Giovani e psichedelici: cresce il consumo ad uso ricreativo
Oggi non è insolito sentir dire a un ventenne di volersi iscrivere a un ritiro di qualche giorno in un paese straniero per intraprendere, insieme a suoi coetanei, un viaggio alla “scoperta di sé”. Una epifania che evoca esperienze legate alla meditazione, alla danza, a cerimonie varie intorno a falò, a laboratori di respirazione e… a sostanze psichedeliche. Cercando in rete si trovano testimonianze di questo tipo a diverse latitudini, moltissime però provengono dagli Stai Uniti. E infatti, a leggere i dati forniti dal governo, sembra che la popolarità dell’LSD stia vivendo una nuova stagione d’oro. Non solo per la pubblicazione di ricerche scientifiche che una dietro l’altra confermano i suoi benefici nel trattamento della depressione e del disturbo post traumatico da stress aprendo così la strada a un suo terapeutico nel prossimo futuro, ma anche e soprattutto tra i giovani che la scelgono a scopo ricreativo. Sarebbero 1,31 milioni le persone di età compresa tra 18 e 25 anni che hanno preso LSD nel 2017 contro le 317.000 stimate nel 2004. Un balzo notevole che trova conferma anche in Gran Bretagna dove si è tornati ai livelli dei primi anni duemila.
Per spiegare questo trend, gli analisti hanno tirato in ballo diversi fattori. Innanzitutto la facilità con cui oggi è possibile reperire questa sostanza: il commercio online infatti ne ha reso l’acquisto decisamente più semplice. In secondo luogo, la graduale normalizzazione della sua reputazione presso l’opinione pubblica che, a suon di ricerche, sta familiarizzando con le sue proprietà terapeutiche e con i benefici testimoniati da giovani professionisti che la assumono in microdosi, equivalenti a circa un decimo del normale. Infine, ma non in ultimo, le sostanze psichedeliche sarebbero il viatico privilegiato per fuggire dalla società moderna che ci vuole sempre più connessi e sempre più soli. Attanagliati da un’ansia claustrofobica, sembra che i giovani ricerchino gli stati alterati per sentirsi “reali” come spiega l’attivista J.P. Harpignies, autore di “Delusions of Normality: Sanity, Drugs, Sex, Money and Beliefs in America”: «Gli psichedelici sono uno dei vettori che un certo sottogruppo di persone sperimenta per cercare di ottenere un senso di completezza in risposta a una vita in cui questa esperienza è preclusa».
Da qualche anno la popolarità dell’LSD è diventata più tangibile anche tra i protagonisti della musica giovanile che, infilandola nei loro brani, la rendono familiare. Il disco “Acid Rap” di Chance The Rapper lo dimostra fin dal titolo, mentre A$AP Rocky ha confessato alla rivista “Billboard” che l’LSD, a cui ha dedicato un video che è un viaggio lisergico tra le strade di Tokyo, tra luci, insegne e persone dalle sagome deformate, «lo aiuta ad affrontare la vita». Anche due pezzi da novanta come Frank Ocean e Kanye West hanno detto la loro raccontando esperienze con funghi magici e 2C-B a cui sono seguite discussioni infinite dei fan su Reddit.
Ad assistere all’attuale endorsement della scena hip hop nei confronti delle sostanze psichedeliche viene in mente il ruolo che Woodstock e i Grateful Dead ebbero per chi oggi è in età da pensione. Ma d’altronde non scopriamo certo noi la sintonia tra la musica e l’assunzione di sostanze; oggi c’è addirittura chi, scientificamente, prepara playlist lunghissime – perché l’effetto dell’LSD dura anche 12 ore – per accompagnare i diversi momenti dell’esperienza psichedelica. Si chiama Mendel Kaelen ed è un giovane ricercatore dell’Imperial College di Londra che, partito dalla biologia marina, si è poi convertito allo studio degli psichedelici. Sul suo account Spotify pubblica regolarmente playlist calibrate su psilocibina, MDMA, ecc. oltre ad aver brevettato con Brian Eno un’app, Wavepaths, che «offre nuovi modi per diventare più intimi con noi stessi e gli altri, per ascoltare quello che ci dicono le nostre emozioni, per esplorare ciò che può essere scoperto nel profondo delle nostre menti e guidare cambiamenti significativi nelle nostre vite».
Se l’idea di ottenere tutto questo attraverso uno smartphone può sembrare strana, i festival rappresentano da sempre un contesto privilegiato dove poter sperimentare insieme attraverso la musica. Festival come Tomorrowland in Belgio e Shambhala in Canada, a prevalenza elettronica, il decisamente trance oriented Transmission a Praga e lo Psychedelic Circus in Germania, hanno tutti alla base l’intento di stabilire un senso di comunione, di favorire la crescita personale e di liberare la creatività. Come il mitico Burning Man, il festival nel deserto del Nevada che ogni anno rinnova l’esperimento di creazione di una comunità temporanea, dedicato alla radicale espressione di sé e a una forma radicale di autosufficienza. I rischi associati all’acquisto, alla vendita e al consumo di droghe valgono qui come altrove, non solo l’uso di sostanze resta illegale ma al momento dell’acquisto di droghe da estranei nessuno può essere davvero sicuro di ciò che sta ricevendo in cambio. Per questo nel 2011 è nata Bunk Police, una società che attraverso una rete di volontari presenzia i festival degli Stati Uniti per vendere kit e materiale informativo utili a verificare la natura delle sostanze: «Abbiamo diligentemente acquisito e testato quasi tutte le sostanze disponibili oggi sul mercato – si legge sul sito – e le abbiamo utilizzate per filmare le reazioni; si tratta di 1500 video disponibili gratuitamente sul nostro canale YouTube». Intanto, sempre online,
PsychonautWiki, l’enciclopedia degli psiconauti lanciata da un 23enne di Berlino, ha raggiunto il mezzo milione di visitatori al mese.
Mena Toscano
Giornalista underground dal 1999