Il baratro della guerra in Siria: chi ama la pace faccia sentire la propria voce
Nelle prossime ore attaccheranno. E metteranno il mondo intero a rischio. Sì, perché questa volta rischia di essere inevitabile un confronto diretto tra le potenze regionali e mondiali che finora si sono scontrate per interposta persona decimando un popolo e la sua terra, la Siria.
Americani, francesi, israeliani, sauditi e loro amici si apprestano a dare un colpo durissimo al governo siriano. E vogliono farlo ancora una volta per ragioni “umanitarie”.
L'”animale” Assad va punito per aver usato armi chimiche contro i suoi oppositori. Poco importa che nessuna inchiesta indipendente abbia comprovato che realmente quell’attacco sia avvenuto. Ciò che realmente li muove è la loro logica di potere, i loro interessi nell’area.
Tutta la folle operazione geopolitica che ha messo a ferro e a fuoco la Siria portandovi la guerra è miseramente fallita. Le bande armate finanziate dal fronte “umanitario” sono state sconfitte dopo aver fatto strage di ogni movimento realmente democratico in quel paese. Gli “umanitari” hanno le mani lorde di sangue siriano. E non solo. Ma tentano la rivincita.
A punire Assad saranno quelli che “umanitariamente” hanno fatto a pezzi l’Iraq per liberarlo da arsenali di morte inesistenti. Sono quelli che hanno distrutto la Libia consegnandola a gruppi di assassini. Sono quelli che “umanamente” bombardano scuole, ospedali e povera gente in Yemen utilizzando bombe a grappolo e peggio ancora. Sono i signori della guerra e della rapina, niente altro. Le loro industrie delle armi, e non solo quelle, ingrasseranno. E il mondo rischierà di essere ad un passo dal conflitto totale visto che Russia e Iran, sostenitrici di Assad, non potranno non reagire.
Chi ama la pace, chi è stanco di inganni, chi non sopporta più che si versi sangue innocente, chi si sente cittadino del mondo e crede che sia ora che nel mondo trionfi una nuova politica che affronti comunemente e pacificamente i problemi comuni delle sue genti, faccia sentire la propria voce.