Guerra alla droga: l’ex presidente filippino Duterte arrestato per crimini contro l’umanità
Accusato di crimini contro l'umanità, è stato arrestato in seguito al mandato della Corte Penale Internazionale
L’11 marzo 2025, l’ex presidente filippino Rodrigo Duterte è stato arrestato dalle autorità filippine su mandato della Corte Penale Internazionale (CPI), con l’accusa di crimini contro l’umanità legati alla sua brutale “guerra alla droga”. Questo evento rappresenta un momento cruciale nella lotta globale per la giustizia e i diritti umani.
LE ACCUSE CONTRO DUTERTE
La CPI ha emesso un mandato di arresto contro Duterte il 7 marzo 2025, accusandolo di crimini contro l’umanità, tra cui omicidi, tortura e stupri, commessi tra il 1° novembre 2011 e il 16 marzo 2019. Le accuse si riferiscono principalmente alle migliaia di esecuzioni extragiudiziali avvenute durante la sua presidenza, nell’ambito della campagna antidroga che ha suscitato critiche internazionali: 6mila secondo la polizia, fino a 30mila secondo organizzazioni indipendenti.
Duterte è stato arrestato all’aeroporto internazionale Ninoy Aquino di Manila al suo ritorno da Hong Kong. Dopo l’arresto, è stato trasferito alla base aerea di Villamor e successivamente estradato nei Paesi Bassi, dove è attualmente detenuto presso il centro di detenzione della CPI all’Aia.
“Qual è la legge, e quale sarebbe il crimine che avrei commesso?”, ha detto in un video pubblicato online dalla figlia Veronica, in un commento riportato dalla CNN.
LE REAZIONI ALL’ARRESTO
L’arresto di Duterte ha suscitato reazioni contrastanti. Organizzazioni per i diritti umani, come Human Rights Watch, hanno accolto positivamente l’evento, definendolo un passo storico verso la giustizia per le vittime della guerra alla droga. Al contrario, sostenitori di Duterte hanno espresso indignazione, organizzando proteste nelle regioni di Visayas e Mindanao.
L’arresto di un ex capo di Stato da parte della CPI solleva questioni significative riguardo alla sovranità nazionale e all’autorità delle istituzioni internazionali. Sebbene le Filippine si siano ritirate dal Trattato di Roma nel 2019, la CPI mantiene giurisdizione sui crimini commessi durante il periodo in cui il paese era membro, dal 2011 al 2019.
I PROSSIMI PASSI DEL PROCEDIMENTO
Duterte ha fatto la sua prima comparizione davanti alla CPI il 14 marzo 2025, durante la quale è stata fissata provvisoriamente l’udienza di conferma delle accuse per il 23 settembre 2025. Se le accuse saranno confermate, l’ex presidente dovrà affrontare un processo completo per crimini contro l’umanità.
Nel frattempo, il governo del presidente Ferdinand Marcos Jr., eletto nel 2022, ha lasciato intendere che Duterte potrebbe essere consegnato alla Corte, come riportato dalla Reuters.
“I nostri agenti sono pronti a seguire ciò che la legge impone, se il mandato d’arresto deve essere eseguito su richiesta dell’Interpol”, ha dichiarato ai giornalisti la sottosegretaria alle Comunicazioni presidenziali Claire Castro.
L’arresto di Rodrigo Duterte rappresenta un momento significativo nella lotta contro l’impunità per i crimini internazionali. Mentre il processo legale procede, il mondo osserva attentamente, sperando che questo caso rafforzi la responsabilità e la giustizia a livello globale.