GiMa & Angelo Ferrante lungo i 23° e 27' dell'Hip Hop (Intervista)
Affiatati e complementari. GiMa & Angelo Ferrante sono la dimostrazione evidente che non tutte le nuove generazioni debbano necessariamente annegare nell’emulazione di stereotipi e commercialate. Giovanissimi, entrambi di Avellino e con le idee molto chiare. L’inclinazione Hip Hop è quella giusta e segue proprio quei 23° e 27′ con cui l’asse terrestre ci regala sapori e sensazioni lungo 4 diverse stagioni. Sound personale e grande attitudine si notano lungo tutta la durata delle 20 tracce, 4 sezioni in cui la musica e la precisa cura dei dettagli sono sintomo di grande passione e di un processo di ricerca notevole. Ritroveremo “23° e 27′” anche nella prossima puntata di Shots Review, ma nel frattempo abbiamo scambiato due chiacchere con gli autori del disco – che, tra le altre cose è disponibile QUI in free-download per . Check it!
____________________________________________________
Il concept che si cela nella struttura di “23° 27′” è davvero fantastico. 4 atmosfere, 4 stagioni e 4 ritmi diversi. Raccontateci com’è nata l’idea.
Angelo: Le stagioni, lo scorrere del tempo e il cambiamento climatico sono tutte cose che mi hanno sempre affascinato. L’idea era quella di creare qualcosa che in questo ambiente non esistesse, che fosse ragionata e soprattutto NON fine a se stessa. Chiacchierandone Giacomo è rimasto subito soddisfatto di ciò che gli andavo a proporre, poi da una cosa ne sbuca fuori sempre un’altra e abbiamo aggiunto insieme i tasselli per completare questo mosaico.
Uno classe ’96 e uno classe ’95 ma le citazioni di Baudelaire, i contenuti maturi e la ricchezza metrica del vostro EP segnalano grande rispetto per la cultura (non solo Hip Hop). Insomma, vi piace studiare eh?
Angelo: Non mi reputo un cervellone, non ho mai amato la scuola; l’ambiente e le modalità di istruzione. Mi sono ripetuto sempre ‘studia ciò che credi sia interessante e pensi possa beneficiarti in futuro.’
GiMa: Cattivi maestri. Ottimi alunni.
23° 27’ ha un’impronta ben precisa e una direzione altrettanto evidente. Secondo voi, che direzione sta prendendo l’Hip Hop Italiano?
Angelo: Credo ci siano davvero ottimi artisti in Italia, voglio precisare che non ascolto rap tutto il giorno, ma provenendo da quella cultura Blue Struggle credo fermamente di ascoltare musica figa (rido). Mi piace molto spostarmi su altri generi e trovare sonorità che vadano oltre, se ascoltassi solo ciò che rientra negli ‘standard’ non avrei nulla di particolare e di diverso rispetto agli altri che inseguono il mio sogno, io voglio fare musica che suoni come si deve, che mi piaccia e che mi rappresenti! D’altronde la musica è introspezione, ti rende ciò che vuoi essere, no?
GiMa: Credo che la scena Hip Hop italiana sia spaccata esattamente in due; Yin e Yang, che mi piace identificare a seconda delle sonorità che rappresentano. Credo che parlare di Hip Hop sia anche riduttivo, qui si parla di musica e credo, inoltre, che tra le leve del settore ce ne siano davvero pochi capaci di poter fare carte e spesso, quelli capaci, sono anche i meno conosciuti di tutti. La prima cosa è sempre lo studio di ciò che si sta andando a fare, di ciò che ci appassiona. Purtroppo senza lo studio, nel mio caso, della musica c’è ben poco da fare.
Avellino è per forza di cose legata come punto di partenza all’evoluzione musicale e artistica di un rapper completo come Ghemon. Che rapporto avete con la musica e le sue fasi sperimentali? Avete apprezzato la nuova strada intrapresa da Ghemon o preferirete sempre l’impronta old school?
Angelo: Faccio una premessa: credo che ‘E poi, all’improvviso, impazzire’ sia uno dei cinque migliori dischi di rap italiano di tutti i tempi. Mi piace pensare che la musica sia evoluzione, e se questa avviene con mezzi consoni sfruttando le giuste potenzialità, ben venga, sempre. Poi il prodotto finale può piacere o meno, ma io credo che ‘ORCHIdee’ sia comunque un ottimo lavoro, una combinazione di rap e cantato che si discosta dai canoni e allarga gli orizzonti all’ascoltatore. Credo ci voglia del gran coraggio per provarci, oltre che studio e talento, cose che di certo non mancano a Gianluca.
GiMa: Ho sempre avuto un ottimo rapporto con la musica, in generale, e con tutte le sue sfaccettature che possono svilupparsi nel tempo. Mi piace l’idea di poter ascoltare il suono delicato e pulito di uno ‘stradivari’ accompagnato da un basso modulato, con un suono molto più aggressivo e completamente diverso da quello sopracitato. La musica è libertà ed è bene, anzi benissimo, che ci siano moltissimi modi differenti di produrla. L’importante è provare. Cercare sempre un suono che possa essere congeniale con il nostro modo di essere. Credo che sia proprio quello che ha fatto Ghemon. Ha sperimentato fino ad arrivare al suono che preferiva, che gli era più congeniale e indubbiamente facile da comprendere, anche se, secondo il mio parere, il miglior Ghemon è quello di ‘Cobra’.
Raccontateci quali sono le influenze principali (non solo musicali) che vi hanno accompagnato nella creazione di 23° 27′.
Angelo: Oltre alle influenze musicali, che credo si avvertano all’interno del disco, le maggiori influenze per quanto mi riguarda le percepisco dalle persone che mi circondano e dagli eventi che accadono, sai, è giusto che con il pubblico ci sia trasparenza: io racconto ciò che sono, chi ha poco da dire racconta ciò che non è.
GiMa: Io ascolto tutta la musica prodotta sulla terra, si può parlare di classica, da camera, jazz, funk, progressive, sperimentale, hiphop, elettronica pura e chi più ne ha più ne metta. C’è anche da precisare, però, che le influenze più grandi le ho ricevute da ciò che era al di fuori del mio iPod. Le sensazioni, i sentimenti e gli stati d’animo la fanno da padrone.
Chi troviamo ora nel vostro lettore? State aspettando anche voi il nuovo disco di Kendrick? Vi è piaciuto più “Soul of a Supertramp”, “Laska” o “Status”?
Angelo: Io sono un super fan di Kendrick, ecco, lui è uno che sta cambiando le regole del gioco e sono sicuro che il disco rimarrà nella storia. Sono una groupie di Mecna, scherzando lo reputo un po’ come un padre e non posso che dare un giudizio positivissimo per ‘Laska’, dopo ‘Disco Inverno’ era difficile fare di meglio, per me ci è riuscito. Fare un disco come ‘Status’ sotto un’etichetta (non una qualsiasi, eh) vuol dire averceli grandi come un mappamondo, Marracash ad oggi è il migliore a farlo in Italia. ‘Soul of a Supertramp’ lo trovo godibile ma non rientra nelle mie cuffiette, forse mi lascio condizionare troppo dal suono che sto ricercando che si discosta completamente da quello di Mezzo.
GiMa: Si, sto aspettando con ansia il disco di Kendrick. E’ sempre stato capace di stupirmi con le sue sonorità spaziali e con la sua metrica combo. Tra i tre dischi appena usciti nel panorama italiano, non vi nego che quello che sto ascoltando più spesso è ‘Laska’, poiché dal punto di vista sonoro è quello che si avvicina di più ai miei gusti, ho sempre avuto un debole per il modo di concepire la musica di quasi tutti i produttori presenti nell’album. Yakamoto Kotzuga più di tutti, anche se forse è il meno conosciuto. Per intenderci, per le sonorità, quello di Mecna, non è un disco italiano. Nonostante ciò, niente da togliere a Marra e Mezzo che hanno sfornato due dischi davvero ben fatti.
Domanda per GiMa: raccontaci la “Top 3” delle tue strumentali preferite di tutti i tempi.
– C2C – Delta
– Big Joe – Venere
– DJ Dahi X Schoolboy Q – Hell Of A Night
Domanda invece per Angelo Ferrante: la “Top 3” delle strofe che ritieni metricamente migliori di tutti i tempi.
Probabilmente qualcuno storcerà il naso..
– Johnny Marsiglia – Fantastica Illusione
– Joey Bada$$ – Paper Trail$
– Kendrick Lamar – Rigamortis
Per concludere. 23° 27′ offre degli spunti davvero interessanti, avete già in mente qualcosa per progetti futuri?
Angelo: Sto cercando di ascoltare quanta più musica possibile per ambire ad una purezza di suono a me familiare, potrei dire di aver messo mano già su di un altro progetto ma finché non ho la certezza che questo progetto prenda piede mi sembra stupido dare anticipazioni fasulle. Mi godo 23° 27′ e vedo dove può portarmi e portarci. L’unica cosa sicura è che sentirete altra musica di Angelo Ferrante, altra musica di GiMa e altra musica di Angelo Ferrante & GiMa.
GiMa: Sicuramente non è finita qui. 23°27′ è l’inizio, l’apeiron, da cui potranno nascere belle cose. Indubbiamente nel mio futuro da producer, non mancherà Angelo come mio compagno di viaggio. Probabilmente non sarà l’unico, ma di questo potremo parlarne soltanto quando tutto sarà più chiaro.
___________________________________________________________________________________
A cura di Mattia Polimeni
Info: http://www.neanderthalpromotions.com/