Guardando le stelle #63
Siamo nel bel mezzo di una rivoluzione epocale, ma molti di noi non se ne rendono conto. Non è nemmeno facile vederla, specie qui in Italia, dove tutto appare immobile o peggio, in decadenza. E’ sufficiente però mettere il naso fuori dai confini nazionali per scoprire un mondo in rapida trasformazione.
Di recente mi è capitato di andare a Londra. L’ho trovata completamente diversa rispetto a qualche anno fa e la cosa che più mi ha impressionato è stata la quantità di biciclette in centro città. Manager in giacca e cravatta, operai, casalinghe, studenti, anziani e giovani, tutti su due ruote. Qui a breve inizieranno i lavori per una super pista ciclabile futuristica di 220 km, sopra elevata e trasparente, che attraverserà tutta la capitale inglese.
A Tokyo, città con quasi 20milioni di abitanti (un terzo di tutti gli italiani), quando scatta il rosso ai semafori cala il silenzio: tutte le auto sono elettriche e si spengono automaticamente.
A Berlino è nato un supermercato dove è possibile fare la spesa alla spina, di qualsiasi prodotto, comprando solo la quantità desiderata ed evitando gli sprechi.
Contemporaneamente in Francia è passata una legge che impone ai supermercati di non distruggere il cibo vicino alla data di scadenza ma di metterlo a disposizione di senzatetto e famiglie in condizioni economiche precarie.
A Oslo è decollato il primo aereo di linea, un Airbus 320 della Lufthansa, alimentato a bio-kerosene.
E il Sudafrica ha aperto il primo aeroporto a energia solare del continente, nella provincia di Western Cape.
In Costa Rica il 99% dell’energia che ha alimentato il Paese nel 2015 deriva da fonti rinnovabili.
Di esempi simili ce ne sono un’infinità e sempre di più.
Si, nonostante tutto, anche nel nostro Paese e non certo per merito dei nostri governanti bensì dei cittadini.
A Roma ad esempio, un caso curioso ed emblematico: in mancanza di percorsi per le biciclette è nato il movimento dei CUC (ciclabili ufficialmente clandestine), ovvero blitz nei quali persone armate di vernice e determinazione, disegnano corsie e installano cartelli per chi ha deciso di pedalare in città, invece che muoversi in auto.
Un’encomiabile azione di disobbedienza civile che speriamo si diffonda a macchia d’olio (nell’attesa che la politica si svegli).
E’ questa la piccola grande rivoluzione che la razza umana porta avanti oggi, un passo alla volta. E d’altronde non abbiamo alternative: o così o sarà bene cercarsi al più presto un altro pianeta.