Giudizi Novizi
In questo articolo trattiamo questo Strain sconosciuto, prevalentemente sativa, di grande facilità di coltivazione, di altezze ridotte, di produzioni modeste. Il raccolto ha raggiunto i 150 gr/pianta ed è avvenuto a fine ottobre. High cerebralmente pronunciato. Odore ben agrumato, così come il sapore.
Sono due fratelli i giovani, “novizi”, artefici per lo meno materiali, dello strain di questo articolo, i quali, dopo aver personalmente notato la loro differenza fisica, nonché caratteriale, si scoperse essere addirittura gemelli. E’ con loro che incontrai questo landrace proveniente da genetiche praticamente autoctone, ma “spostato” da 4 generazioni in regioni estreme, sempre nel solito Paese dove si può coltivare ogni sorta di vegetale solamente quando, per taluni, vige il motto:” Volere è Potere”.
Seminato, per il primo anno, ad aprile, in uno scantinato sotto semplici lampadine ad incandescenza e portato in esterno a metà Giugno, nelle tre annate successive le differenze dei due fratelli si notaro anche sotto il profilo “colturare”.
Il primo, J.J., ravveduto e posato e fido della scienza, continuò a seminare in casa, spostandosi poi fuori. L’altro, Patiño, pieno di passione incontrollata, già alla fine di marzo tornò in mezzo ai boschi a distribuir semi sia nelle vecchie buche dell’anno prima, sia nel terreno povero che quella zona offriva.
Fatto sta che fu proprio Patiño a portare alla luce la resistenza di questo strain alla miseria nutrizionale ed al freddo: per piante di 15 giorni, resistere ad un paio di nevicate e al gelo notturno di marzo, non è certo caratteristica di ogni vegetale!
Di conforto a questa “resistenza” c’è l’ottimo stato di salute che dimostrano sin da subito. Le cure da intraprendere nel corso del tempo si limitano a visite rare e fugaci, più per scrupolo del giardiniere, che per comprovate necessità.
In effetti nel corso degli anni, non si sono mai registrate insofferenze all’ambiente di crescita: niente muffe, nessun parassita, giusto qualche curioso animale selvatico, ma nulla di più. Anche il fabbisogno idrico sembra essere davvero limitato pur se, ad onor del vero, il ruscello montano che scorre nella piccola gola sembra ben sopperire alla calura estiva.
A livello nutrizionale risulta essere molto sensibile agli eccessi e come mi insegnate, è sempre meglio una carenza che, appunto, un eccesso.
Le visite “fertilizzatrici” sono ridotte ad un paio e senza eccedere nelle dosi.
Importante invece è l’utilizzo di un buon terriccio, anche se alcuni soggetti nati, cresciuti e fioriti nel nudo terreno locale sembrano aver ben sopportato la penuria, pur con vigore e produzioni ridotte.
Nel nostro caso il terriccio viene direttamente da sottoboschi di faggio, con acidità non troppo spinte ma che ben nobilita l’arenaria esistente. Si evita di utilizzare i primi 5 cm del terreno di sottobosco, composto da foglie e rami non ancora decomposti in quanto potrebbe essere causa di muffe radicali nonostante le ottime e numerose micorrize naturalmente presenti.
Nel corso del tempo la fase vegetativa e la successiva fioritura sembrano non avere exploit eclatanti, mantenendo un accrescimento regolare ”ad albero di natale”(se non vengono toppate) che non supera mai i due metri. Aspetto caratteristico anche di altri Landrace trattati, come Leonida ed Uncle Paul. I profumi del ”fresco” sono votati decisamente al limone, ma nella sua connotazione dolce.
Il raccolto di fine ottobre, esiguo rispetto alla bella struttura, è però di quelli rari, puliti e sobri, forieri di gusti “antichi” che oggi difficilmente ritroviamo in erbaggi decisamente selezionati in cui a volte ogni “profumo/sapore” viene estremizzato sino allo stucchevole.
Con una settimana di asciugature si è già pronti per la concia che i due amici hanno scoperto essere la soluzione alla “concentrazione del sapore”, dicono.
Capita infatti che nel loro “piccolo” percorso d’esperienza e di passione, i due gemelli scoprano. Capita che siano curiosi, e imparino.
Capita che sperimentino piccole modifiche alla loro tecnica migliorando e soprattutto personalizzando lo strain seguendo quello che lo strain stesso suggerisce. Capita che stiano creando “qualcosa”. Capita, appunto… Ma solo se c’è passione!
Cav. Psycogreen