#goodbye 5 Pointz Building
Per più di 20 anni il 5 Pointz Building (Long Island City, Queens) è stato il centro d’eccellenza per il ritrovo di street artists provenienti da tutto il mondo. In tanti, tantissimi nel corso degli anni hanno collaborato e mostrato il loro lavoro rendendo l’esterno del 5 Pointz Building una delle raccolte più vibranti e dinamiche della storia dei Graffiti. Il nome “5 Pointz” deriva dai cinque distretti amministrativi della città. Grande circa 200 mila metri quadrati, l’edificio ha dato casa a numerosissimi graffiti, colorati dal 1993. Al suo interno, inoltre, era disponibile il Crane Street Studios, uno spazio affittato a circa 200 artisti.
Considerato ormai come un vero e proprio tempio artistico, il palazzo è stato però letteralmente imbiancato nella notte tra lunedì 18 e martedì 19 novembre su ordine dei proprietari. Il complesso è infatti di proprietà dell’imprenditore edile Jerry Wolkoff, che ha preso la decisione di radere al suolo l’area, con l’intenzione di fare spazio a 2 nuovi enormi condomini per appartamenti.
Jerry Wolkoff , ovviamente chiamato in causa dalle proteste che hanno seguito l’operazione notturna di imbiancamento, ha difeso la sua decisione in un’intervista concessa a NBC 4 New York. Ecco un estratto di quanto detto dall’imprenditore: “The decision was mine. Let me tell you the reason why: The judge gave me the right to demolish my building. It would take three months. To watch the pieces go down piece by piece by piece would be torturous. In New York, you can’t implode a building. So let me just go in and paint it in one morning, and it’s over with. I had tears in my eyes while I was doing it. I know it seems like a bitter pill to take, but it’s medicine. I didn’t like it, but it’s going to get me better. It’s best for them, and it’s best for me. In my new building I’ll have walls for them to express their aerosol art.”
– (trad.) La decisione è stata mia. Mi lasci spiegare il motivo: il giudice mi ha dato l’approvazione per potere demolire il mio palazzo. Ci metteremo 3 mesi. Guardare i pezzi andarsene uno ad uno sarebbe stata una tortura. A New York non puoi fare implodere un palazzo. Quindi ho deciso di fare tutto in una notte e chiudere velocemente la cosa. Avevo le lacrime agli occhi mentre lo facevano. So che è come una pillola amara da inghiottire, ma è medicina. Non l’ho fatto con piacere, ma mi e ci farà stare meglio. E’ meglio per loro, ed è meglio per me. Nel mio nuovo palazzo metterò a disposizione delle pareti perché possano esprimere ancora la loro “arte della bomboletta“.
Riguardo l’accusa di aver distrutto un pezzo di storia recente, Wolkoff si è pronunciato così: “Tell me what history I’m demolishing! Let’s discuss this: They paint over their work continuously. It’s nothing. A piece goes up, and six months later somebody else paints over it.” – (trad.) Mi dica che storia sto demolendo! Parliamone. Pitturano sui lavori precedenti di continuo. Non c’è niente. Una volta che un pezzo è finito, sei mesi dopo qualcun altro ci dipinge sopra.
Jonathan Coen (aka Meres One) responsabile del sito artistico, aveva pure tentato un timido ricorso senza frutti, dato che dal punto di vista legale non esiste nessun appoggio per bloccare il progetto edile. Martedì pomeriggio diversi volontari di “5 Pointz” assieme a molti appassionati hanno dato l’ultimo saluto e scritto frasi di omaggio alla struttura facendo sentire il proprio calore. Insomma, volenti o nolenti, se ne va un pezzo di storia.
#goodbye 5 Pointz