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In Giamaica apriranno i chioschi legali per vendere cannabis ai turisti

GiamaicaIn fondo è sempre stato così ma che ora lo affermi lo stesso Ministro del turismo giamaicano è una notizia: il paese caraibico punta sul reggae e sulla cannabis per incrementare il proprio turismo e quindi il Pil nazionale, con l’obiettivo di veder crescere il settore di 5 miliardi di dollari da qui al 2021.

«Il turismo rustico e improntato al benessere è in cresita in tutto il mondo e la Giamaica ha tutto per prenderne una fetta – ha dichiarato il Ministro del Turismo Edmund Bartlett – ed in questa ottica anche la cannabis gioca un ruolo importante, come sta dimostrando il Colorado, dove le prenotazioni alberghiere sono cresciute del 175% dopo la legalizzazione».

La legge giamaicana sulla cannabis è stata riformata lo scorso anno e ora è legale possederne fino a 2 once (57 grammi), mentre la vendita è libera dietro ricetta medica. Ma l’obiettivo è quello di renderla legale anche per i turisti, prevedendo – come affermato al quotidiano giamaicano The Gleaner – che i non residenti potranno accedere alla cannabis legale con una semplice auto-dichiarazione nella quale affermino di averne bisogno per una qualche patologia (vera o fittizia).

Addirittura secondo il piano del governo, svelato nella stessa intervista dal presidente della “Authority Cannabis Licensing” (ovvero l’ente governativo che rilascia le licenze per la vendita di cannabis), si sta pianificando l’apertura di chioschi che venderanno cannabis fuori dagli aeroporti e in prossimità dei principali luoghi turistici dell’isola.

Una svolta epocale in un paese dove fino allo scorso anno i consumatori di cannabis e i rastafariani erano repressi duramente, e dove essere trovati anche con un solo spinello poteva comportare la condanna a 10 giorni di carcere.

Secondo quanto dichiarato dal Ministro del Turismo la svolta potrebbe completarsi entro il 2017, portando cosi la Giamaica ad «abbandonare progressivamente la vocazione al turismo all-inclusive e di massa, per abbracciare la sua vera vocazione, legata a un turismo consapevole e legato alle specificità del territorio». Specificità tra le quali, naturalmente, spiccano da sempre la musica reggae e la cultura della canapa.



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