradurre le conoscenze professionali in un sistema di valutazione numerica che dovrebbe essere condiviso dagli intenditori e riconosciuto dai consumatori meno esperti in tutto il mondo come riferimento di qualità e strumento educativo.
Le industrie del caffè, del tè e del vino hanno attraversato un’evoluzione identica per adattarsi alle esigenze di una crescente domanda internazionale. La diversità di sapori e fragranze espresse da questi prodotti è stata studiata per valutare la qualità intrinseca dell’esperienza gustativa e il suo impatto sul piano commerciale. L’obiettivo di bere caffè, tè o alcol è quello di sperimentare una realtà diversa, tuttavia, mentre un caffè vecchio o troppo bollito o un vino economico daranno in termini di energia lo slancio desiderato o la realtà alternativa ricercata, l’esperienza sarà rovinata dal sapore, fino a renderla, a volte, spiacevole.
I terpeni influiscono su tutti gli aspetti che definiscono la qualità della resina o del fiore di cannabis, esattamente come accade per il caffè, il tè e il vino, poiché alterano anche l’effetto psicoattivo dei cannabinoidi: una spiacevole esperienza gustativa avrà un impatto importante sull’esperienza complessiva. Io ho creato il seguente sistema di punteggio per offrire una valutazione di quelli che considero i valori fondamentali per definire la qualità del fiore di cannabis e dell’hashish.
1. “The melt”: la quantità di resina che si forma nei tricomi.
2. La stabilità della resina indica una buona metodologia di asciugatura.
3. L’aspetto della resina varia molto da quella liquida all’hashish pressato ed è quindi difficile da giudicare senza toccarla.
4. Il bouquet o l’aroma espresso dalla resina è l’essenza olfattiva dell’esperienza che seguirà, la ricchezza della resina è l’espressione naturale della pianta; la sensazione di pienezza nella bocca.
5. Il gusto è parte integrante dell’esperienza e dipende dalle preferenze individuali, ma è comunque una dimensione intrinseca della qualità e deve essere preso in considerazione.
6. La “dolcezza” del fumo durante l’inalazione è una parte intrinseca della qualità.
7. Il corpo, inteso come sensazione di pienezza nella bocca, oltre la “dolcezza” iniziale, quando le papille gustative esplorano la pienezza del fumo e del profilo dei terpeni.
8. La complessità del fumo è associata alla qualità ma anche al sentimento che accompagna l’esperienza: più il fumo è complesso, più sarà intensa la sensazione generale.
9. L’equilibrio esprime la finezza, l’eleganza e la perfetta armonia di tutti gli elementi del fumo.
10. Intensità/durata: identifica l’intensità degli aromi e il tempo di permanenza in bocca dopo l’inalazione del fumo, una guida alla concentrazione dei terpeni e alla durata del gusto dopo l’espirazione.
11. Il piacere generale e l’unicità offerti dall’esperienza diversa per ogni varietà.
Ci dovrebbe essere un test di laboratorio del cannabinoide e del profilo dei terpeni in modo che il punteggio dell’esperienza gustativa sia convalidato da risultati scientifici.
La semplicità non è il mio forte, e potrei spingermi oltre i limiti delle esigenze del mercato nel mio approccio alla definizione della qualità, ma credo che la valutazione di un piacere da condividere con gli altri sia un’impresa complessa. Cosa ne pensi di stabilire la qualità dei fiori e della resina di cannabis ora che hai letto questo articolo?