“La guerra alla droga ha totalmente fallito”, lo spiega l’Alto Commissario per i diritti umani
Una dura presa di posizione di Volker Türk che spiega: "Dare priorità alle persone anziché alla punizione significa salvare più vite"
«La criminalizzazione e il proibizionismo non sono riusciti a ridurre l’uso di droga e non sono riusciti a scoraggiare i crimini correlati alla droga. Queste politiche semplicemente non funzionano e stiamo deludendo alcuni dei gruppi più vulnerabili delle nostre società».
Sono inequivocabili le parole di Volker Türk l’Alto Commissario dell’Onu per i diritti umani, che ha sottolineato la necessità di un cambiamento di approccio che dia priorità alla salute, alla dignità e all’inclusione.
L’APPROCCIO DELLA GUERRA ALLA DROGA DANNEGGIA INTERE COMUNITÀ
L’occasione è stata la conferenza “Dealing with Drugs II” tenutasi a Varsavia nei giorni scorsi e che ha riunito leader ed esperti da tutta Europa e dal mondo per condividere le migliori pratiche. Türk ha invitato gli stakeholder internazionali a ripensare radicalmente la politica globale sulla droga, affermando che l’approccio decennale della “guerra alla droga” ha «distrutto innumerevoli vite e danneggiato intere comunità».
«Invece di misure punitive, abbiamo bisogno di politiche sulla droga basate sulle prove, fondate sulla salute pubblica», ha esortato il signor Türk, che ha anche chiesto «un accesso inclusivo all’assistenza medica volontaria e ad altri servizi sociali», sottolineando che le misure di riduzione del danno sono essenziali per prevenire i decessi per overdose di droga.
CURARE LE PERSONE E NON PUNIRLE
Un elemento chiave della riforma, ha dichiarato il signor Türk, è la depenalizzazione. «Dobbiamo iniziare a curare la persona, non a punire il disturbo da uso di droga», sostenendo il supporto alla reintegrazione sociale per accompagnare i cambiamenti politici.
Al centro dello sviluppo delle politiche, il Sig. Türk ha sottolineato l’importanza di concentrarsi sulle persone più colpite dalle attuali politiche sulla droga. «Storicamente, le persone che usano droghe sono emarginate, criminalizzate, discriminate e lasciate indietro, molto spesso private della loro dignità e dei loro diritti“, ha osservato. «Siamo destinati a fallire se non assicuriamo la loro genuina partecipazione alla formulazione e all’attuazione delle politiche sulla droga».
«Le prove sono chiare. La cosiddetta guerra alla droga ha fallito, completamente e totalmente», ha concluso evidenziando che: «Dare priorità alle persone rispetto alla punizione significa salvare più vite».