Germania: nuova legge per incentivare la canapa industriale e tutelare gli agricoltori
Una nuova legge in Germania per liberalizzare la canapa industriale: "Opportunità per la nostra agricoltura”
In Germania è stata approvata una nuova legge che liberalizza la coltivazione di canapa industriale per incentivarne la produzione. Praticamente l’opposto di quello che sta accadendo nel nostro Paese.
Nei giorni scorsi è stata approvata la proposta di legge del ministro dell’Alimentazione e dell’Agricoltura Cem Özdemir, rimuovendo la cosiddetta “clausola di abuso” e permettendo la coltivazione indoor del vegetale ad uso industriale.
GERMANIA: UNA LEGGE PER FAVORIRE LA CANAPA INDUSTRIALE
La “clausola d’abuso” nella legislazione tedesca riguardante la canapa industriale era un meccanismo legale che consentiva alle autorità di limitare o vietare la coltivazione e l’uso di canapa anche in contesti industriali se sospettavano che fosse abusata per scopi ricreativi o illegali. Secondo il ministro per colpa di questa clausola molti agricoltori negli ultimi anni sono stati ingiustamente criminalizzati, pur operando nel rispetto delle regole. Ora, con la sua eliminazione, sarà possibile sviluppare nel Paese un’industria più robusta e innovativa.
«La canapa industriale offre molte opportunità per la nostra agricoltura: contiene pochissimo THC, non è esigente, richiede pochi pesticidi, fertilizzanti e acqua, migliora il suolo e offre un habitat per gli insetti», ha dichiarato Özdemir spiegando che: «Con la clausola di abuso, coltivatori onesti sono stati criminalizzati nonostante le migliori intenzioni. Ora è finalmente giunto il momento di lasciarci alle spalle questa questione. E, se possibile, con molta canapa, in modo che anche in Germania la scena innovativa dei coltivatori e dei trasformatori di canapa industriale possa svilupparsi ulteriormente».
Non solo, perché il ministro ha spiegato anche che: «Con le possibilità legali di accesso alla cannabis ricreativa offerte dalla legge sulla cannabis per consumo, l’abuso della canapa industriale a scopo ricreativo è praticamente escluso», rimandando al mittente le ricostruzioni del nostro governo per salvare la faccia davanti a un provvedimento osteggiato da tutte le associazioni agricole nazionali che ne chiedono il ritiro.
L’ITALIA VA NELLA DIREZIONE OPPOSTA
In Italia il governo Meloni punta invece nella direzione opposta. Se la coltivazione di canapa industriale da noi sarebbe già consentita e tutelata dalla legge quadro di settore di fine 2016, con il nuovo emendamento contenuto nel ddl Sicurezza si vorrebbe tornare a criminalizzarla, considerando il fiore di canapa come uno stupefacente. Un provvedimento pensato per stroncare il settore della cannabis light – i fiori di canapa con THC sotto i limiti di legge e senza efficacia drogante – ma che avrebbe ripercussioni pesantissime su tutte le filiere della canapa industriale.
«Quello che in Italia non passerà mai è l’uso ricreativo della cannabis, quello non passerà mai. Qualcuno ci può fare anche 100 mila aziende. Ma se uno vuole usare la droga per divertirsi, in Italia, finché ci sarà il nostro governo, non lo potrà fare». Così il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, a margine del G7 che si è concluso oggi a Siracusa. Il chiarimento arriva rispondendo alla domanda di un coltivatore di cannabis light.
«Quello che noi vietiamo – ha continuato il ministro di FdI – è l’infiorescenza con all’interno proprietà cannabinoidi che possa produrre una alterazione dello stato psicofisico. Per il resto, non abbiamo proibito alcunché. Per i malati c’è una legislazione speciale», ha dichiarato pensando di chiarire una situazione complessa, ma gettando invece nuovi dubbi.
“LOLLOBRIGIDA: UN’IGNORANZA IMBARAZZANTE”
La risposta è arrivata in una nota della deputata del M5S Emma Pavanelli: «Sulla cannabis il ministro Lollobrigida continua a dimostrare un’ignoranza imbarazzante. Il titolare dell’Agricoltura, con la solita propaganda che è ormai una cifra distintiva di questo Governo, dice che finché ci saranno loro non passerà mai l’uso ricreativo, il quale sussiste solo se il fiore ha un contenuto di tetraidrocannabinolo così alto da alterare lo stato psicofisico di chi lo assume. Se invece i fiori sono totalmente privi di effetti droganti è impossibile parlare di ciò. Malgrado questo, con il decreto Sicurezza il Governo ha equiparato la cannabis light a quella con THC, decretando la chiusura di 3mila aziende agricole e il licenziamento di 15mila lavoratori. Un ministro dell’Agricoltura e un Governo che non conoscono tale differenza e per stupide ragioni ideologiche creano un danno all’economia del Paese dovrebbero farsi subito da parte».