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Gestione integrata dei parassiti e come applicarla alla coltivazione di cannabis

Una combinazione di pratiche usate per gestire i danni da infestanti con i mezzi più economici, garantendo il minor rischio possibile

Coltivatore di cannabis

La convinzione che ogni cosa, ogni entità e organismo siano connessi tra di loro, e abbiano un motivo utile per fare quello che fanno, è alla base della scuola di pensiero della Gestione Integrata dei Parassiti (o GIP). Dalle azioni microbiche che si verificano nel terreno alle condizioni climatiche che caratterizzano il progetto, ci sono molti fattori che influenzano la produzione della coltura e la salute delle piante. Sono in gioco azioni sia visibili che invisibili, le quali influiscono sull’intero raccolto e sulla salute delle piante.

La gestione integrata dei parassiti (conosciuta anche dall’inglese come IPM) è un approccio efficace e attento all’ambiente che si basa sulla combinazione di pratiche di buon senso. I programmi di GIP utilizzano informazioni aggiornate e complete sui cicli di vita dei parassiti e sulla loro interazione con l’ambiente. Tali informazioni, combinate con i metodi disponibili di controllo dei parassiti, vengono usate per gestire i danni da infestanti con i mezzi più economici, garantendo così il minor rischio possibile per le persone e per l’ambiente. La gestione integrata dei parassiti si avvicina a una filosofia quanto a una pratica fisica. Questa pratica si accorda molto bene con i principi della permacultura in cui ogni cosa è in relazione con l’altra a tutti i livelli. Il monitoraggio, la prevenzione e il controllo dei parassiti nella coltivazione della cannabis richiedono un piano integrato di gestione dei parassiti, come illustrato di seguito. 

I principali aspetti di questa pratica di IPM sono suddivisi in 4 categorie:

A. STABILIRE LE SOGLIE DI INTERVENTO

La rilevazione di un singolo parassita non sempre significa che sia necessario un controllo. Il livello a partire dal quale un parassita diventa una minaccia economica è fondamentale per definire le decisioni sul controllo dei parassiti. La “cultura del pulito” inizia con le attività operative che stabiliscono le soglie di azione e le procedure da seguire. Bisogna sempre tenere conto dell’andamento della coltura e monitorare le soglie per stabilire processi di quarantena per piante infestate. Per prevenire focolai di parassiti è richiesta una formazione di qualità e procedure standardizzate che mitighino i rischi con piani di gestione. Le soglie di azione rappresentano quei livelli di popolazione dei parassiti o caratteristiche delle condizioni climatiche che indicano la necessità di adottare misure di controllo dei parassiti. Per esempio, sta a voi decidere se intraprendere azioni quando individuate un acaro o quando ne individuate dieci. Nelle vostre procedure operative standard dovete definire il livello in cui i parassiti diventano una minaccia, in modo che la vostra squadra possa adottare e adattare le future decisioni di controllo degli infestanti. 

B. MONITORARE E IDENTIFICARE I PARASSITI

Non tutti gli insetti, le erbacce e altri organismi richiedono necessariamente un controllo. Molti organismi sono innocui e alcuni sono addirittura benefici per la salute delle piante. I programmi di GIP funzionano efficacemente per monitorare i problemi di parassiti e per identificarli con precisione in modo da prendere appropriate decisioni di intervento congiuntamente alle soglie di azione. Questa azione di monitoraggio e di identificazione permette di evitare l’uso di pesticidi quando non è necessario o di evitare l’utilizzo del tipo di pesticida sbagliato. Ma ci sono altri elementi che vale la pena di monitorare, per esempio il personale può ispezionare le piante visivamente oppure i coltivatori possono impiegare soluzioni digitali per fotografare le piante e usare la visione computerizzata per rilevare e segnalare problemi. Il monitoraggio delle colture con fotocamere digitali si è molto diffuso negli ultimi dieci anni grazie alla convenienza economica e alla possibilità di monitoraggio continuo, mentre un controllo effettuato dall’uomo sarà efficace solo quanto l’individuo che lo svolge!

C. PREVENZIONE

I programmi IPM rappresentano una prima linea di controllo dei parassiti, e funzionano per gestire il raccolto ed evitare che i parassiti diventino una minaccia. In una coltura agricola ciò può significare l’utilizzo di metodi colturali come la rotazione tra diverse colture, la selezione di varietà resistenti ai parassiti e piantare portainnesti liberi da infestanti. Questi metodi di controlli possono essere molto efficaci e convenienti economicamente, oltre a presentare un rischio quasi nullo per le persone e per l’ambiente.

La perdita di un raccolto a causa dei parassiti è dolorosa, ma evitabile. Con un’appropriata pianificazione potrete tenere lontani gli insetti dannosi. Sono molti i parassiti che colpiscono i siti di produzione di cannabis, e bisogna controllarli nella gestione degli spazi sia indoor che outdoor e in serra.
Si dividono in tre categorie principali:
– Insetti e aracnidi come tripidi, mosca bianca, acari e afidi;
– molluschi come lumache e limacce;
– organismi microbici sotto forma di batteri, funghi, nematodi e virus. 

Gestione integrata dei parassiti e come applicarla alla coltivazione di cannabisD. CONTROLLO

Una volta che il monitoraggio, l’identificazione e le soglie di intervento accertano che i metodi di prevenzione non sono più efficaci o disponibili si fa necessario un controllo dei parassiti e a questo punto i programmi IPM possono valutare il metodo di controllo adeguato sia per l’efficacia che per la gestione del rischio. 

Le strategie colturali possono essere proficue ed efficienti dal punto di vista economico senza presentare alcun rischio per le persone o per l’ambiente. Il controllo colturale è un controllo ambientale e rappresenta la base di tutti i programmi di gestione integrata dei parassiti. È il metodo di gestione dei parassiti più antico, ma è stato ampiamente abbandonato con l’avvento dei pesticidi chimici. Tuttavia, con la crescente richiesta da parte dei consumatori di cannabis di un prodotto affidabile, pulito e senza pesticidi c’è stato un rinnovato interesse per l’arte del controllo colturale. 

In secondo luogo, i metodi fisici di controllo comprendono trappole, barriere, processi eseguiti da sistemi di controllo del clima, come la filtrazione e i trattamenti con luce ultravioletta, e la vera e propria rimozione fisica manuale dei parassiti. 

In terzo luogo, il controllo biologico induce gli insetti e i microbi benefici a lavorare per voi. Le colture trappola possono eliminare i parassiti dai vostri raccolti o agire come siti di prova per i metodi biologici e benefici di controllo, e le piante habitat nutrono quei nemici naturali dei parassiti da impiegare contro essi. Le piante guardiane attirano parassiti, se ne nutrono con beneficio e fanno interagire i parassiti e i controlli biologici che introducete nelle vostre growroom.

Infine, come ultima fase di controllo, i metodi chimici impiegano materiali tossici per gli insetti ma non per le piante. 

In qualsiasi ambiente di coltivazione le condizioni climatiche possono rallentare o accelerare la diffusione di agenti patogeni. La precisione con cui potete controllare la temperatura, l’umidità e il flusso d’aria, determina l’impatto che potete avere sull’attività microbica, sui cicli di riproduzione dei parassiti e sull’efficacia delle applicazioni IPM. Per esempio, lo zolfo è più efficace in ambienti con alta umidità e diventa fitotossico in ambienti con alte temperature. Un altro esempio è rappresentato dalle basse temperature che inducono le popolazioni di ragnetti rossi a rallentare la propria alimentazione e quindi il danno alle piante. 

I controlli climatici sono più diffusi negli ambienti di coltivazione della cannabis indoor. Tali controlli possono servire sia come strategie preventive che di controllo all’interno di un piano IPM. L’istallazione di sistemi più grandi di ventilazione, riscaldamento, illuminazione e umidità garantisce che l’ambiente di coltivazione abbia una migliore capacità di controllare tutte le condizioni climatiche. Per esempio, se fosse necessario accelerare il deflusso d’aria a causa dell’aumento delle temperature, avere cinque diverse impostazioni di velocità sarebbe ideale per consentire un’uscita rapida senza la necessità di cambiare o modificare la temperatura impostata. Lo stesso vale per ogni parametro climatico in spazi indoor o in serra. Quindi l’istallazione di macchine con maggiore capacità per ogni ambiente climatico garantirà un migliore controllo all’interno dello spazio di coltivazione.  

Mantenere stabili le condizioni durante il periodo che intercorre tra l’accensione e lo spegnimento dell’illuminazione è fondamentale. L’oidio, la botrite e il marciume delle radici affliggono i coltivatori di cannabis da anni. Tra i principali fattori all’origine di queste epidemie c’è l’impostazione di limiti errati dei set point ambientali durante il periodo di spegnimento delle luci. Al termine del periodo di 12 ore di illuminazione della fioritura, la cannabis continua a traspirare (ndt, guttazione) a un ritmo elevato per 45-90 minuti. Questo aspetto della coltivazione necessita un’attenta supervisione e bisogna impostare adeguatamente i limiti dei macchinari per ridurre la vulnerabilità della pianta all’aria fredda e umida.  

La temperatura dell’aria influisce direttamente sull’umidità relativa, e quando si spengono le luci le temperature si abbassano. Senza il calore appropriato fornito dalle apparecchiature di controllo del clima durante lo spegnimento dell’illuminazione, si verificano dei picchi negativi di temperatura e si creano epidemie di parassiti nello spazio di coltivazione. Senza controlli di qualità e sensori in grado di modulare e gestire le condizioni dinamiche, le piante soffrono quotidianamente di stress. Il risultato è la perdita di vitalità, resa e qualità delle piante. Monitorare e controllare da vicino le condizioni di ventilazione nelle aree di coltivazione garantisce che i sistemi siano in grado di supportare adeguatamente gli obbiettivi IPM. 

Bisogna impedire che il vostro sistema diventi una fonte di parassiti attraverso la progettazione e il mantenimento corretti delle vostre attrezzature. Per via della quantità di deumidificazione necessaria per la coltivazione della cannabis, l’acqua anaerobica può rappresentare un vettore di muffe acquatiche. Per evitare la diffusione di agenti fungini patogeni dannosi per la cannabis, generalmente causati dalla condensa, bisogna controllare il tappo di scarico, tutti i condotti dell’aria e tutti i sistemi di controllo del clima. In particolare, bisogna controllare lo spazio di coltivazione durante il periodo di spegnimento delle luci dato che questa è una fase di cambiamenti che possono stressare le piante.

I filtri rappresentano un metodo di gestione fisica dei parassiti in grado di impedire che agenti patogeni e parassiti entrino nei condotti dell’aria o nel ricircolo delle vostre growroom. I filtri dell’aria differiscono in funzione dell’obbiettivo desiderato. Bisogna tenere presente che ogni curva nei condotti o ogni filtro d’aria installato nello spazio di coltivazione ridurrà il libero flusso dell’aria e ciò determinerà le dimensioni del filtro da usare. Normalmente, dei filtri da 13 o 14 su una scala da 16, sono considerati appropriati per gli spazi indoor di coltivazione di cannabis. L’unica conseguenza è che più sottile è il filtro e più lento sarà il flusso d’aria nel locale!

L’illuminazione UV può essere usata come strategia IPM in tre aree dei sistemi meccanici che servono gli impianti indoor di coltivazione della cannabis: quelle delle serpentine di raffreddamento, dei condotti dell’aria o all’interno dello spazio di coltivazione. Allo stesso modo, la luce UV esposta all’acqua ne uccide alcuni agenti patogeni e lo stesso discorso vale per l’aria.

Considerando che negli ultimi dieci anni la coltivazione di cannabis è diventata un investimento serio per molti paesi e aziende, abbiamo assistito al passaggio a coltivazioni professionali a clima controllato. Questo investimento significa che al raccolto viene assegnato un valore molto alto e quindi esso necessita del maggior numero possibile di garanzie e controlli per assicurare che abbia il massimo di qualità e sicurezza per il consumo umano, e sia dunque privo di qualsiasi elemento nocivo. Controllare i dintorni o l’area di coltivazione vera e propria, ed essere consapevoli della presenza di parassiti ben noti e del periodo dell’anno in cui questi si manifestano, dimostra che la conoscenza del territorio è vitale. È essenziale servirsi di aree di quarantena per piante e materiale provenienti dall’esterno dell’area di coltivazione prima di poterli introdurre in una growroom. Il personale deve passare attraverso aree pulite e cambiarsi gli indumenti per poter lavorare in sicurezza all’interno delle aree di coltivazione, evitando così che gli agenti patogeni, che di solito si attaccano ai vestiti, rappresentino un rischio. L’ispezione fisica di tutte le aree di coltivazione per evitare che si creino microclimi a causa di macchinari mal installati o non adeguati, aiuterà a ottenere una buona diffusione dei fattori virtuosi affinché le piante crescano uniformemente nello spazio di coltivazione. Si potrebbe anche prendere in considerazione la suddivisione di grandi aree in aree più piccole per controllare meglio i problemi di parassiti nel caso essi persistano negli spazi di coltivazione più grandi. L’analisi dei dati raccolti in periodi simili dell’anno consentirà al nuovo personale di migliorare la programmazione quotidiana dei controlli di manutenzione. 

I principi alla base delle pratiche IPM sono di tipo olistico e prendono in considerazione tutti i sistemi dell’agricoltura. Attraverso la comprensione che i sistemi visibili e quelli invisibili lavorano insieme e che un’attenta pianificazione di controlli preventivi deve far parte del processo di coltivazione, si garantirà che la vostra coltivazione avrà successo e sarà pulita. Visto che la cannabis viene usata per scopi medici da una larga parte della popolazione, è imperativo assicurarsi che avvenga la minor contaminazione possibile. Ciò si tradurrà in un approccio a basso contenuto di sostanze chimiche, ovvero la migliore linea di azione. La comprensione degli organismi e dei microbi che aiutano la coltivazione è essenziale e a sua volta aiuta a controllare tutti i parassiti con i metodi meno dannosi per l’ambiente, le piante e le persone.

Gestione integrata dei parassiti e come applicarla alla coltivazione di cannabis



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