Gli zoo come luoghi da boicottare. Non sempre, ci scrive un lettore
Riceviamo e pubblichiamo, e in fondo precisiamo.
Cara Dolce Vita,
ti scrivo in merito al tuo invito a boicottare gli zoo. Infatti, per quanto possa essere condivisibile interrogarsi riguardo all’etica degli zoo come luogo di esposizione di animali, c’è un aspetto che di rado viene preso in considerazione. Mi riferisco al loro ruolo nella conservazione delle specie.
Forse non tutti sanno che negli zoo esistono programmi di studio volti a scoprire la “chiave del benessere” di una determinata specie animale così da comprendere come poter ripopolare aree con specie locali che hanno migrato o che si sono estinte.
Ad esempio, il Bioparco di Roma ha avviato un progetto di conservazione per l’Euprotto Sardo, Euproctus platycephalus, un anfibio particolarmente minacciato di estinzione. Così ha allestito una specifica area, progettata seguendo rigidi standard di sicurezza biologica e di mantenimento, dedicata all’allevamento ex situ e all’avvio di studi genetici e su vari aspetti della biologia di questa specie ancora poco noti.
E ancora: “Il Bioparco partecipa al Progetto Arca, un progetto internazionale finalizzato alla salvaguardia degli anfibi, e a diversi programmi di riproduzione in cattività, denominati EEP (European Endangered species Programme), volti a favorire l’interscambio degli animali fra uno Zoo e l’altro. L’obiettivo degli EEP è quello di raccogliere informazioni sullo stato di diverse specie minacciate di estinzione in natura producendo alberi genealogici e realizzando analisi demografiche nonché genetiche, il tutto al fine di pianificare la futura gestione di queste specie a rischio.”
Vorrei inoltre raccontare una storia interessante. Esiste una specie di anfibio originaria del Messico, Ambystoma mexicanum, che era solita abitare un lago glaciale. Questo lago è stato col tempo inquinato dall’uomo, rendendolo quasi del tutto inabitabile a questa specie ma questo relativamente piccolo animale ha avuto fortuna. Poiché è un animale bello, simpatico e abbastanza semplice da gestire, si è diffuso moltissimo tra gli appassionati che ne detengono uno o più esemplari. Per questo è ancora in vita e conta molti più esemplari di quelli che potrebbero essere presenti nel suo habitat. Quando, un giorno, saremo pronti a restituire quell’habitat ai loro proprietari allora non avremo problemi a reperire esemplari che verranno rilasciati per ripopolare il luogo.
In conclusione, ritengo eccessivo invitare a boicottare gli zoo, sarebbe più giusto pretendere una gestione etica degli animali e un finanziamento continuo a progetti di studio e conservazione che sono di grandissima importanza scientifica, morale e sociale.
Niccolò Bianchi – Agronomo
Ringraziando Niccolò per questa lettera e per aver voluto mostrare un lato forse meno conosciuto degli zoo, restiamo dell’idea che programmi di ricerca e salvaguardia, per quanto lodevoli, non possano giustificare tutto il resto.