Haiti, la vergogna infinita
La “Perla dei caraibi”, sei anni ed 11 miliardi di dollari di aiuti dopo il terremoto che la distrusse nel 2010 provocando centinaia di migliaia di morti, è lo scandalo degli scandali, vergogna suprema e segno dell’ipocrisia e delle grandi bugie che governano il mondo.
La solidarietà di tutto il mondo raccolse una cifra enorme, più di 11 miliardi di dollari. Una gara di fraternità che vide protagonisti tanti lavoratori e tanti pensionati da ogni angolo del mondo che rinunciarono a parte del loro poco per chi non aveva più niente. Gli ultimi in soccorso degli ultimi.
Haiti doveva essere ricostruita, doveva tornar bella e affrontare una volta per tutte i suoi mali secolari, degrado, miseria, instabilità’ politica ed economica.
Quella cifra enorme attirò orde di sciacalli. Politici in cerca di voti, le cavallette interessate dell’industria dell’umanitario, grandi imprese desiderose di far bottino sulla ricostruzione. Agli haitiani arrivò ben poco, quasi niente. E niente si fece e si è fatto per rimuovere alla radice le ragioni dell’arretratezza e della miseria che affligge da secoli quell’isola meravigliosa. Haiti resta incapace di camminare da sola.
Le grandi multinazionali dell’abbigliamento la vogliono serbatoio di manodopera a bassissimo costo. I ricchi e sovvenzionatissimi produttori agricoli americani la pretendono loro dipendente in campo alimentare facendo strage, con la loro concorrenza sleale, dei produttori locali. Poche case sono state ricostruite e che squallore quei villaggi: le fogne continuano a non esistere ma è arrivato il colera grazie alle politiche improvvide delle Nazioni Unite.
La quasi totalità’ dei dieci milioni di haitiani è povera, un milione e mezzo soffre quotidianamente la fame, un quinto dei bambini è denutrito.
Gli 11 miliardi di dollari sono spariti, divorati da programmi e progetti spesso utili solo a pagare viaggi e stipendi, alloggi e prebende di ogni tipo a chi di Haiti ha fatto uno dei teatri della propria popolarità, luogo di business predatori o l’ennesimo episodio della brutta storia di aiuti umanitari che, con buona pace di tanti onesti volontari, servono alla fine solo a tener in piedi le burocrazie dell’aiuto umanitario.
Di Haiti e degli haitiani nessuno parla più. La loro vicenda, però, urla ed invoca giustizia. Ogni giorno. È fatta di milioni e milioni di lacrime, di stenti infiniti, di dolore senza fine, di umiliazioni oramai perpetue sulla pelle di un popolo orgoglioso, colpevole solo di esser stato il primo al mondo a denunciare l’orrore della schiavitù.
Haiti è la nostra vergogna più grande che nessun silenzio o politica del silenzio potrà mai occultare.