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La non profit che assiste gratis le vittime di malagiustizia

In Italia si registrano quasi trenta mila vittime di malagiustizia in trent’anni. L'AIVM dà a loro assistenza gratuita

Bilancia simbolo di giustizia

Gli errori giudiziali e le ingiuste detenzioni si pagano caro, letteralmente. La malagiustizia è una piaga silenziosa, che passa spesso inosservata o che, quantomeno, non ha la risonanza mediatica che dovrebbe avere, particolarmente in un Paese come l’Italia, dove i numeri sugli sbagli dei magistrati e sul ritardo della giustizia sono preoccupanti.

Ma chi offre assistenza alle vittime di malagiustizia nel Bel Paese? La risposta arriva spesso sotto forma di organizzazioni senza scopo di lucro. Attiva ormai da oltre dieci anni, la Associazione Italiana Vittime di Malagiustizia (AIVM) è, per esempio, una delle principali organizzazioni non profit nel settore della malagiustizia, con oltre 8900 assistiti da quando ha avviato le operazioni.

L’associazione, che ha sede a Milano, opera tramite un centro d’ascolto, un osservatorio e un centro studi, offrendo supporto gratuito a chi si considera vittima di malagiustizia, e svolge inoltre attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema.

Dal 1992 al 2020 sono stati registrati 29.452 casi di malagiustizia – tradottisi in oltre 794 milioni di euro di indennizzi a carico dello stato nel giro di trent’anni – uno dei valori più alti nell’Unione Europea.

Nel solo 2020, errori giudiziali, sentenze arbitrarie e provvedimenti ingiusti sono costati ai contribuenti oltre quarantasei milioni di euro.

Se sommata poi ai ritardi ingiustificati che affliggono la giustizia italiana da tempo immemore, la malagiustizia si traduce indiscutibilmente in una delle più grandi piaghe che i cittadini italiani debbano sopportare giornalmente.

Sorge, dunque, naturale l’interrogativo: per quanto ancora sarà tollerata una macchina della giustizia che giustizia non fa?



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