Gli studenti del Politecnico di Torino riqualificano la città con la canapa
È un progetto di riqualificazione ecologica ideato da Angelo Iurlaro, allora studente del Politecnico di Torino ed oggi architetto, immaginato nella sua tesi di laurea: “La Termitière – Progetto didattico di riqualificazione al Cecchi Point – Edilizia bioecologica e autocostruzione”.
La tesi documenta la ricerca sui materiali naturali e la gestione del progetto didattico di autocostruzione “La Termitière”, nato nell’anno accademico 2015/2016 come risposta a una esigenza particolarmente sentita da un gruppo di allievi di più corsi di studi di Architettura, Ingegneria e Design del Politecnico di Torino. Si è avviato il recupero di un locale nel centro della città presso l’hub multiculturale Cecchi Point per conoscere materiali ed elementi costruttivi, processi di montaggio e realizzazione in cantiere, sperimentando personalmente il loro impiego in esercitazioni pratiche, culminate in un vero progetto di riqualificazione pratica.
L’azione sinergica fra studenti di vari anni di corso (dal laureando magistrale al triennale) ha prodotto un cantiere in cui si impara mettendosi all’opera in prima persona. Si è così generata un’opportunità aggiuntiva rispetto all’esperienza essenziale del cantiere pratico che ha permesso di creare un team dove ognuno ha potuto contribuire con le proprie capacità.
Per il proseguimento del progetto è stato organizzato un metodo “a staffetta”, dove il compito di guidare il cantiere viene lasciato di anno in anno a studenti desiderosi di realizzare nuovi progetti al Cecchi Point (o in altre zone del quartiere), non prima di essere stati istruiti e formati dagli studenti “veterani”. Ne abbiamo parlato con Angelo Iurlaro.
Come è nata l’idea?
Da studente, 2 anni fa, ho presentato un progetto alla facoltà di architettura del Politecnico di Torino. L’idea era quella di avviare sia la didattica per gli studenti che al tempo stesso un cantiere pratico per riqualificare un ambiente della zona. Il locale è stato individuato nelle Case del Quartiere che sono dei centri di aggregazione del vicinato dove vengono svolte varie attività ed in particolare nella struttura dell’Hub multiculturale Cecchi Point. Abbiamo preso una stanza di 120 metri quadri alta 5 metri ed abbiamo iniziato ad utilizzare diverse tecniche di bioedilizia.
Abbiamo iniziato con la terra paglia e gli intonaci in terra cruda, poi siamo passati alla calce e paglia con intonaci in calce naturale, poi calce e canapa con intonaci in terra cruda e termointonaci in canapa e calce. Pochi giorni fa abbiamo realizzato un workshop su diversi pannelli che andremo ad analizzare con la piastra calda che permette di capire il livello di isolamento che può raggiungere il pannello: l’avevamo fatto con terra paglia e calce e paglia ed ora lo faremo anche con pannelli in calce e canapa ed un altro realizzato in terra e canapulo. L’ultimo che sperimenteremo è un pannello realizzato con calce e latte vaccino, quello che si beve.
Sono pannelli che poi utilizzerete?
Li utilizzeremo nel corso del secondo semestre, intanto abbiamo avviato una collaborazione con CMF Greentech e Manifattura Maiano. CMF Greentech ci ha regalato 300 chilogrammi di pannelli in calce oppure terra cruda in aggiunta al canapulo, perché facessimo sperimentazioni con gli intonaci in tera cruda e calce naturale. Normalmente sui pannelli di legno o quelli industriali di truciolato bisogna ad esempio mettere la rete porta intonaco, mentre su questo tipo di pannelli non è necessario. Sono composti in materia naturali e sono traspiranti, e la loro composizione dà un naturale grip all’intonaco rendendo superflue le reti che sono tra l’altro un elemento di indebolimento della struttura.